Al Demi un docente contro le mafie: la storia della militanza del prof. Leandro Limoccia

Al ruolo di docente e ricercatore da anni affianca l’impegno contro le mafie, dalla militanza nei primi gruppi studenteschi fino agli attuali ruoli di presidente di Libera Portici e del Collegamento contro le camorre. Gli studenti possono incontrare il prof. Leandro Limoccia al Dipartimento di Economia, Management e Istituzioni (Demi) dove insegna discipline di area sociologica.
L’impegno del prof. Limoccia ha “radici lontane che partono dal movimento anticamorra degli anni ’80; ero uno di quei ragazzi di 40 anni fa che si sono sporcati le mani ‘in modo pulito’”, afferma.
Nel ripercorrere il percorso che l’ha portato qui oggi, identifica quattro tappe fondamentali e altrettante date. La prima corrisponde al “grande movimento di massa contro la camorra e le mafie negli anni ’80 e ’90 con la partecipazione di una rete di attori diversi, dai movimenti studenteschi, del lavoro, a spezzoni di partito e istituzioni, fino ad associazioni religiose e laiche e un arcipelago di volontari. Provo ancora intense emozioni nel ricordare le drammatiche vicende che hanno portato alla nascita di quel movimento come le uccisioni a Ottaviano dell’avvocato e consigliere comunale Pasquale Cappuccio il 13 settembre 1978, di Mimmo Beneventano, medico, poeta e consigliere comunale del PCI il 7 novembre 1980 e di Marcello Torre, sindaco di Pagani che si oppose alle infiltrazioni mafiose nella ricostruzione dopo il terremoto in Irpinia, l’11 dicembre 1980 per mano di Raffaele Cutolo, fondatore e capo della Nuova Camorra Organizzata”.
In risposta a questi e altri eventi, nasce nel 1982 l’Associazione Studenti Napoletani contro la Camorra, nota come Coordinamento, che si formalizzerà e organizzerà la prima marcia nel 1985, e di cui il prof. Limoccia è stato membro. La seconda tappa, negli anni ’90, riguarda il ‘Forum pugliese, associazione ecopacifista’, di cui era portavoce, e poi l’Osservatorio pugliese contro la mafia con i primi Campi di formazione antiviolenza del 1991. Arriviamo quindi al terzo momento: il 25 marzo 1995 nasce ‘Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie’, cofondata da Luigi Ciotti, presidente nazionale, e da Limoccia, vicepresidente nazionale e responsabile nazionale per la formazione.
L’ultima fase, in corso ancora oggi, inizia il 15 luglio 2005 quando nasce il Collegamento campano contro le camorre G. Franciosi: “Gestiamo, e io sono il referente, il Presidio Libera Portici Teresa Buonocore e Claudio Taglialatela, nella dépendance di Villa Fernandes, bene confiscato alla camorra – racconta il docente – Siamo impegnati nel volontariato su cinque versanti: per una comunità libera dalle mafie, dalla corruzione e dalla cattiva politica; percorsi di cittadinanza responsabile; lotta alle povertà complesse; pace, nonviolenza, mediazione, società multiculturale e convivialità delle differenze e impegno in carcere”. Ma ci tiene a precisare: “Non si tratta di assistenzialismo o ammortizzatori sociali, anche se ovviamente accogliamo il disagio e spesso paghiamo anche le bollette, ma sosteniamo la promozione di un modello partecipato e condiviso con le persone colpite da violenza criminale, i poveri e i volti dei territori”.
Le attività di Libera, infatti, comprendono un impegno svolto in rete con regione, scuole, centri di ricerca, chiese, università, associazioni e gruppi laici e religiosi e imprenditori per “una cura e qualità delle relazioni umane, per chiedere giustizia e diritti fondamentali, per generare economia sociale e lavoro pulito, garantire dignità, cultura e cittadinanza responsabile. Vogliamo essere seminatori di cambiamento”.
Il prof. Limoccia intreccia il suo impegno antimafia alle attività di ricercatore e docente di Sociologia e Sociologia delle devianze, partendo dallo “studio per approdare anche a collegamenti transdisciplinari per meglio comprendere le evoluzioni delle mafie”, spiega. “Ora ci troviamo davanti a profili organizzativi più flessili, le mafie si inabissano e mimetizzano nei Consigli di Amministrazione delle aziende, rinunciando allo stragismo e alla visibilità” e specifica: “Ricerca e Terza Missione hanno un’importanza fondamentale come generatrici di saperi, sviluppo qualificato dal basso e innovazione per educarci all’impegno e all’umanesimo nonviolento che faccia della dignità, convivialità delle differenze e della reciprocità un linguaggio comune”.
Anche quest’anno, a fine ottobre, è previsto il Festival contro le mafie, stavolta sul tema dei contropoteri per “analizzare potere e contropotere nell’età globale di un’umanità cosmopolita e cercare nelle comunità resistenti buone pratiche e strategie come antidoto contro i potenti”.
Eleonora Mele
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Ateneapoli – n.15 – 2024 – Pagina 8

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