“La disciplina architettonica, un connubio tra sapere umanistico e scientifico”

“Nonostante il grande numero di architetti attualmente in Italia, il mercato del lavoro è ancora in grado di assorbire nuove leve ed anzi sono proprio i giovani architetti a riscuotere maggiore successo in campo lavorativo. Per riuscire al meglio, dunque, è necessario avere impegno e costanza, sin dal primo anno di studi”. Sono questi i consigli del Preside Benedetto Gravagnuolo, ancora in carica fino al mese di novembre, agli studenti che si apprestano ad iscriversi ad Architettura dopo aver affrontato i test di ammissione (ricordiamo che i tre Corsi di Laurea attivati – Architettura Magistrale, Scienze dell’Architettura, Urbanistica – sono tutti a  numero programmato). Gravagnuolo è anche docente del corso di Storia dell’Architettura, indubbiamente uno degli esami più impegnativi del primo anno. “E’ ormai evidente che, pur avendo un numero programmato di studenti, abbiamo una quantità di laureati di dimensioni a prima vista abnorme rispetto al mercato del lavoro europeo. L’Italia ha in assoluto il maggior numero di iscritti all’Ordine degli Architetti, ma questi numeri non devono spaventare coloro che sognano di accedere a questa Facoltà”. Spiega il Preside: “la disciplina architettonica viene da sempre considerata un connubio tra sapere umanistico e scientifico. Come diceva Vitruvio: ‘è una scienza adornata di molte condizioni’. Questa affermazione risale a oltre duemila anni fa, ma è sicuramente ancora valida. Ecco perché la forma mentis dell’allievo che decide di frequentare Architettura deve essere caratterizzata da un’attitudine al sapere critico, piuttosto che all’apprendimento nozionistico. Questo vuol dire che non avrà soltanto delle regole da imparare, ma delle metodologie di apprendimento da esercitare anche dopo la laurea. L’altra questione fondamentale, che caratterizza il nostro mestiere, è che si tratta di una professione ideativa, cioè l’allievo deve avere capacità di sintesi, in modo tale da poter risolvere qualsiasi problema gli si ponga davanti. In poche parole, si tratta di mettere in campo le proprie conoscenze teoriche per risolvere dei problemi di carattere pratico. Non si tratta, quindi, di formule predeterminate, ma di invenzioni”. Così: “lo studente che desidera iscriversi ai nostri corsi deve avere una buona preparazione nelle materie scientifiche, ma anche una forte vocazione per quelle umanistiche”. Secondo Gravagnuolo è importante predisporsi mentalmente nella giusta maniera sin dall’inizio, per evitare inutili perdite di tempo. “Molti esami si fanno in gruppo. Bisogna, pertanto, imparare a organizzarsi e lavorare in team, anche in previsione della fase successiva all’università, ossia quella lavorativa”.   
Analisi va seguita 
con assiduità
A coloro che supereranno i test d’ingresso, che si sono svolti l’8 settembre per Architettura e Scienze dell’Architettura, i docenti consigliano di seguire i corsi sin dall’inizio, per non rimanere indietro. 
“La matematica fa notoriamente un po’ paura – ha ironizzato Alberto Fiorenza, docente di Analisi Matematica e Geometria, considerato uno degli esami più difficili del primo anno – Il primo consiglio che posso dare ai nuovi iscritti è quello di seguire fin da subito e con assiduità le lezioni, studiando di volta in volta, come se ci si aspettasse l’interrogazione giornaliera da parte del docente. Il motivo dell’assiduità è legato strettamente alla materia. La matematica è per sua natura legata al principio: da A segue B, da B segue C. Se si perde un passaggio, non si capisce più nulla. In ogni caso, la crisi dovuta alla non comprensione può capitare lo stesso ma non si deve demordere. In altre parole: porre domande, coinvolgere i docenti nei propri problemi. A volte gli studenti non interrogano i propri docenti per paura di esporsi, o di fare delle domande stupide. La realtà è che gli stupidi sono quelli che non fanno le domande, mentre gli intelligenti sono quelli che fanno anche le domande stupide”. 
Al primo anno 
si disegna a matita
Dello stesso parere, la docente di Laboratorio di progettazione architettonica I, Anna Maria Puleo, la quale spiega gli enormi vantaggi degli studenti che frequentano attivamente l’università. “In questi ultimi anni, più che in passato, sollecitati dal Presidente del Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura, abbiamo cercato di trovare forme di coordinamento tra i Laboratori di progettazione appartenenti allo stesso anno di corso. Questo per fare in modo che gli studenti dello stesso anno svolgessero uno stesso esercizio progettuale. Un altro obiettivo fortemente indicato dal Consiglio di Facoltà è quello di far disegnare gli allievi del primo anno a matita. A prima vista, può sembrare una limitazione, in realtà è un aiuto a coloro che, abituandosi a disegnare solo al computer, rischiano un depauperamento delle proprie capacità”. Per quello che riguarda le difficoltà, legate al primo anno, la professoressa tranquillizza i nuovi iscritti: “Serve molto impegno, è vero, l’obbligo di frequenza dei laboratori è al 75%. Tuttavia, studiando dal primo giorno e partecipando alle attività accademiche, tutto diventa meno difficile”. 
Anna Maria Possidente
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