Sono uno dei principali punti di forza dell’Ateneo, particolarità di cui sia il Rettore, prof. Gennaro Ferrara, che il ProRettore e Preside della Facoltà di Economia, prof. Claudio Quintano, sottolineano spesso l’importanza. I docenti giovani, in media al di sotto o intorno ai quarant’anni, sono molto numerosi alla Parthenope. Pieni di energie e idee, e con grandi capacità di comunicazione. Abbiamo chiesto ad alcuni di loro di dare qualche consiglio alle matricole su come scegliere la Facoltà e come studiare.
Stefano Coronella, 37 anni, ordinario di Economia aziendale, quest’anno insegnerà Principi contabili internazionali al Corso di Laurea triennale in Business Management (Corso a esaurimento della Facoltà di Economia, non riproposto per il 2008/09) ed Economia dei gruppi e bilancio consolidato al biennio. “Fate quello che vi piace”, suggerisce deciso. “Se si sceglie qualcosa che ha anche mercato, meglio. Ma è essenziale che piaccia, altrimenti la si fa male”. Non ci si deve far influenzare dai professori, dagli amici o dai genitori, altrimenti si rischia di commettere degli sbagli e di perdere tempo. Il professore racconta un’esperienza familiare al riguardo. “Una mia cugina desiderava studiare Medicina. Erano gli anni ’80, quando il numero chiuso non c’era ancora, i laureati in Medicina abbondavano e molti erano disoccupati. I suoi genitori si opposero alla sua scelta e le imposero di studiare Giurisprudenza. Ebbene, lei si è laureata in Giurisprudenza, poi si è iscritta a Medicina e si è laureata. Oggi lavora come medico ed è soddisfatta, solo che ha iniziato con anni di ritardo”. Fare ciò che piace, però, non significa assecondare infatuazioni passeggere. “Si deve sentire profondamente l’interesse per un certo tipo di studi. Oggi con internet è possibile informarsi per tempo non solo sui piani di studio, ma anche sui contenuti dei programmi. Darvi un’occhiata può aiutare nella scelta”. I segreti per partire col piede giusto sono pochi e semplici. “Seguire i corsi, almeno all’inizio: dopo ci si rende conto da soli di quali sono le lezioni che vale la pena seguire. Fare vita universitaria, creando gruppi di studio in cui ci si confronta e aiuta. Infine, è opportuno seguire il piano didattico indicato dalla Facoltà, rispettare le propedeuticità, perché alcuni esami sono la base dei successivi. In particolare, suggerisco di non andare avanti prima di aver superato esami impegnativi e importanti, come ad esempio Matematica. Meglio perdere un po’ di tempo all’inizio per superare degli scogli, che arenarsi dopo”.
Concetta Metallo, 33 anni, professore associato di Organizzazione aziendale. La prof.ssa Metallo è una specie di jolly: insegna in tutte e cinque le Facoltà della Parthenope. Organizzazione aziendale ad Economia, Ingegneria e Scienze e Tecnologie, Organizzazione dei sistemi informativi anche a Giurisprudenza e a Scienze Motorie. Quando nel 1995/96 si iscrisse all’Università, non aveva dubbi. Voleva fare Economia e Commercio per diventare commercialista. Invece, in brevissimo tempo, una decina d’anni, si è ritrovata da un lato all’altro della cattedra. Oggi, da giovane docente e, dunque, da ex studentessa non tanto ex, consiglia: “fate bene attenzione a quanto richiede il mercato del lavoro. L’attitudine personale è importante, ma va coniugata con delle competenze specifiche. E questo vale anche per chi si iscrive a Economia, una Facoltà che dovrebbe avere vari sbocchi. I miei tesisti di Sistemi informativi, ad esempio, trovano subito lavoro. Oggi tutte le aziende si servono di software applicativi che bisogna saper usare. Assumendo persone già in grado di farlo, risparmiano sui costi di formazione”. E’ quindi opportuno guardarsi attentamente intorno prima di prendere decisioni, per cercare di capire quali sono le competenze più richieste. Quanto al modo in cui studiare, ecco le regole d’oro della prof.ssa Metallo: “seguire i corsi e studiare a mano a mano. Inutile venire a lezione solo per farsi notare dal professore. Soprattutto ad Economia, le aule sono così affollate che non riusciremmo mai a ricordarci le facce di tutti. Agli esami però la preparazione di chi ha seguito è diversa, e ce ne accorgiamo subito”.
