Fermento culturale tra le mura di Palazzo Pacanowski. Nelle giornate del 30 e 31 maggio l’associazione studentesca Parthenope Unita, grazie ad un bando emanato in precedenza dall’Ateneo per le attività culturali e sociali, si è resa promotrice di un ciclo di seminari inerenti ad una doppia tematica: la mentalità mafiosa e la sua evoluzione nel tempo e la sensibilizzazione sull’arte teatrale e la parità dei sessi attraverso l’analisi del personaggio di Filumena Marturano. Linee di indagine diverse ma unite dalla volontà di lanciare un messaggio su questioni di attuale e inderogabile rilevanza.
A discorrerne i tre rappresentanti degli studenti responsabili, membri dell’Associazione Parthenope Unita: Antonio Gravina, referente per la giornata del 30 maggio ‘Le loro idee camminano sulle nostre gambe. La mentalità mafiosa e la sua metamorfosi nel tempo’, Clelia Salsano, referente per la giornata del 31 maggio ‘Emancipazione e resilienza. Filumena Marturano emblema della forza delle donne’, e Giovanna Fiume, realizzatrice delle grafiche degli eventi.
Per Antonio, l’idea di un convegno che avesse per oggetto la problematica delle mafie nasce molti anni addietro: “Sono da sempre stato appassionato dal mondo della giustizia e mi ritengo onorato di aver potuto dare vita, grazie all’aiuto dispensato dall’Ateneo, dal Rettore e dalla prof.ssa Carla Pansini, ad una giornata interamente dedicata ad un fenomeno su cui vi è il bisogno costante di fare luce”. Fare luce è infatti la sola condizione necessaria affinché si possa entrare in gioco per sconfiggere questa piaga sociale. “La lotta alla mafia deve essere, così come la intendevano i giudici Falcone e Borsellino, un movimento culturale e morale che tutti noi, nel nostro piccolo, abbiamo il dovere di portare avanti perché è un qualcosa che ci coinvolge interamente in quanto persone e cittadini”.
E tra il ricordo sempre vivo di personalità eminenti, veri e proprio eroi come Don Peppe Diana, Giancarlo Siani, Maurizio Costanzo, Peppino Impastato, e l’ascolto dei familiari delle vittime bianche del sistema mafioso, la luce è stata fatta, più brillante che mai. “La commozione dei ragazzi presenti in aula e la loro viva partecipazione anche nella sezione dedicata alle domande, ha decretato il successo di tutta l’iniziativa che si è conclusa con il grido di un celebre monito di Peppino Impastato unito ad una frase di Maurizio Costanzo: ‘la mafia made in Italy è una montagna di m*rda’”.
Veicolare mediante il teatro, nell’ambito accademico, il tema dell’emancipazione femminile è stato invece per Clelia “un modo per accrescere il valore di un testo come quello di Filumena Marturano e per diffonderne ancora più esponenzialmente i suoi messaggi”. Vestendo i panni dell’unica protagonista femminile del teatro eduardiano in una vera e propria rappresentazione scenica, Clelia ha potuto “incarnare la forza di una donna che ingloba in sé caratteristiche sia femminili che maschili e che attraverso la forza dei suoi dialoghi e dei suoi gesti riesce a scardinare le fondamenta di un sistema patriarcale, guadagnandosi il suo posto all’interno di una società che vuole relegare ai margini, tra le mura della sola vita domestica, la figura della donna, divenendo allo stesso tempo simbolo del linguaggio materno e dell’emancipazione femminile”.
Una lotta che per le donne si mette in campo ancora oggi, e che secondo la studentessa bisogna affrontare sempre a testa alta: “Ribadendo i concetti esposti durante il convegno, rivolgo un augurio a me stessa e a tutte le donne del mondo, che è quello di non piegarsi mai al cospetto di chi vuole farci sentire piccole e impotenti. C’è una Filumena Marturano in ognuna di noi, e spero che tutte, prima o poi, possiamo trovare il suo coraggio di vincere le nostre paure per emergere e per realizzare i nostri sogni”.
Giovanna sottolinea la rappresentazione di due realtà, di due battaglie vinte grazie alla forza della “comunicazione di una squadra di rappresentanza unita nel proponimento di essere la voce dei giovani”. Eventi come questi, conclude, “dimostrano come la volontà e l’impegno di uno studente sia il primo vantaggio competitivo per il sistema universitario. Ci auguriamo che il Rettore e l’Ateneo si battano sempre per donare la possibilità di coinvolgere noi studenti in queste opere di sensibilizzazione”.
Giovanna Forino
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Ateneapoli – n.10 – 2024 – Pagina 33