Tre quartieri molto differenti – San Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli – una storia in parte industriale ed in parte di mestieri del mare dietro le spalle ed una nuova vocazione ancora tutta da scoprire. È la periferia orientale di Napoli, caratterizzata dalla presenza di non poche fabbriche dismesse, di aree pubbliche non sempre ben valorizzate ed utilizzate, del porto con tutto ciò che esso determina, delle raffinerie per le quali si attende da molto tempo la prevista delocalizzazione e dalla presenza ingombrante di alcuni clan malavitosi. Un territorio del quale molto si è parlato, nei mesi che sono trascorsi, anche in relazione al progetto del Comune di Napoli – ma la gara è andata deserta e ne dovrà essere bandita un’altra – di realizzare in via De Roberto, non lontano dal depuratore di Napoli est, il primo dei quattro siti di compostaggio che sono previsti in città. In questo scenario complesso – caratterizzato anche da una popolazione mediamente più giovane che nel resto della città – da diversi mesi la ricerca “Napoli Estramoenia, rigenerare i margini tra il centro e Napoli est”, curata dai docenti di Architettura della Federico II Ferruccio Izzo, Michelangelo Russo (responsabili scientifici), Alberto Calderoni e Marianna Ascolese, sta indagando il tema della rigenerazione degli spazi pubblici. Nel contesto di tale scenario, tra fine novembre ed inizio dicembre l’associazione Est(ra)Moenia che fa riferimento all’imprenditore Ambrogio Prezioso, ex presidente dell’Unione Industriali di Napoli, ed il Dipartimento di Architettura hanno promosso cinque giorni di seminari e dialoghi per tracciare possibili modalità di rigenerazione e riattivazione dello spazio pubblico nell’area orientale di Napoli. L’iniziativa si è svolta dal 28 novembre al 2 dicembre in parte nelle aule del Dipartimento ed in parte in quelle del polo post-industriale BRIN 69. Proprio lì il prof. Alberto Calderoni, ricercatore di Composizione Architettonica ed Urbana, incontra durante una pausa dei lavori Ateneapoli per spiegare il senso del ciclo di seminari ed incontri. “Sostanzialmente – dice – l’idea è in primis di ascoltare gli attori del territorio, le varie associazioni e realtà che da tempo promuovono iniziative e progetti a Napoli est, affinché ci aiutino a capire cosa serve. Poi di farci raccontare cosa è stato fatto da chi si è cimentato in altre città con progetti di rigenerazione urbana. Quindi di individuare una serie di possibili obiettivi di iniziative di recupero e riqualificazione, di spazi sui quali puntare tra i molti che ci sono nella periferia orientale. Con la speranza e la volontà di passare, nell’ambito del progetto più ampio che coinvolge il Dipartimento e Napoli Estramoenia e con la partecipazione di altri attori, a iniziative concrete e reali. Che so, la progettazione e la realizzazione di un cinema in un’area, di un campo da calcio o di una piccola libreria in un’altra”. Il tutto, sottolinea il prof. Calderoni, tenendo anche presente che c’è un importante strumento, la delibera numero 279 del 2022 approvata dal Comune di Napoli che regola la disciplina degli usi temporanei degli spazi pubblici. “I Design Research Meetings come quello che si sta svolgendo ora – aggiunge – si pongono l’obiettivo di redigere un documento-guida a supporto della delibera per delineare un insieme di best practice da proporre nell’area orientale di Napoli e in contesti analoghi”. L’inaugurazione del 28 novembre si è svolta nell’Aula Magna di Palazzo Gravina. C’erano Russo, Direttore del Dipartimento, e Ambrogio Prezioso. Il ciclo di seminari – ha spiegato Prezioso – è stato costruito secondo i principi fondanti di Est(ra)Moenia che, per sua vocazione, è l’esito della somma di una dinamica pluralità di punti di vista e competenze, appartenenti perlopiù alle tre dimensioni basilari dell’associazione, la cultura, la rigenerazione urbana, il sociale. I workshop si sono collocati lungo un percorso di dialoghi e proposte che avrà una successiva tappa nel secondo convegno organizzato da Est(ra)Moenia venerdì 16 dicembre (inizio ore 9.30) proprio a Palazzo Gravina dal titolo “Società, arte e architettura per la città contemporanea”.
Fabrizio Geremicca