Uno degli obiettivi “sviluppare in maniera consistente la nostra offerta di terzo livello”

Asia, Africa e Mediterraneo, Dipartimento di Eccellenza. 

La parola al Direttore prof. Andrea Manzo

Per la seconda volta consecutiva, l’Anvur ha giudicato Asia, Africa e Mediterraneo un Dipartimento di Eccellenza per l’area relativa a Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche. Ben 8 milioni di euro – a tanto ammontano i finanziamenti, suddivisi in tranche annuali di 1.620mila euro l’anno – da spendere nel quinquennio 2023/27. Che significa investimenti in transizione digitale e ambientale, maggiore competitività nella ricerca e un’offerta di terzo livello più professionalizzante. Molto soddisfatto il Direttore, prof. Andrea Manzo, che racconta ad Ateneapoli nel dettaglio le linee guida del progetto vincente e le novità in programma per l’anno appena iniziato. “Due sono i nuclei sui quali ci focalizzeremo – spiega – innanzitutto l’incremento della capacità di attrarre risorse, accedendo a fondi di enti di finanziamento esterni, per riuscire ad essere più competitivi sul fronte della ricerca, sia a livello nazionale che europeo, con particolare focus su tecnologie avanzate e tematiche di storia ambientale. A tal scopo ci doteremo anche di personale specializzato nella progettazione e nella rendicontazione di progetti. In secondo luogo, dopo aver investito sul Dottorato di ricerca nel quinquennio precedente, stavolta abbiamo l’obiettivo di sviluppare in maniera consistente la nostra offerta di terzo livello. Cioè Master, corsi di perfezionamento, summer school, scuole di specializzazione molto professionalizzanti”. Sarebbero già in cantiere iniziative di questo tipo sulla mediazione culturale, su linguaggi specialistici (lessico giuridico e medico per le lingue orientali, per esempio), Master sull’area afgana e sulle Digital humanities. Tutte operazioni rivolte certamente agli iscritti, così come “al mondo economico e imprenditoriale che intende lanciarsi sui mercati orientali”. C’è poi il fronte delle infrastrutture, questione già affrontata con i precedenti fondi, grazie ai quali si è lavorato “su laboratori di applicazioni digitali, di traduzione, linguistica applicata e sul sistema museale di Ateneo. Continueremo, acquistando nuove strumentazioni e creando nuove postazioni per studenti e ricercatori”. Tuttavia, è utile pure tirare le somme sul quinquennio precedente. Tra gli obiettivi principali, infatti, c’erano l’accoglienza di visiting professors e, per questo, l’acquisto di una foresteria. Il primo “è stato raggiunto e i nostri studenti sono stati molto soddisfatti dei corsi di elevata specializzazione che hanno potuto frequentare”, il secondo, invece, “resta ancora una nostra grande aspirazione”. Il perché il Dipartimento non sia riuscito nell’acquisto è presto detto. “Ci siamo dovuti confrontare con la complessità cui va incontro la pubblica amministrazione quando cerca di acquistare immobili, ma soprattutto con le difficoltà del mercato. La grande espansione turistica di Napoli rende difficile trovare strutture in centro configurabili come recettive”. Le alternative sarebbero la trasformazione di un’ala di un immobile già in possesso dell’Ateneo, “ma è assai complesso, data la carenza di spazi”, oppure l’acquisto di “appartamenti di piccola pezzatura, da destinare ai colleghi stranieri”. Queste difficoltà fanno il paia con un episodio increscioso accaduto di recente: il crollo di parte della controsoffittatura all’interno dell’Aula delle Mura Grechea Palazzo Corigliano, sede del Dipartimento. Che, da allora – parliamo di dicembre – è ancora in fase di messa in sicurezza. “La ditta lavora bene. Sta sostituendo tutta la controsoffittatura, con materiali migliori, che dovrebbero garantire una maggiore resistenza”. L’idea, poi, di dirottare una parte dei fondi dell’Eccellenza sull’edilizia non è praticabile: il Mur chiede infatti di investire in ricerca e didattica di elevata qualificazione. Oltre il prestigioso riconoscimento ottenuto dall’Anvur, Asia, Africa e Mediterraneo si appresta anche alla modifica degli ordinamenti dei propri Corsi di Laurea. Cambiamenti formali e sostanziali, tangibili già a partire dal prossimo anno accademico, per due dei quattro percorsi offerti. Quelli di antichistica (Civiltà Antiche e Archeologia: Oriente e Occidente; Archeologia: Oriente e Occidente) proporranno una nuova offerta e cambieranno anche denominazione. Diminuiranno i curricula e sarà possibile fare maggiore accostamenti, sia alla Triennale che alla Magistrale. Questo per consentire ai ragazzi di cucirsi addosso il proprio vestito ideale, senza schemi rigidi”. Verranno introdotte nuove discipline areali – come nel caso di Anatolistica, già nei piani studi – e legate alla transizione digitale e ambientale. In più, soprattutto alla Magistrale, agli iscritti verrà chiesto di ottenere un certo numero di ore di tirocinio. “Così, i laureati avranno già delle ore certificate da sfruttare per accedere agli albi dei professionisti del settore”. La revisione dell’offerta formativa riguarderà anche gli altri due Corsi di Laurea, Lingue e Culture Orientali e Africane e Lingue e culture dell’Asia e dell’Africa, ma entreranno in vigore nel 2024/25.

Claudio Tranchino

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