Gli ingegneri hanno il pallino dell’atletica

Ad aprile la pista di atletica del Cus si popola di studenti che approfittano dell’aria mite per iniziare ad allenarsi all’aperto. Sono ragazzi scattanti, in forma e quasi tutti futuri ingegneri. La vicinanza della Facoltà ma forse anche l’intensità dello studio sono le due ragioni principali della netta prevalenza degli iscritti ad Ingegneria. “Chi studia Ingegneria è già votato al sacrificio – scherza Luigi Piegari, assegnista di ricerca in Ingegneria elettrica e specialista nei 400 e negli 800 m. “Non abbiamo paura di soffrire – concorda Giovanni Treglia anche lui studente di Ingegneria con una passione per il salto con l’asta – Fatichiamo ed in più siamo all’aria aperta. Tutto il contrario del fitness”. Per il quasi ingegnere Felice Rea, alle prese con i 110 m a ostacoli, il bello dell’atletica è che “è una continua sfida contro se stessi – e poi racconta – Come la maggior parte dei ragazzi mi sono avvicinato allo sport giocando a calcetto a livello amatoriale”. Proviene dal nuoto, invece, Gianluca Giordano, forte nei 100 e 200 m e, contrariamente ai suoi colleghi, iscritto ad Economia: “gli allenamenti tolgono molto tempo allo studio ma è tutta questione di sapersi organizzare. Per chi come me è del vecchio ordinamento è più facile perché non ha più corsi da seguire”. I ragazzi si allenano per più ore 4 volte alla settimana: “La sera siamo stanchi ma mai stressati”, afferma un altro prossimo ingegnere, Roberto Rea. Tutto questo movimento richiederà una dieta scrupolosa e carica di proteine? chiediamo ai ragazzi. “Nessuno di noi fa uso di integratori. Bastano frutta e verdura in abbondanza – interviene Felice, poi ci ripensa e aggiunge – Certo, ogni tanto mangio qualche bianco d’uovo in più”. 
“D’inverno si lavora sullo sforzo prolungato con prove lente e tempi di recupero brevi. In primavera ci si prepara alle gare con scatti veloci e tempi di recupero più ampi”, racconta Roberto.
Il corso si articola in due momenti: prima ci si applica nelle prove tecniche della propria specialità e poi si fa un’ora di corpo libero, corsa e circuiti assieme agli altri. “E’ diffusa l’idea che l’atletica sia uno sport particolarmente duro ma l’intensità degli allenamenti è una scelta individuale. Alcuni fanno anche una seduta di potenziamento in palestra ma c’è chi si concede solo un’oretta di lavoro di gruppo”, spiega l’allenatore Giovanni Munier che incoraggia chi non si sente particolarmente portato per l’atletica con il motto: “Nessuno è negato. Tutti possono tutto”.
Due indubbi talenti dell’atletica sono Paolo Ciappa  e Tatiana Gabellone vincitori ai Campionati Nazionali Universitari del 2007 rispettivamente di una medaglia d’oro nei 3000 siepi e di una d’argento nella marcia. Paolo e Tatiana tenteranno di riagguantare il podio nella prossima edizione dei Campionati ma Munier sta valutando la possibilità di far partecipare anche altri 3 atleti: il saltatore Giovanni Stendardo, il marciatore Francesco Ciappa, fratello minore di Paolo e il lanciatore Stefano Mosca. “La mia decisione dipenderà dai risultati, non dal budget a disposizione”, assicura l’allenatore. I 6.08 m saltati da Giovanni lo scorso anno nel lungo sono una misura ormai superata considerati i progressivi miglioramenti del ragazzo che, però, non si sbilancia sulla lunghezza che spera di conseguire quest’anno. “Mi sbilancio io, questa volta farà 6.40 – interviene con slancio Luigi – Però non contano solo i centimetri, l’allenatore premia anche l’impegno”. 
Di solito si ritiene che l’atletica sia uno sport individuale, invece sulla pista del Cus prevale un forte spirito di aggregazione. “Negli allenamenti è il gruppo che ti spinge a metterci qualcosa in più. La competizione tra amici funge da stimolo”, dichiara Alessandro Balduzzo, iscritto a Ingegneria meccanica. E Giovanni conclude: “Il momento migliore per stare assieme è davanti a una birra dopo la gara”.
Manuela Pitterà
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