Inagibile l’Aula delle Mura greche, lezioni in dad

La storica Aula delle Mura greche, all’interno di Palazzo Corigliano, dove ha sede il Dipartimento di Asia, Africa e Mediterraneo, è stata protagonista, nel  weekend tra il 26 e 27 novembre (dunque a struttura chiusa) di un crollo di una parte della controsoffittatura. Conseguenza inevitabile: sospensione delle lezioni in presenza per inagibilità, che tuttavia continueranno in dad fin quando i lavori di ristrutturazione non saranno portati a termine. A quanto pare, stando all’Ufficio tecnico de L’Orientale, a causare il crollo sarebbe stato il maltempo da allerta arancione che ha investito la Campania: piogge copiose e venti forti. Un danno di non poco conto per gli studenti, se si considera che il problema atavico degli spazi di cui soffre l’Ateneo riguarda principalmente la mancanza di aule grandi. Quella delle Mura greche è tra queste poche con i suoi circa 120 posti. Una indisponibilità, tra l’altro, che va a sommarsi a quelle delle aule Ripa (Palazzo Giusso) e R4 (Palazzo Porta Coeli) ancora in fase di ristrutturazione e che torneranno fruibili solo al secondo semestre. Rientra nell’elenco pure l’aula delle Scuderie (Palazzo Corigliano), all’interno della quale sono in corso lavori di recupero. A fare maggiore chiarezza su tempi, cause e conseguenze di quanto accaduto nell’aula incriminata ci ha pensato il prof. Andrea Manzo, Direttore del Dipartimento di Asia, Africa e Mediterraneo. “Probabilmente, a causa della forte umidità, c’è stato un appesantimento della controsoffittatura, che ha causato il parziale distacco di un pannello. Non appena ce ne siamo accorti (lunedì 28, alla riapertura, ndr) abbiamo subito chiuso l’aula e l’ufficio tecnico, che sta agendo con grande celerità, ha già provveduto a smantellare in toto la controsoffittatura”. E aggiunge: “abbiamo intenzione di sostituirla tutta, magari con materiali diversi”. Sui tempi per il recupero dell’agibilità, solo una stima: “Ci vorrà qualche settimana. Credo che già nei prossimi giorni si inizierà con il montaggio di quella nuova. Abbiamo tutto l’interesse a recuperare l’aula quanto prima e a minimizzare il ricorso alla didattica a distanza”. Lecito chiedersi se a incidere, oltre al maltempo, possa essere stata anche una scarsa manutenzione ordinaria. “Assolutamente no – continua Manzo – è sempre stata effettuata. Purtroppo dobbiamo fare i conti da un lato con eventi meteorologici sempre più estremi. Dall’altro, la scelta dell’Ateneo di restare in centro, per me condivisibilissima, porta con sé problemi di manutenzione più complessi rispetto a strutture più dislocate, ma costruite magari ex novo”. Sull’accaduto, si è espressa anche la sigla sindacale studentesca Link Orientale. “Abbiamo fatto presente quanto sia un nostro diritto vivere e studiare in spazi accessibili e sicuri”, si legge nella nota redatta subito dopo le sedute di Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione. In un post Facebook pubblicato il giorno del crollo (28 novembre), viene riportato che “il maltempo dell’ultimo periodo e le continue allerte meteo non sono altro che campanelli di allarme e, laddove le strutture sono particolarmente fatiscenti, gli esiti a cui assistiamo ne sono purtroppo una conseguenza”.

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