“Il turista culturale è colui che va alla ricerca dell’aspetto autentico dei luoghi”

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Laboratorio di Geocritica al Dipartimento di Lettere

La scoperta del territorio non passa solo per i beni culturali materiali, ma anche e specialmente per quelli immateriali. Storie, testi, vecchie leggende, resoconti di artisti e viaggiatori, film: narrazione, insomma. La seconda edizione del Laboratorio di geocritica, Luoghi campani tra testo e schermo del Dipartimento di Lettere e Beni culturali e curato dai docenti Francesco Sielo e Lucia Di Girolamo, si propone lo scopo di accompagnare gli studenti nel loro percorso di acquisizione degli strumenti necessari per il landtelling, cioè la narrazione del territorio. Il progetto, che si muove nell’ambito del laboratorio dipartimentale Officina di testi e del progetto europeo Campania Landtelling, “ha come scopo ultimo quello di agevolare gli studenti nell’inserimento del mondo del lavoro attraverso il landtelling, che costituisce un nuovo modo di pensare il turismo culturale”, come ha spiegato il prof. Sielo. Ancora tre gli incontri che si terranno, quelli dei prossimi 19 e 26 maggio e del 3 giugno, i quali consentiranno ai 30 studenti (15 per la Triennale in Lettere e 15 per la Magistrale in Filologia classica e moderna) non solo di acquisire 2 crediti formativi al termine delle attività, ma di entrare in contatto con una realtà che pone al suo centro non i monumenti più conosciuti, bensì quelli che nella narrazione occupano posizioni periferiche. “I luoghi hanno da sempre un ruolo preminente nelle manifestazioni artistiche – ha continuato Sielo – Nella nostra opera di valorizzazione dei luoghi, cerchiamo di incentivare una corrente di turismo sostenibile che si opponga a quello di massa. Il turista culturale è colui che va alla ricerca dell’aspetto autentico dei luoghi, attraverso le rappresentazioni culturali. Magari ha già visto un film o letto un libro e adesso vuole vedere con i propri occhi i luoghi narrati. Identificativi possono essere i lavori di Michele Prisco, come ‘La provincia addormentata’ o quelli di Carlo Bernari. Ma non solo, un esempio di come i beni culturali immateriali producano degli effetti su quelli materiali è rappresentato da ‘L’amica geniale’ di Elena Ferrante, che ha provocato veri e propri esodi verso i luoghi delle riprese”. Il laboratorio si pone quindi l’obiettivo, anche attraverso scritti di autori famosi come Pasolini, di fornire chiavi interpretative e critiche riguardo ai luoghi, così da apprendere le migliori metodologie di narrazione per la valorizzazione del territorio. Anche luoghi tristemente noti, come Scampia, hanno conosciuto e stanno conoscendo opere di riqualificazione grazie all’attenzione ottenuta dalla letteratura e dalla cinematografia: “Io mi occupo della parte letteraria – ha spiegato ancora il docente – mentre la prof.ssa Di Girolamo cura la parte cinematografica. Insieme agli studenti abbiamo analizzato il caso di ‘Gomorra’, sia nella sua versione letteraria che cinematografica, alla ricerca di quegli elementi utili alla comprensione della realtà di un territorio segnato da dinamiche molto complesse”. L’obiettivo del progetto Campania Landtelling è la creazione di un archivio digitale che contenga il materiale raccolto dagli studenti e liberamente consultabile. Gli studenti dovranno, a questo proposito, non soltanto dedicarsi allo studio e alla raccolta di materiale, ma anche alla schedatura di testi e film, andando così ad arricchire il patrimonio culturale immateriale disponibile sulla regione. Il laboratorio non è aperto agli studenti di Conservazione dei beni culturali, ma il prof. Sielo fa sapere che “si tratta di un ostacolo meramente burocratico, cioè di un’incompatibilità tra le attività laboratoriali e di tirocinio previste dai due ordinamenti di studio. Stiamo, tuttavia, già lavorando affinché alle prossime edizioni possano partecipare anche i colleghi, alleati essenziali nella valorizzazione del nostro patrimonio”.

Nicola Di Nardo