“Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita, perché a Londra si trova tutto ciò che la vita può offrire” diceva il poeta Samuel Johnson. Così la mitica capitale britannica continua ad essere una delle mete più ambite per le vacanze o i soggiorni studio dai giovani europei. Londra però è molto cara ed in tanti sono costretti a rinunciarvi scegliendo, per imparare o approfondire la lingua, altre realtà più abbordabili. Affrontare il costo elevato di un alloggio, non sempre decoroso; la spesa per i trasporti; abituarsi a risparmiare sul cibo: sono solo alcuni dei disagi che deve affrontare uno studente che sceglie di trascorrere un periodo Erasmus a Londra. Con un po’ di coraggio e spirito di iniziativa, c’è ancora qualche giovane ‘avventuroso’ che è disposto a mettersi in gioco pur di poter studiare in questa capitale europea. E’ il caso di Francesca Mazza, 24 anni, partita il 18 settembre dalla sua cittadina, Scafati, per trascorrere un anno di studio a Londra, in qualità di vincitrice di una borsa di studio Erasmus. Francesca racconterà sulle pagine del nostro giornale la sua esperienza, i pro e i contro, le difficoltà e le sorprese, che incontrerà in Inghilterra, attraverso una sorta di diario di viaggio.
Francesca è iscritta al secondo anno della Specialistica in Lingue e Cultura dell’Asia e dell’Africa, indirizzo Asia centro-meridionale della Facoltà di Lettere a L’Orientale. “Mi occupo dell’India – racconta- Una passione che mi è nata pian piano e un po’ per caso. Sono sempre stata affascinata dal mondo orientale ed in particolare alla storia moderna e contemporanea. L’amore per lo studio dell’India è poi maturato durante il corso di studi: quando ci si iscrive ad un Corso di Laurea come il mio, dove si studiano lingue molto particolari, non si sa a cosa si andrà incontro, quindi l’intero percorso di studi diventa una continua scoperta durante la quale si rivelano anche le proprie passioni”.
Così è nato l’interesse per l’Hindi, la lingua ufficiale dell’India e parlata dalla gran parte della popolazione, l’Urdu, la lingua ufficiale del Pakistan e diffusa anche in India, e l’Inglese, lingua dei colonizzatori, diffusa tra la classe alta e intellettuale indiana. Il gruppo iniziale, costituito da una quindicina di studenti di corso, sottolinea Francesca, si è di molto sfoltito, tant’è che all’ultimo anno della triennale sono arrivate in due. “Questo mi ha permesso sicuramente di avere un rapporto più umano e più diretto con il docente – aggiunge- Purtroppo ora il prof. Pandey è prossimo alla pensione: è stato proprio lui ad inviare una lettera di raccomandazione per me al Ministero degli Esteri”. Francesca, infatti, non è nuova ai soggiorni all’estero, anzi è reduce da un eccitante e alquanto avventuroso periodo di studio di otto mesi in India, ottenuto grazie ad una borsa di studi finanziata dalla Farnesina. “Sono partita per l’India subito dopo la laurea triennale – spiega- Lì ho potuto approfondire lo studio della lingua Hindi presso il Kendriya Hindi Sansthan (Istituto Centrale della Lingua Hindi) ad Agra, a 200 chilometri da Delhi. Non ero mai stata in India, anche perché l’Orientale non mette a disposizione borse di studio per questo paese, e devo dire che è stata un’esperienza molto forte e ricca di sorprese”. Tra una lotta senza tregua con le scimmie libere di girare in città e incidenti nel deserto, Francesca racconta di tanti disagi ma anche di un viaggio indimenticabile. “Vivere otto mesi in India non è stato facile, perché è una realtà completamente diversa dalla nostra. Nonostante fossi alloggiata presso il campus universitario vivevo in condizioni igieniche pessime per gli standard europei… ma non per quelli indiani. Certo io mi aspettavo che un campus internazionale fosse più attrezzato per accogliere gli studenti. Devo dire, però, che ho avuto modo di approfondire molto i miei studi sulla storia indiana e di migliorare il mio Hindi”.
Dopo la parentesi indiana, la studentessa si dice pronta “ad affrontare le difficoltà di Londra ad occhi chiusi!”. Nei primi giorni del suo soggiorno londinese, Francesca dovrà innanzitutto trovare una stanza, perché, come ci spiega, non ha l’alloggio nel campus. “Le graduatorie Erasmus sono rimaste bloccate fino a giugno, così ho esitato ad inoltrare la richiesta per il campus ed adesso mi trovo senza una sistemazione. Inizialmente dormirò in un bed&breakfast, poi cercherò casa; dovrò versare tre mesi anticipati e questa è sicuramente un esborso che non tutti si possono permettere. La mia famiglia è disposta ad appoggiarmi. Diversamente, alcuni amici si sono rivolti alle banche dalle quali, grazie ad accordi con gli atenei, hanno ottenuto dei prestiti. Io dovrò subito trovare un lavoretto per mantenermi, anche perché la borsa di studio è di 200 euro al mese…con quella vado forse cinque volte al McDonalds!”.