Stefano Coronella, 37 anni, ordinario di Economia aziendale, quest’anno insegnerà Principi contabili internazionali al Corso di Laurea triennale in Business Management (Corso a esaurimento della Facoltà di Economia, non riproposto per il 2008/09) ed Economia dei gruppi e bilancio consolidato al biennio. “Fate quello che vi piace”, suggerisce deciso. “Se si sceglie qualcosa che ha anche mercato, meglio. Ma è essenziale che piaccia, altrimenti la si fa male”. Non ci si deve far influenzare dai professori, dagli amici o dai genitori, altrimenti si rischia di commettere degli sbagli e di perdere tempo. Il professore racconta un’esperienza familiare al riguardo. “Una mia cugina desiderava studiare Medicina. Erano gli anni ’80, quando il numero chiuso non c’era ancora, i laureati in Medicina abbondavano e molti erano disoccupati. I suoi genitori si opposero alla sua scelta e le imposero di studiare Giurisprudenza. Ebbene, lei si è laureata in Giurisprudenza, poi si è iscritta a Medicina e si è laureata. Oggi lavora come medico ed è soddisfatta, solo che ha iniziato con anni di ritardo”. Fare ciò che piace, però, non significa assecondare infatuazioni passeggere. “Si deve sentire profondamente l’interesse per un certo tipo di studi. Oggi con internet è possibile informarsi per tempo non solo sui piani di studio, ma anche sui contenuti dei programmi. Darvi un’occhiata può aiutare nella scelta”. I segreti per partire col piede giusto sono pochi e semplici. “Seguire i corsi, almeno all’inizio: dopo ci si rende conto da soli di quali sono le lezioni che vale la pena seguire. Fare vita universitaria, creando gruppi di studio in cui ci si confronta e aiuta. Infine, è opportuno seguire il piano didattico indicato dalla Facoltà, rispettare le propedeuticità, perché alcuni esami sono la base dei successivi. In particolare, suggerisco di non andare avanti prima di aver superato esami impegnativi e importanti, come ad esempio Matematica. Meglio perdere un po’ di tempo all’inizio per superare degli scogli, che arenarsi dopo”.
Concetta Metallo, 33 anni, professore associato di Organizzazione aziendale. La prof.ssa Metallo è una specie di jolly: insegna in tutte e cinque le Facoltà della Parthenope. Organizzazione aziendale ad Economia, Ingegneria e Scienze e Tecnologie, Organizzazione dei sistemi informativi anche a Giurisprudenza e a Scienze Motorie. Quando nel 1995/96 si iscrisse all’Università, non aveva dubbi. Voleva fare Economia e Commercio per diventare commercialista. Invece, in brevissimo tempo, una decina d’anni, si è ritrovata da un lato all’altro della cattedra. Oggi, da giovane docente e, dunque, da ex studentessa non tanto ex, consiglia: “fate bene attenzione a quanto richiede il mercato del lavoro. L’attitudine personale è importante, ma va coniugata con delle competenze specifiche. E questo vale anche per chi si iscrive a Economia, una Facoltà che dovrebbe avere vari sbocchi. I miei tesisti di Sistemi informativi, ad esempio, trovano subito lavoro. Oggi tutte le aziende si servono di software applicativi che bisogna saper usare. Assumendo persone già in grado di farlo, risparmiano sui costi di formazione”. E’ quindi opportuno guardarsi attentamente intorno prima di prendere decisioni, per cercare di capire quali sono le competenze più richieste. Quanto al modo in cui studiare, ecco le regole d’oro della prof.ssa Metallo: “seguire i corsi e studiare a mano a mano. Inutile venire a lezione solo per farsi notare dal professore. Soprattutto ad Economia, le aule sono così affollate che non riusciremmo mai a ricordarci le facce di tutti. Agli esami però la preparazione di chi ha seguito è diversa, e ce ne accorgiamo subito”.
“Scegliere ciò che piace, con un occhio al lavoro”
Raffaele Fiume, 34 anni, professore ordinario di Economia aziendale, insegna Ragioneria generale al Corso di Laurea in Economia aziendale della Facoltà di Giurisprudenza. “L’incontro con gli studenti è uno dei doni più belli della mia vita”, si legge sul suo blog. Un blog dal quale si accede a un forum appositamente dedicato agli studenti della Parthenope, che a questo strumento di comunicazione ricorrono spessissimo. “E’ rapido, incisivo, immediato e in linea con gli ordinari modi di comunicazione dei ragazzi”, dice il prof. Fiume. In tema di scelta universitaria, il professore racconta sul blog la sua personale esperienza post-liceo scientifico, quando era indeciso tra Matematica, Ingegneria ed Economia. Preferì Economia perché “è versatile. Posso fare il manager e diventare ricco”. Lui per primo, quindi, ha scelto tenendo d’occhio le prospettive occupazionali. “Credo sia importante iscriversi al Corso che piace, facendo però attenzione al mercato del lavoro. L’Università oggi non serve ad acculturarsi, ma ad acquisire una preparazione finalizzata alla costruzione del proprio futuro. Siamo in una situazione in cui i bravissimi trovano lavoro, mentre per i bravi è già più difficile inserirsi”. Come studiare? “Ci sono alcuni studenti che si parcheggiano all’Università. A questi consiglio di lasciar perdere e mettersi a lavorare. Non lo dico per denigrarli, ma perché lavorando possono valorizzare meglio le loro qualità e guadagnare tempo. Poi ci sono altri che, non per colpa loro, non sono affatto allenati a studiare. Credono di fare chissà che, e invece alla fine rendono poco perché non hanno un metodo. Il metodo giusto è uno solo: affrontare lo studio come se fosse un lavoro, tutti i giorni dalle 8 di mattina alle 8 di sera”.
