De Giovanni, nuovo Preside di Giurisprudenza

Il prof. Lucio De Giovanni, 58 anni, già direttore del Dipartimento di Studi Romanistici per 6 anni, è il nuovo Preside della Facoltà di Giurisprudenza della Federico II. L’elezione, alle ore 14:38 del 7 luglio, con 117 voti su 132 votanti (hanno votato anche tutti i professori fuori ruolo). Succede al prof. Michele Scudiero che ha presieduto, in modo ampiamente ecumenico, per 6 anni, la Facoltà. Entrerà in carica l’1 novembre. “Sono emozionato di succedere a 7 grandi Presidi – le sue prime parole da eletto – Cariota Ferrara, Casavola, Pecoraro Albano, Labruna, Scudiero … Io non ho la qualità di questi grandi talenti, so solo ascoltare ed ascolto di più i motivi di unità che di disunità”. “Nell’assemblea elettorale del 24 giugno ho registrato preoccupazioni e malesseri, ascolterò tutti quelli che mi hanno sostenuto e coloro che con chiarezza e passione, sentimenti nobili che apprezzo, non lo hanno fatto”. Tra le difficoltà all’orizzonte evidenzia “il decreto di giugno del governo che rischia di cancellare con un tratto di penna tanti giovani ricercatori ed aspiranti tali”. Tra i momenti belli di questa campagna elettorale ricorda: “l’incontro con i professori emeriti: mi hanno lasciato lezioni di scienza e di vita che non dimenticherò”. Da registrare un concetto dei suoi supporter: “questa è stata una elezione dal basso, nata dall’ascolto individuale dei colleghi, sentiti uno per uno. Nulla di calato dall’alto”. 
Negli stessi giorni, la prof.ssa Carla Masi è stata confermata Direttore del Dipartimento di Diritto Romano e Storia della Scienza Romanistica. Sull’elezione del Preside si è registrato un “consenso critico” di alcuni docenti, tra questi il prof. Massimo Villone che ad Ateneapoli ha affermato: “non si vive più di sola tradizione; ho votato De Giovanni perché mi aspetto un cambiamento ed innovazioni nella didattica come nella possibilità di offrire ai nostri studenti maggiori certezze nel trovare lavoro: non è più possibile che i nostri giovani impegnano anni per laurearsi ed altrettanti per trovare lavoro”. Chiede dunque alla Facoltà “un cambio di passo e di mentalità” ed “una maggiore professionalizzazione degli studi e dell’insegnamento” attraverso un maggiore utilizzo delle “tecnologie avanzate” da parte dei “colleghi” docenti. (P.I.) 
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