Architettura, Facoltà di grande fascino. Anche perché fin dal primo anno è possibile proiettarsi in quella che sarà la professione futura. Un esempio, l’esperienza entusiasmante vissuta da un gruppo di studenti del Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura. Con la guida della prof.ssa Clara Fiorillo, docente di Architettura degli Interni, hanno promosso una mostra su “La stanza dello studente”. La scelta del tema, spiega la docente, nasce dalla convinzione “che ci debba essere un investimento personale in ogni forma di apprendimento e di conoscenza. Mi sembrava che, per un ragazzo appena entrato in una Facoltà di Architettura, alle prese per la prima volta con l’analisi dello spazio costruito, l’approccio più immediato e più fruttuoso potesse essere quello dello studio dello spazio personale. Quello della propria stanza è, inevitabilmente, lo spazio interno meglio conosciuto, in quanto è stato attraversato da una immensa varietà di comportamenti e sentimenti: allegria, gioia, dolore, disperazione, eccitazione, noia, attesa, malinconia, rimpianto, proiezione nel futuro”. Il tema, inoltre, si riferisce ad una linea di ricerca portata avanti da anni dal prof. Geppino Cilento, che, all’interno del Corso di Laurea, “aveva curato diverse mostre, tutte orientate a una ridefinizione dello spazio domestico in rapporto alla formazione culturale dell’individuo”, aggiunge la prof.ssa Fiorillo.
Otto gruppi di studenti hanno presentato agli inizi di luglio ciascuno il proprio progetto, secondo l’idea personale di come dovrebbe essere la propria camera. Secondo quanto illustrato dalla prof.ssa Fiorillo nel libro: Introduzione a una Fenomenologia dell’Architettura, “Il progetto dell’abitazione oggi si deve confrontare non più col generico concetto di famiglia, ma con quello di individuo e di individualità. Questo rappresenta un nucleo fondamentale della progettazione degli interni, in quanto ci troviamo di fronte ad una società globale, in cui bisogna tenere conto di molteplici fattori”.
“All’inizio del corso – spiega Domenico De Siano – la professoressa ci ha posto una semplice domanda, ossia cosa facessimo solitamente nella nostra stanza. Abbiamo riflettuto sulla nostra condizione e abbiamo iniziato a progettare spazi, che fossero adatti a soddisfare i nostri desideri”. “Ci siamo ispirati ad alcuni filosofi – aggiunge Alessandro Michele del Monaco – Primo fra tutti, Protagora, secondo il quale l’uomo è misura di ogni cosa. Da questo concetto siamo partiti per realizzare un progetto, che tenesse conto anche dei dettagli. Abbiamo diviso la stanza dello studente in due zone distinte: una per il giorno e una per la notte. Questo, considerando che quando riceviamo degli amici di giorno, non vogliamo che vedano il posto in cui si dorme, che è quasi sempre in disordine”. “Sono stati calcolati gli spazi giusti per potersi muovere, secondo i principi dell’antropometria – illustra Zenia Chinese – Una volta analizzati i bisogni di noi giovani, abbiamo proceduto ad osservare gli oggetti che servono a svolgere le nostre funzioni quotidiane (letto, armadio, computer, stereo)”. “Infine – conclude Raffaele Di Palma – è stata realizzata una presentazione al computer in 3d della stanza ideale”.
Un impegno, quello degli studenti, valorizzato anche dalla presenza dei ‘due Presidi’ della Facoltà: quello uscente, Benedetto Gravagnuolo, e il neoeletto, Claudio Claudi. “Un tema molto interessante – ha dichiarato il prof. Gravagnuolo – perché coinvolge emotivamente, oltre che razionalmente, lo studente. Chiedere di progettare la propria stanza è come chiedere loro di progettare la propria tana. Personalmente la considero un’esperienza altamente formativa. Anche a Milano è stata fatta un’esperienza simile, d’altronde il grande architetto del ‘900, Le Corbusier, aveva pensato ad una sorta di capanna rustica di legno con misure adatte ad un solo individuo”.
“Basta vedere questi lavori – ha aggiunto il prof. Claudi – per capire quali sono le potenzialità di questa Facoltà. Ci impegneremo per non deludere le aspettative dei giovani che nonostante la mancanza di risorse – con l’ultimo decreto del 25 giugno scorso, la situazione dei tagli nei confronti dell’università diventa un vero problema – continuano a darci grande soddisfazione”.
Anna Maria Possidente
Otto gruppi di studenti hanno presentato agli inizi di luglio ciascuno il proprio progetto, secondo l’idea personale di come dovrebbe essere la propria camera. Secondo quanto illustrato dalla prof.ssa Fiorillo nel libro: Introduzione a una Fenomenologia dell’Architettura, “Il progetto dell’abitazione oggi si deve confrontare non più col generico concetto di famiglia, ma con quello di individuo e di individualità. Questo rappresenta un nucleo fondamentale della progettazione degli interni, in quanto ci troviamo di fronte ad una società globale, in cui bisogna tenere conto di molteplici fattori”.
“All’inizio del corso – spiega Domenico De Siano – la professoressa ci ha posto una semplice domanda, ossia cosa facessimo solitamente nella nostra stanza. Abbiamo riflettuto sulla nostra condizione e abbiamo iniziato a progettare spazi, che fossero adatti a soddisfare i nostri desideri”. “Ci siamo ispirati ad alcuni filosofi – aggiunge Alessandro Michele del Monaco – Primo fra tutti, Protagora, secondo il quale l’uomo è misura di ogni cosa. Da questo concetto siamo partiti per realizzare un progetto, che tenesse conto anche dei dettagli. Abbiamo diviso la stanza dello studente in due zone distinte: una per il giorno e una per la notte. Questo, considerando che quando riceviamo degli amici di giorno, non vogliamo che vedano il posto in cui si dorme, che è quasi sempre in disordine”. “Sono stati calcolati gli spazi giusti per potersi muovere, secondo i principi dell’antropometria – illustra Zenia Chinese – Una volta analizzati i bisogni di noi giovani, abbiamo proceduto ad osservare gli oggetti che servono a svolgere le nostre funzioni quotidiane (letto, armadio, computer, stereo)”. “Infine – conclude Raffaele Di Palma – è stata realizzata una presentazione al computer in 3d della stanza ideale”.
Un impegno, quello degli studenti, valorizzato anche dalla presenza dei ‘due Presidi’ della Facoltà: quello uscente, Benedetto Gravagnuolo, e il neoeletto, Claudio Claudi. “Un tema molto interessante – ha dichiarato il prof. Gravagnuolo – perché coinvolge emotivamente, oltre che razionalmente, lo studente. Chiedere di progettare la propria stanza è come chiedere loro di progettare la propria tana. Personalmente la considero un’esperienza altamente formativa. Anche a Milano è stata fatta un’esperienza simile, d’altronde il grande architetto del ‘900, Le Corbusier, aveva pensato ad una sorta di capanna rustica di legno con misure adatte ad un solo individuo”.
“Basta vedere questi lavori – ha aggiunto il prof. Claudi – per capire quali sono le potenzialità di questa Facoltà. Ci impegneremo per non deludere le aspettative dei giovani che nonostante la mancanza di risorse – con l’ultimo decreto del 25 giugno scorso, la situazione dei tagli nei confronti dell’università diventa un vero problema – continuano a darci grande soddisfazione”.
Anna Maria Possidente