Definire una volta e per tutte l’organizzazione della didattica: un punto di convergenza tra i due programmi
Ufficiali i nomi dei candidati che si propongono per il dopo Staiano, in scadenza di mandato, alla direzione del Dipartimento di Giurisprudenza: sono il prof. Massimiliano Delfino, Diritto del Lavoro, e la prof.ssa Carla Masi, Diritto Romano, che condivideranno la corsa al vertice, a quanto pare, fino al 18 novembre, data in cui il Consiglio di Dipartimento dovrebbe essere finalmente chiamato al voto. Ognuno dei candidati ha le proprie (e ben chiare idee) su quali saranno gli obiettivi da perseguire, in caso di elezione, ma all’analisi spicca in particolare un punto di convergenza: definire una volta e per tutte l’organizzazione della didattica.
Annualità o semestralità, va trovata una soluzione al calo delle immatricolazioni. “Dobbiamo rassicurare i nostri iscritti e i potenziali studenti con una calendarizzazione dei corsi che venga incontro a tutti”, così commenta il prof. Delfino, che sostiene la necessarietà di “un’assemblea sulla didattica che metta un punto alla questione corsi: o tutti semestrali, con un carico di ore diverse, o lasciamo la formula mista, con l’annualizzazione degli esami da più di 12 crediti”.
Dal terzo al quarto anno, momento critico
Quella del confronto è la via da percorrere anche per la prof.ssa Masi: “bisogna coinvolgere tutte le componenti del Dipartimento e studiare una soluzione tutti insieme”. Per lei, parlare di annualità oggi “è forse un po’ anacronistico anche se, sicuramente, è un’esigenza che sorge per alcune materie con un’assimilazione più graduale nel tempo. Ma potremmo pensare a semestri diversificati, che non si riducano a un bimestre”. Alle riforme apportate finora, aggiunge, “credo si sarebbe dovuto dare un po’ più di tempo, una sperimentazione un po’ più lunga: per uno studente che ha appena iniziato, un cambiamento così repentino è destabilizzante”. In ogni caso, l’esigenza primaria è “fare chiarezza ed essere più comunicativi, a partire dal sito web del Dipartimento: il primo punto di informazione per gli studenti che si vogliono iscrivere. Che sia chiaro, attrattivo e anche competitivo”.
Lo spettro della ‘dispersione’ degli iscritti torna a bussare alle porte di Giurisprudenza a cavallo tra il terzo e il quarto anno: un momento critico, probabilmente per via della concentrazione di alcuni tra gli esami considerati i più difficili dell’intero percorso di laurea. A questo proposito, il prof. Delfino avanza una proposta di redistribuzione: “ci sono degli esami-scoglio, è vero. Non vanno semplificati, perché sono fondamentali nel percorso, ma possiamo lasciarne uno al terzo e spostarne un altro al quarto, per alleggerire, o prevedere un orientamento mirato sia con i colleghi di quelle materie sia, con un piccolo investimento, elaborare un tutorato più specifico, anche con l’aiuto dei nostri laureati, che potrebbero affiancare i più giovani, a piccoli gruppetti”.
Mettere a sistema le tante iniziative delle cattedre
Migrando, invece, sul tema delle attività didattiche, è determinata la prof.ssa Masi nel voler “istituzionalizzare le tante e interessanti attività che ogni anno vengono organizzate ma che, lasciate all’iniziativa dei singoli docenti, rimangono confinate nell’ambito della cattedra. Vanno tutte messe a sistema: a partire dalle moot competition e i processi simulati di tribunali nazionali o internazionali”. Rilancia il prof. Delfino, con un ripensamento delle iniziative del Job Placement: “coinvolgere le aziende, per non dimenticare gli sbocchi nel privato” è la sua missione, da affiancare ad un impegno anche verso le professioni legali tradizionali, rispetto alle quali “vorrei favorire il dialogo con i grandi studi del Paese e porre in essere un tentativo di riforma della Scuola per le Professioni Legali, oltre a prevedere dei corsi di perfezionamento per i concorsi pubblici tradizionali”.
Punta in alto, anzi all’Eccellenza, la prof.ssa Masi: “Vorrei raggiungere quegli indicatori standardizzati di performance dipartimentali che ci permetterebbero di entrare tra i 350 Dipartimenti statali italiani che potranno concorrere al titolo di Eccellenza”, un’opportunità che potrebbe portare a Giurisprudenza interessanti finanziamenti, da investire soprattutto nell’ambito della ricerca, sposando la filosofia per cui “il Dipartimento deve restare se stesso, ma deve comunque essere competitivo verso il futuro e deve affrontare nuove sfide, sia nella ricerca che nella didattica innovativa”.
Infine, nei punti del prof. Delfino un pensiero è rivolto anche agli studenti del Corso Triennale in Scienze dei Servizi Giuridici, specialmente al curriculum di ‘Giurista del terzo settore’ che, negli ultimi tempi, ha registrato il numero più basso di adesioni: “o lo rilanciamo, tramite convenzioni, o lo sostituiamo con un curriculum che potrebbe essere più appetibile per il mercato e che possa, dunque, favorire l’inserimento lavorativo degli studenti, magari puntando sulle competenze digitali”.
Giulia Cioffi
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Ateneapoli – n.16 – 2024 – Pagina 6