Intervista al Direttore di Studi Umanistici Andrea Mazzucchi
Studi Umanistici è tra i 350 Dipartimenti migliori d’Italia. Lo dice il Mur che, quanto a produttività scientifica, ha ritenuto di alto livello il lavoro svolto negli ultimi anni dall’ex Facoltà di Lettere e Filosofia. Tradotto in termini sostanziali: significa concorrere per i finanziamenti riservati ai “Dipartimenti di Eccellenza”. Orgoglioso, il Direttore Andrea Mazzucchi parla di un “risultato di estremo rilievo pensando al fatto che nelle precedenti valutazioni eravamo assenti. Rientriamo nell’area 10 (Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche, ndr) con un punteggio importante di 92 su 100. Penso sia la conseguenza di una politica attenta alla qualità e al merito”. Nell’occasione, l’ex Presidente della Scuola di Scienze umane e sociali si è soffermato anche sulle prospettive per il prossimo anno accademico – quanto a spazi e didattica in presenza – e sulla partecipazione personale alla Cabina di regia per le attività culturali della città, voluta lo scorso novembre dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che, per questo, ha nominato il prof. Mazzucchi consigliere a titolo onorario (incarico non remunerato). Può già anticiparci qualcosa su eventuali progetti e squadra di lavoro per “Dipartimenti di Eccellenza”?L’elenco dei migliori 350 è stato stilato solo pochi giorni fa, dunque non c’è ancora nulla di definito. Sicuramente proveremo a sviluppare e coinvolgere tutta l’area del Dipartimento attraverso possibili reclutamenti di qualità, rinnovamento delle strutture e in generale con progetti scientifici innovativi. Quanto al team di lavoro, l’Ateneo ha già messo a disposizione una squadra di supporto, ma ho intenzione di nominarne una interna nei prossimi giorni, gestita da me e orientata alla scrittura del progetto per l’ottenimento dei fondi”. Tenendo presente questo importante riconoscimento ricevuto dal Ministero, qual è l’obiettivo per il prossimo anno accademico?“Mi auguro che si possa tornare in presenza, mettendo da parte la didattica mista per tutti i corsi. Solo in questo modo possiamo restituire all’Università la sua dimensione autentica, imperniata sullo scambio di saperi, di ragionamenti e formazione. Dad e modalità blended hanno impoverito molto la ricchezza dialettica degli studi umanistici, una componente imprescindibile per il nostro settore. Inoltre, riprendere le attività didattiche dal vivo – compatibilmente con la situazione sanitaria – significherebbe anche evitare un fenomeno che si è verificato negli ultimi mesi, ovvero la scarsa presenza di studenti nelle aule”. A proposito di didattica, quest’anno il Dipartimento ha lanciato due nuovi Corsi di Laurea Magistrali: Lingue e Letterature per il Plurilinguismo Europeo e Coordinamento dei Servizi Educativi per la prima Infanzia e per il Disagio Sociale. Pensa si possa trarre già un primo bilancio? “Beh, direi che forse da questo punto di vista è ancora prematuro. Tuttavia, mi sento di dire che, nel complesso, l’esperienza è assolutamente positiva, gli studenti hanno reagito bene. Ma ne sapremo di più, soprattutto in merito ai numeri, alla fine dell’anno accademico in corso”. La domanda è d’obbligo e si ripresenta con costanza. Ci potrebbero essere novità positive a proposito degli spazi, data la volontà di riportare le attività interamente in presenza? “Non so se ci siano buone notizie in previsione. È certo l’impegno del Rettore Lorito di garantire spazi più adeguati possibile alle attività didattiche. A questo proposito, pur di garantire uno svolgimento efficace, il Dipartimento potrebbe prevedere di svolgere le attività su sei giorni a settimana invece che su cinque e recuperare così anche il sabato. Una misura del genere sarebbe soprattutto nell’interesse degli studenti: per frequentare in presenza con orari gestibili”. ‘Muraria’Dal Dipartimento alla Cabina di regia. Il Sindaco Manfredi ha tenuto la delega assessorile alla Cultura per sé, attingendo poi per il team di lavoro che la vede parte integrante al bacino di competenze della Federico II, per disegnare una visione culturale della città ad ampio raggio. Ci sono già iniziative in essere? “Sì, il primo impegno è stato proprio la realizzazione di un programma per il mese in corso. Abbiamo messo su un progetto intitolato ‘Muraria’, che si sostanzia attorno ad una suggestione di Benjamin su Napoli, intesa come città porosa. E proprio a partire dalle sue mura abbiamo concepito diverse attività accomunate da un ragionamento: le mura sono elementi che devono creare e accogliere, invece che dividere. Da questo punto di vista, senza ombra di dubbio, la politica della città pone grande attenzione sul portare le iniziative culturali soprattutto nelle zone periferiche, tenendo presente anche la natura policentrica di Napoli. In quest’ottica, il Dipartimento, così come l’Università tutta, contribuisce di certo con le proprie competenze, ma anche aprendo i luoghi canonici dell’Ateneo come il Complesso dei Santi Marcellino e Festo, i musei”. Qual è la visione culturale che la città vuole prendere secondo lei? “Il Sindaco, che ha tenuto la delega per sé, ha ritenuto che la cultura fosse un elemento decisivo nelle politiche complessive della città. Personalmente, l’idea, in totale accordo con il primo cittadino, è di innalzare il livello dell’offerta culturale portandola a quella dimensione internazionale che la storia di Napoli ha, e ha sempre avuto. Contestualmente, c’è anche la forte volontà di rendere la cultura un progetto partecipato che riguardi tutti i cittadini, in ottica non soltanto di promozione turistica ma soprattutto come elemento di rigenerazione urbana complessiva”.
Claudio Tranchino
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