Addentrandosi dai Balcani nel cuore dell’Europa centro-orientale, non si può fare a meno di imbattersi in una delle lingue romanze impartite presso il Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati che, grazie a un’importante tradizione di studi, rappresentano il fiore all’occhiello dell’Università: il romeno. Molteplici e sperimentali sono le novità che si intende promuovere per far in modo che sempre più studenti si avvicinino a questa lingua. “Abbiamo molte iniziative in programma che in parte tendono a consolidare e, allo stesso tempo, a inverdire quelle già sperimentate negli scorsi anni, con tematiche e riflessioni sempre diverse, aperte al dibattito sull’inclusione, sulla creatività e sulle idee green: temi di cui oggi si sente tanto parlare e che sono in linea con gli obiettivi non solo dell’Unione Europea, ma anche della stessa Romania”. A fornire una panoramica di tutte le attività in corso è la prof.ssa Irma Maria Grazia Carannante, docente di Lingua Romena I alla Triennale e Magistrale. “Insieme al prof. Giovanni Rotiroti e alla prof.ssa Camelia Dragomir, stiamo lavorando, come ogni anno, per cercare di implementare i nostri progetti al fine di suscitare l’interesse di chi intenda realmente lavorare grazie alla conoscenza di questa lingua”, parlata dalla più grande minoranza in Italia. Un team di docenti solido e “molto aperto ad affrontare le questioni relative alla storia, alla politica e alla cultura romena di maggiore interesse da parte degli studenti”. Tra i progetti ultimi, in particolare, ha avuto molto risalto un video pubblicato di recente sulla pagina Facebook ufficiale dell’Ateneo, in cui la docente spiega con attenzione vantaggi e opportunità derivanti dallo studio curricolare del romeno. “In Romania, c’è un altissimo tasso di occupazione, un buon tenore di vita e una costante ricerca di adeguamento ai canoni politici ed economici europei”. Un Paese, peraltro, fortemente interessato alla promozione della sua cultura altrove e dove gli studenti possono compiere un soggiorno fino a 12 mesi, approfittando delle borse messe a disposizione dall’Ateneo. Difatti, “alcuni studenti, dopo essere andati in Romania – grazie ai nostri accordi Erasmus con Bucarest, Cluj-Napoca, TimiÅŸoara, Craiova, IaÅŸi, ConstanÅ£a – hanno deciso di trasferirsi lì e, se l’hanno fatto, un motivo davvero valido deve pur esserci!”.
Seminari e rassegna cinematografica
Anche l’attività seminariale verrà fortemente implementata sul lungo periodo, considerato che “i nostri convegni incontrano l’attenzione sempre più incisiva di nuovi studenti provenienti anche da altri Dipartimenti”. Il prossimo convegno, programmato a dicembre, affronterà il duplice tema di ‘Letteratura e Psicanalisi. L’esilio e il sogno’ e vedrà la partecipazione di “Dumitru Å¢epeneag, Petre Raileanu, Ruxandra Cesereanu e Corin Braga: grandi scrittori e intellettuali che rappresentano la cultura romena anche all’estero”. Nei prossimi mesi verrà, inoltre, replicata un’altra iniziativa che “riscontra sempre molto successo tra i presenti nelle nostre aule: è la rassegna cinematografica romena, attraverso cui gli studenti dei vari Corsi di Laurea riescono sin dalle prime ore a imparare alcune parole di questa straordinaria lingua”.
L’aspetto che più colpisce del video pubblicato dalla cattedra di Romeno è proprio quello di ascoltarne i suoni e riuscire allo stesso tempo a cogliere fattori di similarità con la nostra lingua. Dunque, il romeno è davvero una lingua facile da imparare per studenti italofoni? “Sì! Il video in effetti dimostra, attraverso i sottotitoli, come molte parole romene somiglino all’italiano. Sicuramente a un italofono ciò semplifica l’apprendimento di questa lingua, che poi chiaramente necessita, come per tutte le altre, di uno studio regolare e costante per poter raggiungere alti livelli”. Durante le lezioni, “gli studenti si stupiscono sempre di conoscere già così tante parole romene e spesso chiedo loro di supporre il significato di tutti i termini che incontriamo in aula, come ad esempio: apartament, frigider, spectacol, voce, corp, ecc. Senza eccezione alcuna, tutti già ne intuiscono il significato”. È accaduto proprio durante la prima lezione di Romeno I, qualche giorno fa, che “ci siamo imbattuti in un enunciato in cui erano contenuti i vocaboli paÅŸaport diplomatic. Gli studenti sapevano chiaramente come tradurli in italiano e poi ho chiesto loro: ‘ma avreste mai pensato di sapere già come si dice in romeno passaporto diplomatico?’. La loro risposta: ‘Assolutamente no!’”.
