Le mille strade dei laureati in Architettura

“Ha senso iscriversi ad Architettura solo se c’è passione – afferma l’architetto Luigi Foglia, ventinove anni, originario di Caserta, laureato nel dicembre 2006 con la votazione di 108 – e se si è fortemente motivati perché, in Italia, di architetti ce ne sono già tanti”. Aggiunge: “più che la votazione, è importante la preparazione acquisita”. Attualmente Luigi sta seguendo un dottorato in Tecnologie dell’architettura e dell’ambiente, sempre presso la Facoltà aversana. “Ho scelto il dottorato per approfondire i temi che più mi interessavano, quali la Progettazione architettonica e ambientale”. Ma come bisogna muoversi per risultare vincenti in un percorso di studi come questo? “Lo studio deve essere mirato ed occorre comprendere sempre la causa dei fenomeni e collegare gli argomenti tra di loro. È importante avere curiosità e ottica organica”.
Molto gettonati ad Architettura, i Corsi di Laurea triennale in Disegno industriale e Disegno industriale per la moda. A numero chiuso come gli altri Corsi della Facoltà (le prove si stanno svolgendo mentre andiamo in stampa), attirano sempre molti più candidati rispetto ai posti disponibili. Chiariamo subito: nulla hanno a che vedere con scuole di taglio e cucito né con l’Accademia di Belle Arti. Lo ha sottolineato Marco Nottola, 35 anni, laureato in Disegno industriale con 110 e lode: “molti si iscrivono a Disegno industriale credendo di fare gli artisti e invece non è così!”. Marco non ha scelto questo percorso di studi subito dopo la laurea ma si è prima chiarito un po’ le idee. “Mi sono iscritto alla Facoltà di Ingegneria del Federico II – ci racconta – ma, dopo aver sostenuto dieci esami, mi sono reso conto che quel percorso di studi non rispecchiava i miei gusti. A me piaceva la computer grafica e, quindi, mi sono iscritto ad un corso che mi ha formato proprio in questo settore e ho cominciato a lavorare in un’azienda di insegnistica e cartellonistica. Lavorando, ho capito che, per avanzare, mi occorreva una laurea”. Da qui la scelta di iscriversi a Disegno industriale, indirizzo comunicazione visiva. “E’ un corso di studi fatto bene, molto accattivante, durante il quale si acquisiscono le competenze per svolgere design del prodotto, che spazia dall’architettura d’interni al disegno CAD”. Qual è il tuo lavoro attuale? “Ho aperto uno studio di comunicazione visiva e design insieme ad una mia collega. Si chiama NT Design ed è a Napoli”. In pratica di cosa vi occupate? “Curiamo l’immagine di aziende e privati”. Ma è complicato avviare un’attività in proprio? “Lo è dove non c’è una vera cultura del designer e nelle nostre zone non esiste…”. 
Gabriele Rivoli è un altro laureato appassionato di grafica che, però, ha fatto scelte diverse. Dopo aver conseguito il titolo di laurea triennale, ha deciso di proseguire gli studi con il Corso di Laurea specialistica in Comunicazioni visive e multimediali presso l’Università IUAV di Venezia. “Frequentando le lezioni a Venezia e confrontandomi con gli altri studenti, – afferma Gabriele – mi rendo conto che la preparazione acquisita ad Aversa è davvero di ottimo livello, è una buona base per cui ricevo sempre molti consensi”. Cosa sogni di fare dopo la laurea? “Il grafico – risponde Gabriele, con decisione – e attualmente lavoro già presso uno studio di grafica editoriale a Mestre, mentre approfondisco gli studi”. Ma per un lavoro quale quello del grafico basta lo studio teorico? “Assolutamente no. Ci vuole, prima di tutto, la passione e poi è importante leggere, interessarsi alla realtà che ci circonda, essere aggiornato sulle nuove tendenze, andare al cinema, osservare le cose con uno sguardo critico…”. Sono Corsi di Laurea – sia Design industriale che Design industriale per la Moda – che abituano gli studenti ad essere liberi professionisti, free lance. E’ il caso anche di Daniela Caserta, ventiquattro anni, laureata con 110 e lode in Disegno industriale per la Moda. “Non pensate che questo sia un Corso di Laurea dove si diventa sarti – ci tiene a precisare Daniela – qui, si acquisiscono conoscenze teorico-pratiche molto più ampie che spaziano dall’immagine al design. Inoltre, è vero che c’è bisogno di creatività ma anche di praticità…”. Daniela si è laureata circa un anno fa ed è rimasta in ambito accademico collaborando con la prof.ssa Alessandra Cirafici, docente di Geometria descrittiva. Intanto, svolge anche la sua attività da free lance. “Seguo vari progetti, preparo cataloghi di aziende. E’ un’attività che mi soddisfa ed è anche abbastanza redditizia”.
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