L’Assistente sanitario: un professionista per la prevenzione e l’educazione alla salute

L’Assistente sanitario: un professionista per la prevenzione e l’educazione alla salute

Un nuovo Corso di Laurea Triennale al Dipartimento di Medicina sperimentale

Ogni giorno migliaia di pazienti percorrono le corsie degli ospedali, ognuno di essi si appella alla professionalità e alla competenza del personale medico-sanitario. È rassicurante, quando ci si trova in situazioni di vulnerabilità, sapere di poter contare su esseri umani che hanno fatto della tutela del prossimo la propria missione di vita. Ma la medicina, come dice il prof. Marcellino Monda, Direttore del Dipartimento di Medicina sperimentale, “è un settore che muta facilmente ed è per questo che servono figure professionali specifiche, provviste di competenze trasversali all’avanguardia”. È per formare una nuova figura che, a partire dal prossimo anno accademico, presso il Dipartimento, sarà avviato il Corso di Laurea Triennale in Assistenza sanitaria – ora in fase di approvazione da parte del Consiglio Universitario Nazionale – Ma chi è l’assistente sanitario? È come un infermiere o è più simile a un operatore socio-sanitario? C’è un po’ di confusione e si rischia di uscirne disorientati. L’infermiere ha una preparazione specifica nell’assistenza del paziente, con competenze acquisite attraverso la frequenza di un Corso di Laurea in Scienze infermieristiche. All’operatore socio-sanitario non è invece richiesto un titolo di laurea, bensì la frequenza di un corso di formazione. Il suo ruolo è quello di rispondere ai bisogni primari della persona in ambito sanitario e sociale, impegnandosi a migliorare il benessere e l’autonomia dell’assistito. Diversa è la situazione per l’assistente sanitario, figura professionale il cui scopo principale è la prevenzione e il fare informazione. Non è di per sé una figura nuova – il profilo professionale dell’assistente sanitario è stato individuato dal Ministero della Salute nel 1997 –, ma sta conoscendo oggi nuova gloria, anche a seguito della pandemia, che ha reso chiaro quanto una buona educazione alla salute sia auspicabile.

Ma cosa fa l’assistente sanitario? “La Classe di laurea di questo Corso è Professioni sanitarie della Prevenzione, è quindi chiaro che l’attività dell’assistente sanitario non si svolge soltanto in corsia – spiega Monda – Il laureato Triennale in Assistenza sanitaria ha una profonda conoscenza delle patologie, della loro insorgenza e del loro sviluppo, così come dei fenomeni microbiologici che causano la malattia. Gli è richiesto di essere un buon comunicatore, in quanto il suo compito principale è quello di informare la comunità, e può quindi prestare il suo contributo presso istituti, scuole, ospedali, cliniche e aziende private che si occupano di divulgazione in ambito medico, come anche i pazienti che stanno già affrontando il decorso di forme patologiche. Può inoltre dirigere campagne di sensibilizzazione su vari temi, come l’educazione sessuale e la prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili, e individuare percorsi di cura sulla base dei dati epidemiologici. La sua preparazione lo rende però un prezioso alleato anche in laboratorio o in ambulatorio, dove può effettuare vaccinazioni e altri esami clinici. Non c’è un preciso ambito in cui questa figura si possa inserire, ma la sua versatilità gli permette di essere introdotto in qualunque contesto”.

Qual è la sua preparazione? “Lo studente di Assistenza sanitaria ha una formazione molto variegata – prosegue il docente – La formazione di base è comune a quella di tutti i laureati in Professioni sanitarie, con lo studio dell’Anatomia umana, della Fisiologia, della Biologia, della Biochimica e della Medicina. Completano però il profilo del laureato conoscenze trasversali e specifiche, come il Diritto privato, la Sociologia, la Psicologia, la Pedagogia e la Statistica”.

Una figura professionale non facilmente inquadrabile ma essenziale, che risponde a un quesito oggi come mai imperante: “Prevenire è meglio che curare”, come dice Monda. “Spesso i pazienti si recano in ospedale, o si sottopongono a test clinici solo nel momento in cui insorgono i sintomi della patologia. Il compito dell’assistente sanitario è quello di evitare che questo avvenga, promuovendo una vera e propria cultura dell’informazione”. Il richiamo è anche alla recente insofferenza di alcuni verso i vaccini: “Un cittadino informato è un cittadino rassicurato, uno che concede fiducia alle istituzioni e ai medici. Per questo, sebbene questa figura non sia nuova, è oggi più necessaria rispetto a ieri”.
Nicola Di Nardo

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