Ultima lezione prima del pensionamento anche se continuerà ad insegnare Giuridicità delle regole del calcio
‘L’Università, le scuole e il diritto amministrativo’, è il titolo della lezione che il prof. Guido Clemente di San Luca, Ordinario di Diritto amministrativo, terrà il prossimo 15 ottobre presso l’aulario di via Perla, a Santa Maria Capua Vetere. L’ultima prima del suo pensionamento. Introdurranno l’incontro i professori Raffaele Picaro e Lorenzo Chieffi, Direttore ed ex Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza. Ma saranno presenti per omaggiare il professore anche i colleghi che hanno collaborato con lui nel corso della sua carriera. La lezione si concluderà con una discussione sull’influenza dell’insegnamento del docente nello svolgimento delle professioni di magistrato, politico, avvocato e dirigente amministrativo, con il contributo di esperti presenti per l’occasione. “Sarà una mattinata di commozione, dove si alterneranno emozioni contrastanti, gioia e malinconia – dice il docente – Ma non voglio che la tristezza rovini tutto, si guardi al futuro con speranza e fiducia, anche perché io non me ne vado!”.
Il prof. di San Luca conserverà infatti, come docente a contratto, la cattedra di Giuridicità delle regole del calcio, istituita due anni fa. Il prof. di San Luca, laureato in Giurisprudenza nell’anno accademico 75/76 con una tesi dal titolo “Regioni e agricoltura nel Mezzogiorno d’Italia, il rapporto istituzionale stato-regioni”, ha iniziato la carriera accademica nel 1983 come ricercatore presso la Facoltà di Giurisprudenza della Federico II. Poi la docenza in vari Atenei tra cui Urbino, Campobasso, Suor Orsola Benincasa, S.U.N – Vanvitelli, che per lui è stata una vera vocazione.
Ma in origine aveva altri piani. “Ho cominciato a studiare Giurisprudenza da giovanissimo sessantottino – racconta – Nel ’68 avevo 14 anni, ma ero molto precoce. La sete di rivalsa che caratterizzava quegli anni contribuì a infondermi una sete di giustizia sociale che ha caratterizzato la mia intera vita, oltreché la mia carriera. Dapprima l’indecisione tra Lettere, Filosofia e Sociologia. Mi iscrissi infine a Giurisprudenza perché volevo fare il giornalista, volevo schierarmi dalla parte dei più deboli affinché si affrancassero dal bisogno. L’entusiasmo mi portò anche, in breve tempo, a diventare uno dei leader del movimento studentesco”. Poi la svolta: “Alcuni incontri fondamentali fecero sì che riscoprissi la mia fede. Attraverso un’analisi del rapporto tra la mia coscienza e la voce di Dio, compresi che la mia missione sarebbe stata quella di mettermi al servizio dei ragazzi e di formarli”.
Una vera e propria vocazione, dunque, portata avanti nel corso degli anni con infaticabile determinazione. “Non ho mai fatto l’avvocato, mi sono ‘accontentato’ di uno stipendio statale e ho fatto dell’insegnamento un impegno a tempo pieno e indeterminato. Il motivo? Serbo il sogno che un giorno, quando non ci sarò più, questa terra vada incontro al meritato riscatto attraverso il lavoro dei giovani che abbiamo formato e che nel frattempo sono diventati magistrati, avvocati, notai”.
A segnare l’attività di docente anche la grande passione per il calcio e l’amore per il Napoli. Nel 1991 il professore fu tra i fondatori dello storico Te Diegum, al vocativo, un convegno nato per omaggiare Diego Armando Maradona all’indomani del suo ritiro a seguito dell’inchiesta per doping. L’anno scorso, poi, la pubblicazione del volume ‘Lezioni di Giuridicità delle regole del calcio’, scritto a sei mani con il prof. Giovanni Martini e l’allievo Mario Paladino. “La passione per il calcio c’è sempre stata ma la svolta, in relazione all’insegnamento, c’è stata nell’anno 2017/2018, quando il Napoli fu letteralmente ‘scippato’ del campionato. Allora compresi che le ingiustizie che vengono perpetrate nell’arbitraggio meritavano uno studio scientifico. Fu istituita così la cattedra di cui rimarrò titolare nonostante il pensionamento”.
Qualcuno direbbe che si tratta solo di sport, ma il prof. di San Luca è fermo nelle sue convinzioni: “Il calcio è una metafora della vita e può essere utile per far avvicinare chiunque al diritto”, afferma, motivando le sue parole con un esempio: “Se vado dal macellaio e mi metto a parlare di leggi, quello neanche mi ascolterà. Ma, se gli parlo di calcio e di un’ingiustizia subita dalla sua squadra del cuore, avrò la sua attenzione. A quel punto potrò motivare le mie parole col diritto, facendogli capire in modo semplice un concetto molto complesso, che verrà ulteriormente diffuso attraverso la sua voce”.
Una voce che continuerà a farsi sentire stentorea quella del prof. di San Luca, perché, come afferma: “L’entusiasmo varca ogni limite d’età, è una questione di predisposizione e dinamismo. Continuerò sempre a portare avanti le mie attività, e lo farò con lo stesso vigore che ha caratterizzato tutta la mia carriera”.
Nicola Di Nardo
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Ateneapoli – n.15 – 2024 – Pagina 24