Lingua dall’anima poetica
Ed è l’innata anima poetica custodita dalla lingua l’aspetto che la rende così amata dagli studenti che si indirizzano poi verso la professione di traduttori. Questo perché “come tutte le lingue romanze, il romeno è particolarmente musicale e perciò si presta facilmente alla composizione poetica. Cogliere quest’aspetto, tuttavia, necessita indubbiamente di una conoscenza che vada un po’ oltre quella di base”. Ciononostante, “abbiamo avuto alcuni studenti, molto brillanti, che già dal primo anno sono stati in grado di comprenderne la poeticità ai corsi di Letteratura, tenuti dal prof. Rotiroti, che è stato inoltre il mio professore sia alla Triennale che alla Magistrale”. Grazie al corso di Letteratura Romena si può indagare a fondo la specificità di una produzione “ancora profondamente sconosciuta in Occidente, che riesce sempre ad attrarre un certo numero di studenti per il suo fascino, per alcuni esotico, per altri bizzarro e misterioso”. Tra le altre opportunità offerte, e “che considero sia tra le più valide, vi è il laboratorio di Traduzione letteraria, grazie al quale io stessa, quando ero studentessa, mi sono formata come traduttrice. Come spesso afferma il prof. Rotiroti: ‘il mestiere di traduttore s’impara facendolo, e non solo con l’apprendimento della grammatica’”. Oggi, infatti, “alcuni miei colleghi di allora sono traduttori dal romeno e io stessa ho lavorato con la traduzione, grazie anche ai finanziamenti dell’ICR-Institutul Cultural Român, istituzione pubblica romena la cui missione è quella di rendere nota la cultura romena all’estero, al fine di garantirle visibilità e prestigio”. Non resta, infine, che da apprendere una curiosità: “molte opere romene non sono state ancora tradotte in Italia e restano in attesa del traduttore giusto che le faccia uscire allo scoperto. Chissà se uno dei nostri studenti di oggi diventerà il traduttore di un’opera della letteratura romena domani?”.
Seminari e rassegna cinematografica
Anche l’attività seminariale verrà fortemente implementata sul lungo periodo, considerato che “i nostri convegni incontrano l’attenzione sempre più incisiva di nuovi studenti provenienti anche da altri Dipartimenti”. Il prossimo convegno, programmato a dicembre, affronterà il duplice tema di ‘Letteratura e Psicanalisi. L’esilio e il sogno’ e vedrà la partecipazione di “Dumitru Å¢epeneag, Petre Raileanu, Ruxandra Cesereanu e Corin Braga: grandi scrittori e intellettuali che rappresentano la cultura romena anche all’estero”. Nei prossimi mesi verrà, inoltre, replicata un’altra iniziativa che “riscontra sempre molto successo tra i presenti nelle nostre aule: è la rassegna cinematografica romena, attraverso cui gli studenti dei vari Corsi di Laurea riescono sin dalle prime ore a imparare alcune parole di questa straordinaria lingua”.
L’aspetto che più colpisce del video pubblicato dalla cattedra di Romeno è proprio quello di ascoltarne i suoni e riuscire allo stesso tempo a cogliere fattori di similarità con la nostra lingua. Dunque, il romeno è davvero una lingua facile da imparare per studenti italofoni? “Sì! Il video in effetti dimostra, attraverso i sottotitoli, come molte parole romene somiglino all’italiano. Sicuramente a un italofono ciò semplifica l’apprendimento di questa lingua, che poi chiaramente necessita, come per tutte le altre, di uno studio regolare e costante per poter raggiungere alti livelli”. Durante le lezioni, “gli studenti si stupiscono sempre di conoscere già così tante parole romene e spesso chiedo loro di supporre il significato di tutti i termini che incontriamo in aula, come ad esempio: apartament, frigider, spectacol, voce, corp, ecc. Senza eccezione alcuna, tutti già ne intuiscono il significato”. È accaduto proprio durante la prima lezione di Romeno I, qualche giorno fa, che “ci siamo imbattuti in un enunciato in cui erano contenuti i vocaboli paÅŸaport diplomatic. Gli studenti sapevano chiaramente come tradurli in italiano e poi ho chiesto loro: ‘ma avreste mai pensato di sapere già come si dice in romeno passaporto diplomatico?’. La loro risposta: ‘Assolutamente no!’”.
Lingua dall’anima poetica
Ed è l’innata anima poetica custodita dalla lingua l’aspetto che la rende così amata dagli studenti che si indirizzano poi verso la professione di traduttori. Questo perché “come tutte le lingue romanze, il romeno è particolarmente musicale e perciò si presta facilmente alla composizione poetica. Cogliere quest’aspetto, tuttavia, necessita indubbiamente di una conoscenza che vada un po’ oltre quella di base”. Ciononostante, “abbiamo avuto alcuni studenti, molto brillanti, che già dal primo anno sono stati in grado di comprenderne la poeticità ai corsi di Letteratura, tenuti dal prof. Rotiroti, che è stato inoltre il mio professore sia alla Triennale che alla Magistrale”. Grazie al corso di Letteratura Romena si può indagare a fondo la specificità di una produzione “ancora profondamente sconosciuta in Occidente, che riesce sempre ad attrarre un certo numero di studenti per il suo fascino, per alcuni esotico, per altri bizzarro e misterioso”. Tra le altre opportunità offerte, e “che considero sia tra le più valide, vi è il laboratorio di Traduzione letteraria, grazie al quale io stessa, quando ero studentessa, mi sono formata come traduttrice. Come spesso afferma il prof. Rotiroti: ‘il mestiere di traduttore s’impara facendolo, e non solo con l’apprendimento della grammatica’”. Oggi, infatti, “alcuni miei colleghi di allora sono traduttori dal romeno e io stessa ho lavorato con la traduzione, grazie anche ai finanziamenti dell’ICR-Institutul Cultural Român, istituzione pubblica romena la cui missione è quella di rendere nota la cultura romena all’estero, al fine di garantirle visibilità e prestigio”. Non resta, infine, che da apprendere una curiosità: “molte opere romene non sono state ancora tradotte in Italia e restano in attesa del traduttore giusto che le faccia uscire allo scoperto. Chissà se uno dei nostri studenti di oggi diventerà il traduttore di un’opera della letteratura romena domani?”.
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