I cosmologi più importanti al mondo alla Scuola Superiore Meridionale

Alcuni tra i cosmologi più importanti del mondo alla Scuola Superiore Meridionale (SSM). Sono 40 i ricercatori senior e junior che si sono riuniti dal 21 maggio ad oggi, mentre andiamo in stampa, per il primo CosmoVerse Workshop, un progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea per favorire la collaborazione tra cosmologi osservativi e teorici, studiosi di fisica fondamentale. L’iniziativa è stata organizzata dall’area Space della SSM e dalla Cost Action Cosmoverse. La tematica: la cosmologia osservativa, che “mette in comunione gli altri due aspetti, la parte sperimentale e la cosmologia teorica”, ha detto ad Ateneapoli la prof.ssa Micol Benetti, promotrice del workshop assieme al prof. Salvatore Capozziello della Federico II.

Questo perché, prosegue la docente, l’intento generale è “comprendere l’universo e, per questo, formulare un modello di evoluzione dai primissimi istanti fino ad oggi. Abbiamo fondamenti teorici importanti come la Relatività generale e Fisica fondamentale, ma vorremmo arrivare a descrivere ciò che non vediamo. Disponiamo di una quantità di osservazioni cosmologiche e astrofisiche eccezionali grazie ai tanti satelliti in orbita che consentono di avere informazioni a scale differenti, cioè da poche migliaia di anni dopo il Big Bang ad oggi, per intenderci, e tutto questo ci darà dei test sui modelli cosmologici della fisica teorica”. Ed è così che si arriva a comprendere meglio il ruolo della cosmologia osservativa: “testa tali modelli”.

Il taglio specifico della discussione è sulle cosiddette “tensioni cosmiche”, oggetto di indagine da vent’anni nella comunità di studiosi. “Non riusciamo a comprenderne il significato più profondo. La più famosa di queste è la tensione sulla costante di Hubble. Ad oggi, il modello cosmologico standard è il migliore che possiamo costruire. Utilizzando dati cosmologici prevede che l’universo debba espandersi a un certa velocità, tuttavia informazioni che abbiamo da supernovae ci indicano che questa tassa di espansione è significativamente differente. Al momento non sappiamo se ci siano degli errori.

Tutto questo è stato motivo di indagine della due giorni: al mattino c’è stata una serie di interventi, al pomeriggio tutti noi ricercatori ci siamo dedicati a discussioni in piccoli e grandi gruppi su diverse tematiche”. Tra l’altro, come in tutte le occasioni, anche in questo caso CosmoVerse ha creato uno spazio di divulgazione aperto al pubblico non specialistico, dal titolo ‘Galassie e Materia Oscura: un universo in tensione’, tenuto nell’Aula Magna della Meridionale, con la partecipazione della dott.ssa Matilde Signorini (Agenzia Spaziale Europea, ESTEC, Paesi Bassi) e il prof. Vincenzo Salzano (Università di Stettino, Polonia). Naturalmente, tra i relatori della prima parte dell’evento c’è stata la stessa Benetti, prima Associata delle recente storia della Scuola.

“Mi sono formata a Roma fino al dottorato, sulla cosmologia, un pallino che ho sempre avuto. Dopo mi sono trasferita all’estero, sono stata quattro anni presso l’Osservatorio Astronomico di Rio de Janeiro, in un gruppo incredibile guidato dal prof. Jailson Alcaniz, uno dei più conosciuti nell’ambito. Per la prima volta lì ho iniziato a maneggiare i dati e, pur partendo da un background molto teorico, alla fine sono diventata una cosmologa osservativa, cioè testo modelli cosmologici-teorici con i dati osservativi. Ed è una doppia sfida: da un lato devo trovare il modello che riesca a descrivere l’espansione dell’universo e, dall’altro, riuscire a maneggiare dati sempre aggiornati. Il tutto per risolvere le già citate tensioni, in particolare la tensione H0, ci lavoro ormai da dieci anni.

Nel 2018 sono tornata a Napoli con un progetto importante: testare le teorie di gravità modificata con dati cosmologici – un lavoro pionieristico perché nessuno si è mai azzardato fino a quel momento a modificare questi codici numerici molto complicati con teorie fondamentali. Da lì ho iniziato a collaborare con il prof. Capozziello e mi sono appassionata alla missione della Scuola, in particolare all’area Space, che ha compiuto cinque anni e conta più di 50 studenti di dottorato, quasi una decina di assegnisti. Siamo un gruppo molto attivo, dinamico e trasversale composto da fisici, matematici, ingegneri”.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n. 9 – 2025 – Pagina 26

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