L’ansia, l’emozione del palco, la gioia di avercela fatta

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Tutte sono concordi nel definire due particolari momenti di questa avventura improvvisa: il picco di ansia conosciuto negli attimi precedenti alla salita sul palco per supportare gli artisti e la gioia, anzi l’assunzione di consapevolezza, di essere in possesso di capacità linguistiche inaspettate. Non sembra esagerato definire titanica la prova delle nove studentesse de L’Orientale, gettate nella mischia del Comicon nel ruolo di interpreti, se per un attimo ci si cala nei loro panni: zero esperienze di interpretariato, tanto studio sui libri, confronto improvviso con pubblico e autori, dei quali si è dovuto tradurre il pensiero all’impronta senza tradirne il senso. Dall’inglese all’italiano e viceversa; dall’italiano al francese e viceversa. In più, alcune, da fan sfegatate della fiera, sono passate dall’essere pubblico a ingranaggio della macchina comunicativa, scoprendo una prospettiva del tutto diversa. Ma chi sono questi fiori all’occhiello? La prima è Barbara Vardaro, 22 anni, iscritta alla Magistrale di Letterature e Culture comparate, che ha assunto il ruolo di responsabile del gruppo grazie alla sua esperienza decennale, come spettatrice, al Comicon. Il fumettista Johnny Ryan e Yolanda Lynes, gli autori-attori supportati in lingua inglese. “Ho supervisionato e guidato le mie colleghe perché sapevo muovermi bene. Nonostante questo, però, l’ansia c’era, eccome. Ricordo il tremolio alle gambe prima di salire sul palco dell’Auditorium per tradurre le domande del pubblico rivolte a Yolanda, e chiaramente anche le sue risposte. Tuttavia è lì che ho capito di avere non solo le competenze linguistiche ma anche un’inaspettata capacità di gestione”. Sulla passione per la fiera: “l’ho sempre vista anche come un’occasione per stare con gli amici, al di là dei fumetti Marvel che sono i miei preferiti”. Il lavoro, però, proprio per l’inesperienza delle ragazze, è stato di gruppo. Accanto a Barbara, si è seduta Sara Erica Rocco, 23enne con lo stesso percorso universitario. “Al di là dell’interpretariato in sé, mi sono resa conto del lavoro culturale che c’è dietro questo evento e di quanto sia grande la macchinazione. Gli stessi ospiti internazionali non si aspettavano che fosse di un livello così alto”. Sulla partecipazione attiva, la giovane reputa che “all’Università mancano occasioni pratiche per capire a che punto si è con la propria formazione”. Poi, un piccolo aneddoto sul fumettista Ryna: Con lui ho toccato con mano la vera ansia. Non è un personaggio molto amichevole, è stato difficile averci a che fare. Oltretutto non si preoccupava molto della nostra traduzione, parlava anche per due, tre minuti senza pausa”. Ad Angela Caiazza, 22 anni iscritta a Traduzione specialistica, e Laura Landolfi, studentessa di 26 anni della Magistrale in Traduzione letteraria, il compito invece di tradurre le autrici tedesche Antonia Kuhn e Mia Oberländer. “Innanzitutto quando ci ha intervistato il Tg2, sul lavoro che stavamo svolgendo, la paura è stata tantissima– raccontano in coro – però l’esperienza è risultata più che positiva oltre che formativa, perché abbiamo capito cosa sappiamo fare, tenendo conto del poco preavviso e della preparazione frettolosa”. Una quattro giorni vissuta a tutto tondo tra il “gestire il panel, i tempi, quanto parlare, accompagnare i fumettisti”. Entrambe, inoltre, sono amiche del Comicon da anni grazie a “serie tv, videogiochi e fumetti”. Francesca Spaduzzi, Daniela Fino e Fiorella De Marco hanno supportato il fumettista americano Frank Cho. Francesca, 26 anni, impegnata in Traduzione specialistica, racconta la differenza tra il proprio campo e quello dell’interpretariato: “Facendo traduzione, ci si rende conto che lo sforzo richiesto da questa occasione è del tutto diverso. Anche per questo è stato utile il glossario preparato in anticipo, perché bisogna conoscere il mondo del Comicon. Inoltre, abbiamo studiato le opere degli autori, le loro biografie. La vera difficoltà non è stata parlare in lingua, ma tradurre senza dimenticare nulla”. La 23enne Daniela, stesso Corso di Laurea della collega, racconta del vero fuori programma, fonte principale di ansia: Le interviste sbucavano fuori dal nulla! Ma devo dire che siamo andate forte. Dopo questa esperienza so per certo che questa carriera, quella di interprete, fa al caso mio. Ci avevo sempre pensato, senza avere tuttavia un’idea precisa di ciò effettivamente significasse. Non appena sono venuta a conoscenza dell’occasione relativa al Comicon, mi sono lanciata senza pensarci”. Chiude il mini gruppo Fiorella, 23 anni, fan della fiera e iscritta alla Magistrale in Lingue e Letterature europee e americane, che sul fronte dell’interpretariato la pensa come la collega precedente. È stato interessante stare dall’altra parte, cioè sul palco accanto all’ospite. Una grande emozione. Ringrazio l’Università perché nell’occasione ho capito che mi piacerebbe intraprendere questa carriera”. Quanto alla lingua francese, le prescelte sono state Jasmine Monteriso, 23enne impegnata con Lingue e Comunicazione interculturale in area Euromediterranea, e Mariagrazia Massimo, 24 anni, di Traduzione specialistica, che hanno offerto supporto a Léa Murawiec e Rupper e Mulot. Il ringraziamento principale va alla prof.ssa Gorla, che in pochi giorni, attraverso Teams, è stata bravissima a gestirci e passarci le informazioni principali”. Sulle emozioni vissute: “Il primo giorno è stato tutto un correre avanti e indietro, però già dal secondo abbiamo scoperto una prospettiva diversa, più rilassata. Tuttavia, l’intervista all’ultimo minuto che il Tg1 ha voluto fare con Muriawec, ci ha mandato letteralmente in crisi. Eravamo in due e non sapevamo davvero come comportarci, tant’è vero che abbiamo deciso di fare morra cinese. O la va o la spacca! La soddisfazione è arrivata tutta dopo. Abbiamo scaricato l’adrenalina come se avessimo sostenuto un esame andato alla grande!”.