Salvatore Capasso, 40 anni, professore associato di Politica Economica, insegna presso le Facoltà di Giurisprudenza e di Economia. “Se fossi nei panni di uno studente che deve iscriversi oggi all’università”, dice, “asseconderei la mia vocazione, ma cercando di essere realista. Osservare l’andamento del mercato del lavoro è importante, soprattutto per chi vive al Sud. Tutti noi vorremmo fare solo ciò che ci piace, però in alcuni casi ci si deve adattare almeno un po’”. Secondo il prof. Capasso, guardando al proprio futuro si deve puntare in alto. “Chi punta in alto riesce quanto meno a raggiungere obiettivi intermedi. E’ come dire: punta alla luna, almeno arrivi sulla cima dell’albero. Non ci si deve accontentare di poco, le scorciatoie non pagano. E’ bene prendere come punti di riferimento modelli vincenti. Perché uno studente di Economia non può aspirare a lavorare nella Banca d’Italia o in grandi banche d’affari internazionali? I limiti ce li poniamo noi. Qui i geni sono davvero pochi, la maggior parte di noi ha un’intelligenza media che, lavorando, ci permette di realizzare le nostre aspirazioni. Io volevo intraprendere la carriera manageriale, ma poi mi sono appassionato allo studio dell’economia e addirittura ho conseguito il Phd a Manchester, in Inghilterra. Ho insegnato negli Stati Uniti, non lo avrei mai immaginato. E non sono un genio, mi sono semplicemente impegnato”. Tutto questo come si traduce sul piano del metodo di studio? Come studiare per realizzare ambizioni elevate? “Bisogna capire ciò che si studia. Spesso i ragazzi si limitano a imparare. Credono che l’apprendimento sia un processo passivo. Del resto, essere passivi è più comodo, perché pensare è costoso in termini di energie impiegate. Consiglio di assumere un atteggiamento positivo quando si studia e di essere interattivi: seguire i corsi, interfacciarsi con i docenti, utilizzare tutti gli strumenti utili alla didattica, anche internet”.
Sara Pepe
Salvatore Capasso, 40 anni, professore associato di Politica Economica, insegna presso le Facoltà di Giurisprudenza e di Economia. “Se fossi nei panni di uno studente che deve iscriversi oggi all’università”, dice, “asseconderei la mia vocazione, ma cercando di essere realista. Osservare l’andamento del mercato del lavoro è importante, soprattutto per chi vive al Sud. Tutti noi vorremmo fare solo ciò che ci piace, però in alcuni casi ci si deve adattare almeno un po’”. Secondo il prof. Capasso, guardando al proprio futuro si deve puntare in alto. “Chi punta in alto riesce quanto meno a raggiungere obiettivi intermedi. E’ come dire: punta alla luna, almeno arrivi sulla cima dell’albero. Non ci si deve accontentare di poco, le scorciatoie non pagano. E’ bene prendere come punti di riferimento modelli vincenti. Perché uno studente di Economia non può aspirare a lavorare nella Banca d’Italia o in grandi banche d’affari internazionali? I limiti ce li poniamo noi. Qui i geni sono davvero pochi, la maggior parte di noi ha un’intelligenza media che, lavorando, ci permette di realizzare le nostre aspirazioni. Io volevo intraprendere la carriera manageriale, ma poi mi sono appassionato allo studio dell’economia e addirittura ho conseguito il Phd a Manchester, in Inghilterra. Ho insegnato negli Stati Uniti, non lo avrei mai immaginato. E non sono un genio, mi sono semplicemente impegnato”. Tutto questo come si traduce sul piano del metodo di studio? Come studiare per realizzare ambizioni elevate? “Bisogna capire ciò che si studia. Spesso i ragazzi si limitano a imparare. Credono che l’apprendimento sia un processo passivo. Del resto, essere passivi è più comodo, perché pensare è costoso in termini di energie impiegate. Consiglio di assumere un atteggiamento positivo quando si studia e di essere interattivi: seguire i corsi, interfacciarsi con i docenti, utilizzare tutti gli strumenti utili alla didattica, anche internet”.
Sara Pepe