Prove di fine corso, progetti e business game: si avvicinano gli esami

Prove di fine corso, progetti e business game: si avvicinano gli esami

A Palazzo Pacanowski, la casa degli aspiranti economisti e giuristi, il semestre di lezioni sta per concludersi, lasciando il posto alla sessione estiva di esami. Per gli studenti è tempo di convogliare tutte le energie sulle sudate carte. Che siano dispense, eserciziari o power point con progetti. Valeria Marra, al primo anno della Magistrale in Amministrazione, Finanza e Consulenza Aziendale (AFCA), deve innanzitutto fronteggiare alcune prove di fine corso (attende i risultati di Scelte di portafoglio e a fine maggio sosterrà quella di Metodi matematici per l’analisi finanziaria e strategica) che, “se superate con successo – spiega – alleggeriranno il programma all’orale. Alcuni professori le consentono anche ai non corsisti, come me”.

Servono solide basi di matematica e statistica, commenta. E aggiunge: “Il primo anno di AFCA, in realtà, è abbastanza pesante perché convoglia gli esami più impegnativi. È una novità di quest’anno, introdotta per agevolarci alla fine del percorso, quando dovremo pure scrivere la tesi”. Anche Roberta Marrocco e le sue colleghe, terzo anno di Management delle Imprese Internazionali, sono alle prese con una novità: “Analisi di scenario, un nuovo insegnamento tenuto da un docente esterno, Leopoldo Nascia, ricercatore all’Istat. Fa parte del percorso Consulente per l’internazionalizzazione, attivato quest’anno per la prima volta con il nuovo ordinamento”.

Le studentesse stanno dando gli ultimi ritocchi al progetto di fine corso: “Uno studio di scenario aziendale a seguito di un investimento o dell’ingresso in un altro mercato. Noi abbiamo preso come esempio l’azienda Lindt e immaginato l’introduzione di un nuovo prodotto, una barretta di cioccolato proteica. Per questo esame ci sarebbero servite delle basi più consistenti e magari un libro di testo su cui studiare”. Roberta è a quattro esami dalla laurea: “Spero di finire entro la sessione”. Alla collega Martina Romano, invece, occorre altro tempo: “Ahimè, devo recuperare Diritto Commerciale con il prof. Renato Santagata De Castro. Ma penso di lasciarlo alla fine”.

Come molti dei suoi colleghi, Pasquale dell’Aversano, al terzo anno di Giurisprudenza, è intenzionato a partire con il botto: “Diritto Commerciale, il collo di bottiglia del nostro anno. È un esame analitico, suddiviso in macrocategorie, all’interno delle quali bisogna andare ad assimilare i dettagli per collegarli tra loro. Si parte dall’imprenditore, poi l’impresa, le società di persone e di capitali, la crisi. Il programma è vasto e non si può mai dire cosa chiederà il docente. Sulla prima parte abbiamo sostenuto una prova intercorso che nel mio caso è andata bene, ma non è stata il massimo”. Quando arriva il momento dell’esame tosto, “lo si affronta, dedicandovi il tempo che serve”. Sul voto, dice, “preferisco non fossilizzarmi. Punto al titolo finale, ma sicuramente fa piacere togliersi qualche soddisfazione”.

Pianeta matricole

Al primo anno di Economia Aziendale le matricole hanno stilato il proprio calendario, tenendo conto delle valutazioni intermedie e della personale affinità con le varie materie. Emanuele D’Elia rischierà “cominciando con Microeconomia, l’esame che considero più difficile. Svolgeremo la prova di fine corso il 26 maggio, tre esercizi e cinque domande aperte, su curve dei costi e teoria del produttore. Tanto vale concludere subito con l’orale. Il 14 giugno, invece, c’è il primo appello di Diritto Pubblico. Lo preferisco a Microeconomia perché con le materie orali sono a mio agio”.

Claudia Di Marzo sfoglia una dispensa in aula studio: “Sto cercando di recuperare rapidamente alcune lacune di Micro e Diritto Pubblico prima dell’inizio della sessione, il 5 giugno. Mi è bastato saltare qualche lezione per perdermi. Vengo da un liceo linguistico e non ho familiarità con queste materie”. Angela Graziato è in una fase di stallo: “Devo recuperare prima Diritto Privato dello scorso semestre”, chiarisce. Ha una dispensa sulle ginocchia, “sto sottolineando il capitolo sull’autonomia regionale per confrontarlo con gli appunti della lezione e cercare di identificare concetti chiave e termini tecnici. Non è facile”. “Anche io non ho sostenuto Diritto Privato – prosegue la sua collega Carmen Drippa Avevo paura di non superarlo e così l’ho saltato a piè pari”.

Riccardo Vallefuoco, invece, sembra avere le idee più chiare: “Inizierò con Diritto Pubblico, visto che ho passato la prova intercorso, poi completerò la seconda parte di Diritto Privato e, infine, mi concentrerò su Economia e gestione delle imprese. Si sofferma su quest’ultimo: “Spero che ai fini del voto finale conti il business game propostoci dalla docente. Abbiamo iniziato a giocare ad inizio maggio, divisi in gruppi da quattro. Ogni gruppo rappresentava un’azienda e a me spettava il compito di occuparmi degli aspetti di produzione. Dopo le prime giocate ho dovuto recuperare la situazione di svantaggio che si era creata, pianificando meglio gli ordini e cercando di ridurre i costi sul lungo periodo. Mi sono divertito e, in questo modo, ho fissato il programma”.

Fa i calcoli con il Diritto anche Assunta Abbundanza: “Al primo semestre non ho passato Privato, ma vorrei evitare di lasciarlo indietro altrimenti mi bloccherò con Commerciale al secondo anno”. Ha apportato qualche correttivo al suo metodo di studio: “Ho imparato a ripetere di pari passo con le lezioni. Adesso sto cercando di ripassare le formule matematiche e i grafici di Microeconomia, funzionali allo scritto, e il programma di Diritto Pubblico perché non ho una buona memoria e mi confondo ancora tra gli argomenti”. Corso afferente ad un’altra area, medesimo scoglio. Microeconomia è un tarlo anche per le matricole di Management delle Imprese Turistiche. Elisa Buono sta studiando dall’inizio del semestre, “ma non ho ancora deciso quando darlo. Praticamente è tutta matematica e proprio Matematica, allo scorso semestre, non l’ho superato. Ho capito abbastanza bene le teorie del consumatore e del produttore, però non riesco ad applicarle agli esercizi”.

Ciro Iazzetta, invece, ha cominciato l’ultimo ripasso della grammatica inglese: “Il prof. Gabriele Basile ci ha proposto un test scritto come pre-appello a inizio giugno, in modo da semplificare l’orale. È una buona idea perché la grammatica è quella basilare, semplice, mentre all’orale dovremo leggere e commentare dei testi in lingua sul turismo e io so che avrò qualche difficoltà, in particolare per il lessico e la pronuncia”.
Carol Simeoli

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