L’Inghilterra, il “paradiso dei farmacisti”

Quali sono le opportunità che può offrire il mercato del lavoro estero ad un giovane neo-laureato? Pochi sono i ragazzi che si pongono questa domanda, ancora di meno coloro che fanno la valigia e decidono di trasferirsi in un altro Paese. Abitudini diverse, una nuova lingua, ambiente insolito non solo a livello professionale ma sociale. E’ ciò che ha provato a fare – e ci è riuscito – Alain Cennamo, giovane napoletano laureato in Farmacia presso l’Ateneo Federico II nel 2003 che oggi, a quasi cinque anni dal conseguimento della laurea, vive a Manchester e lavora presso la LloydsPharmacy, la più grande catena di farmacie inglesi, come Relief Manager. Insieme ad Alain ripercorriamo il percorso che l’ha condotto da Napoli a Manchester. 
In Italia “mi 
proponevano solo contratti a termine”
Quella di trasferirsi in Inghilterra è stata una decisione presa subito dopo aver conseguito la laurea? “No – risponde Cennamo – non subito in quanto, appena laureato, ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare come informatore medico scientifico presso Astrazeneca, dove sono stato per due anni. Un periodo in cui ho affrontato con entusiasmo ogni nuova sfida che mi portava ad una più profonda conoscenza del mondo del lavoro. Alla scadenza del mio contratto, ho dovuto però lasciare l’azienda. La stessa cosa si è verificata in Keryos, altra azienda dove ho lavorato un anno. Al termine di quest’ultimo contratto, ho sostenuto almeno una quindicina di colloqui presso altre grosse aziende (Pfizer, Johnson&Johnson, etc.), ma ovunque mi venivano proposti contratti a termine. Insomma, si trattava di ricominciare ogni volta tutto da zero, senza mai fare passi avanti, essere di nuovo messo alla porta alla scadenza di ogni contratto nonostante il mio grande impegno…”. E tra un colloquio e l’altro, “ho ripreso a studiare la lingua inglese e mi preparavo a trascorrere un periodo in Inghilterra quando, a sorpresa, scopro che forse è proprio lì il paradiso dei farmacisti!”. Cosa ha scoperto e quali sono, dunque, le maggiori differenze tra il mondo farmaceutico italiano e quello inglese? “In Italia, essere farmacista significa lavorare otto ore al giorno per un massimo di 1500 euro al mese. A ciò praticamente va aggiunta l’impossibilità di fare carriera… a qualche mio collega è capitato persino di dover lasciare la farmacia e, dunque, il lavoro quando il figlio del titolare si è laureato…”. E invece in Gran Bretagna come funziona? “I proprietari delle farmacie non sono titolari privati ma aziende. Quindi, tutti i farmacisti sono manager: dirigono una farmacia come in Italia, fanno i titolari, ma non ne sono proprietari e non sono tenuti ad alcun tipo di investimento. Oltre alla figura del farmacista, esiste anche quella del locum, il cui compito è sostituire il pharmacist manager quando questi è assente, in ferie o malato. Una sorta di supplente che cambia ogni giorno farmacia, lavora in proprio e può organizzare il suo orario lavorativo…”. 
Lo stipendio?
3.200 euro al mese
più benefit
E i guadagni? “Lo stipendio minimo di un qualunque neo-farmacista si aggira intorno ai 50mila euro annui (le tasse sono del 23% più o meno) quindi parliamo di 3200 euro netti mensili, a cui vanno aggiunti pensione e benefit quali assicurazione sanitaria, auto aziendale, rimborso spese, dalle cinque alle sei settimane di ferie, etc. Un locum, invece, guadagna dai 300 ai 400 euro al giorno…”. