Le discipline del primo anno, come affrontarle

Alla Siegi (Scuola interdipartimentale di Economia e Giurisprudenza) i corsi del primo semestre procedono a gonfie vele e l’ambientamento delle matricole sembra a buon punto.
ECONOMIA AZIENDALE. “I ragazzi seguono e partecipano con interesse”, afferma il prof. Loris Landriani, docente di Economia Aziendale per la Triennale omonima (gruppo A-D). L’aumento degli iscritti rispetto agli anni precedenti è gestibile: “Abbiamo superato le 200 unità per cattedra, ma le aule sono abbastanza capienti da garantire un posto a tutti”. Tuttavia, alcune difficoltà restano. Per esempio: il carico di lezioni: “Ho notato un leggero calo nella frequenza, forse prematuro. Le lezioni iniziano alle 8.30 e possono terminare dopo le 16.00, per chi non abita in città questi orari possono risultare pesanti. Però è solo questione di abitudine”.
Sul piano del programma, non ci sono cambiamenti, anche se sono state “ampliate molto le esercitazioni. Se anche quest’anno riusciremo a trovare spazio, confermerò l’incremento della parte pratica, che considero essenziale”. Il pragmatismo è fondamentale per Economia Aziendale, però a causa dell’elevato numero di studenti “è difficile adottare nell’insegnamento metodologie innovative. Credo che sia più importante far accendere il cervello ai ragazzi. I concetti sono semplici, partecipando attivamente alle lezioni si riduce molto lo studio individuale”.
Al primo anno, l’obiettivo è “fornire un metodo di studio di base. Solo così, in seguito, si potranno introdurre tecniche didattiche più sofisticate”. La frequenza regolare “è indispensabile per arrivare preparati all’esame. Ci concentriamo su argomenti chiave che saranno oggetto di verifica, tenendoli bene a mente sarà possibile ottenere voti alti senza difficoltà”. Sulle prove intercorso, Landriani precisa: “Sono l’unico docente del primo semestre a non prevedere una prova intermedia. Questo perché, se tutti adottassimo questo metodo, i ragazzi non riuscirebbero a organizzarsi, come abbiamo constatato negli anni”. La parola chiave per ottenere buoni risultati è la “continuità. Bisogna maturare l’idea che è necessario studiare poco ma con costanza, anche solo mezz’ora al giorno per ogni materia. Certo, l’inizio è in salita, ma superato il primo semestre tutto diventa più semplice. Chi interiorizza questo concetto va avanti senza problemi”.

Seguire il corso “è un investimento”

Anche per il prof. Antonio Thomas, medesima cattedra (gruppo E-N), è necessario seguire con attenzione “perché si comprendono molte cose che non sono presenti sui libri di testo. Ogni docente, poi, enfatizza alcune parti del programma, oltre a soffermarsi su quelle che sono le conoscenze di base imprescindibili. Seguire il corso è quindi un vero investimento”.
La vita universitaria è “un’esperienza bellissima. Con strutture all’avanguardia e funzionali, una grande percentuale di studenti stranieri e un’equilibrata presenza di studentesse e studenti, si è doppiamente motivati a seguire. Si creano gruppi e amicizie che dureranno per tutta la vita”. Un suggerimento utile: “studiare in gruppo, aiutarsi e condividere informazioni. Si trae un grande vantaggio”. Per rendere il percorso più coinvolgente, il docente si è già messo all’opera: sono previste testimonianze aziendali durante il corso. Un’attività che rientra anche nell’ambito “placement che tutto il corpo docente cerca di portare avanti, stringendo contatti con le aziende interessate ad assumere i nostri ragazzi”.
In programma presso la cattedra di Economia Aziendale, Triennale in Management delle Imprese Internazionali, una serie di seminari con ospiti docenti internazionali di Public Management e Business Administration”, anticipa il prof. Paolo Esposito. Il quale ha in serbo un’altra interessante novità, in quanto “Coordinatore nazionale del Gruppo di Studio sul ‘Falso in Bilancio’ in Italia, all’interno della società scientifica SIDREA (Società italiana dei docenti di Ragioneria ed Economia Aziendale)”, che coinvolge attivamente gli studenti: “costituire il primo piccolo Osservatorio italiano sul falso in bilancio composto da studenti”. Lo scopo: “insegnare alcune prassi di alterazione delle comunicazioni nello spazio del bilancio affinché, in maniera permanente, dal primo fino agli ultimi anni, e anche dopo l’università, i ragazzi possano presidiare queste tematiche e divenire da spettatori veri e propri protagonisti strutturando riflessioni e proposizioni in merito”.

Prove intercorso a Diritto Privato

DIRITTO PRIVATO. Altra prova che attende gli studenti del primo anno è l’esame di Diritto Privato. “Per fortuna le nuove generazioni di studenti sono motivate e nutrono grande interesse. Ciò che arriva è un feedback positivo che ci rende felici”, afferma la prof.ssa Lourdes Fernandez Del Moral Dominguez, titolare di cattedra per le due Triennali in Economia Aziendale e Management delle Imprese Internazionali.
Agli studenti “consiglio sempre di fare un piccolo sforzo e provare a seguire anche quando si è occupati nella preparazione delle prove intercorso”. La prima parte del corso si è focalizzata proprio sulla “pianificazione di questo primissimo esame che gli studenti dovranno a breve sostenere”. Tante le nozioni e i concetti da trasmettere, proprio per questo l’invito è quello di superare il timore del docente e porre domande: “Sono sempre disponibile sia prima che dopo la lezione, oltre che durante la pausa, per poter discorrere con gli studenti e risolvere ogni problema. Poi ci sono ovviamente gli orari di ricevimento”. Quello che si richiede a ragazzi poco più che diciannovenni è uno sforzo non da poco ma “quando saranno finalmente entrati nell’ottica giusta, lo studio strategico che si richiede in ambiente accademico, apparirà tutto più semplice”. Più avanti, tempo permettendo, saranno possibili testimonianze in aula.
Codice Civile alla mano e linguaggio tecnico: il vademecum dello studente diligente per il prof. Vincenzo Maria Cesaro (Diritto Privato, Management delle Imprese Internazionali, gruppo A-G). Il consiglio agli allievi: “confrontatevi e fatevi assistere dai nostri collaboratori per arrivare alla prova intercorso, ma ancora di più agli esami che saranno orali, con una certa consapevolezza della vostra preparazione”.

A Matematica esercitazioni e tanto materiale cui attingere

MATEMATICA APPLICATA. “Metodi di Matematica applicata è un esame quantitativo – dice la prof.ssa Francesca Perla (Economia Aziendale, gruppo A-D) – dunque la sua riuscita dipende molto anche dal punto di partenza degli studenti. Anche se attraverso il precorso di Matematica abbiamo cercato di omogenizzare le conoscenze”. La docente tranquillizza: “il numero di studenti che supera questo esame si è accresciuto considerevolmente negli anni”.
Ciò grazie “alle continue esercitazioni svolte in aula e la messa a disposizione per gli studenti di un materiale sterminato a cui possono attingere dalla piattaforma learning di Ateneo, fortemente voluta dal Rettore e dal Prorettore alla Didattica. Schede di approfondimento, slides del corso, prove intercorso degli anni precedenti e tanto altro per sostenere la loro preparazione”. Lo scambio di materiale avviene anche “tramite un gruppo teams che ho creato per agevolare l’interazione con gli studenti e per chiarire eventuali dubbi”. A sostegno di un esame che potrebbe a primo impatto sembrare ostico anche il tutorato, il quale “verrà attivato sicuramente anche quest’anno”.
È nelle mani dello studente, però, la capacità di “sapersi organizzare. Ai miei nuovi studenti suggerisco: fingete di essere ancora a scuola e studiate giorno per giorno ciò che viene spiegato a lezione. La matematica è come un filo; se si perde un pezzo diviene difficile il raccordo tra le parti”.
La prova intercorso per la prof.ssa Mariafortuna Pietroluongo – Metodi di Matematica applicata, Management delle Imprese Internazionali – “costituisce una grandissima opportunità che bisogna cogliere, in quanto riduce di molto il carico complessivo dell’esame e permette di entrare in contatto con la materia da subito”. Questo però non significa tentare la fortuna, perché “bisogna arrivarvi preparati con l’obiettivo di raggiungere ottimi risultati. Questo mi sembra un concetto ben radicato in tutti gli studenti che anche confrontandosi tra di loro, con studenti di altri anni e con i rappresentanti, hanno ben compreso lo scopo di un percorso universitario di qualità”.
E se non dovesse andare bene? Nessun timore: “si potrà comunque affrontare l’esame regolarmente ad inizio sessione con una consapevolezza in più, il che apporterà comunque vantaggi e agevolazioni”. Infine, un monito: “fidatevi di noi professori, ascoltate le nostre esposizioni e il lessico usato, che è ciò che vi verrà richiesto. Questa la strada, in generale, per superare l’esame con successo”.
Giovanna Forino
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Ateneapoli – n.16 – 2024 – Pagina 36-37

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