I primi mesi, dunque, saranno i più duri tra la ricerca della casa, il lavoro, e naturalmente lo studio. “Studierò alla SOAS (School of Oriental and Africans Studies) dove potrò sostenere gli esami di Lingua e Letteratura Hindi, Storia dell’India e Storia Economica dell’Oceano Indiano. Per me Londra, infatti, non significa solo approfondire l’inglese ma anche poter avere accesso ad una realtà universitaria che si occupa dell’India in maniera molto più ampia rispetto a quella italiana. Il mio obiettivo, inoltre, è riuscire ad entrare in contatto, tramite l’Università, con la grande comunità indiana londinese, e magari poter trovare un lavoro attinente alle mie capacità”. Conclude Francesca “adesso che sono giovane, voglio viaggiare e fare tante esperienze all’estero, per poi poter finalmente trovare un lavoro in Italia!”. Un invito a non demordere: “l’Erasmus è sicuramente un’ottima occasione”.
Valentina Orellana
Francesca è iscritta al secondo anno della Specialistica in Lingue e Cultura dell’Asia e dell’Africa, indirizzo Asia centro-meridionale della Facoltà di Lettere a L’Orientale. “Mi occupo dell’India – racconta- Una passione che mi è nata pian piano e un po’ per caso. Sono sempre stata affascinata dal mondo orientale ed in particolare alla storia moderna e contemporanea. L’amore per lo studio dell’India è poi maturato durante il corso di studi: quando ci si iscrive ad un Corso di Laurea come il mio, dove si studiano lingue molto particolari, non si sa a cosa si andrà incontro, quindi l’intero percorso di studi diventa una continua scoperta durante la quale si rivelano anche le proprie passioni”.
Così è nato l’interesse per l’Hindi, la lingua ufficiale dell’India e parlata dalla gran parte della popolazione, l’Urdu, la lingua ufficiale del Pakistan e diffusa anche in India, e l’Inglese, lingua dei colonizzatori, diffusa tra la classe alta e intellettuale indiana. Il gruppo iniziale, costituito da una quindicina di studenti di corso, sottolinea Francesca, si è di molto sfoltito, tant’è che all’ultimo anno della triennale sono arrivate in due. “Questo mi ha permesso sicuramente di avere un rapporto più umano e più diretto con il docente – aggiunge- Purtroppo ora il prof. Pandey è prossimo alla pensione: è stato proprio lui ad inviare una lettera di raccomandazione per me al Ministero degli Esteri”. Francesca, infatti, non è nuova ai soggiorni all’estero, anzi è reduce da un eccitante e alquanto avventuroso periodo di studio di otto mesi in India, ottenuto grazie ad una borsa di studi finanziata dalla Farnesina. “Sono partita per l’India subito dopo la laurea triennale – spiega- Lì ho potuto approfondire lo studio della lingua Hindi presso il Kendriya Hindi Sansthan (Istituto Centrale della Lingua Hindi) ad Agra, a 200 chilometri da Delhi. Non ero mai stata in India, anche perché l’Orientale non mette a disposizione borse di studio per questo paese, e devo dire che è stata un’esperienza molto forte e ricca di sorprese”. Tra una lotta senza tregua con le scimmie libere di girare in città e incidenti nel deserto, Francesca racconta di tanti disagi ma anche di un viaggio indimenticabile. “Vivere otto mesi in India non è stato facile, perché è una realtà completamente diversa dalla nostra. Nonostante fossi alloggiata presso il campus universitario vivevo in condizioni igieniche pessime per gli standard europei… ma non per quelli indiani. Certo io mi aspettavo che un campus internazionale fosse più attrezzato per accogliere gli studenti. Devo dire, però, che ho avuto modo di approfondire molto i miei studi sulla storia indiana e di migliorare il mio Hindi”.
Dopo la parentesi indiana, la studentessa si dice pronta “ad affrontare le difficoltà di Londra ad occhi chiusi!”. Nei primi giorni del suo soggiorno londinese, Francesca dovrà innanzitutto trovare una stanza, perché, come ci spiega, non ha l’alloggio nel campus. “Le graduatorie Erasmus sono rimaste bloccate fino a giugno, così ho esitato ad inoltrare la richiesta per il campus ed adesso mi trovo senza una sistemazione. Inizialmente dormirò in un bed&breakfast, poi cercherò casa; dovrò versare tre mesi anticipati e questa è sicuramente un esborso che non tutti si possono permettere. La mia famiglia è disposta ad appoggiarmi. Diversamente, alcuni amici si sono rivolti alle banche dalle quali, grazie ad accordi con gli atenei, hanno ottenuto dei prestiti. Io dovrò subito trovare un lavoretto per mantenermi, anche perché la borsa di studio è di 200 euro al mese…con quella vado forse cinque volte al McDonalds!”.
I primi mesi, dunque, saranno i più duri tra la ricerca della casa, il lavoro, e naturalmente lo studio. “Studierò alla SOAS (School of Oriental and Africans Studies) dove potrò sostenere gli esami di Lingua e Letteratura Hindi, Storia dell’India e Storia Economica dell’Oceano Indiano. Per me Londra, infatti, non significa solo approfondire l’inglese ma anche poter avere accesso ad una realtà universitaria che si occupa dell’India in maniera molto più ampia rispetto a quella italiana. Il mio obiettivo, inoltre, è riuscire ad entrare in contatto, tramite l’Università, con la grande comunità indiana londinese, e magari poter trovare un lavoro attinente alle mie capacità”. Conclude Francesca “adesso che sono giovane, voglio viaggiare e fare tante esperienze all’estero, per poi poter finalmente trovare un lavoro in Italia!”. Un invito a non demordere: “l’Erasmus è sicuramente un’ottima occasione”.
Valentina Orellana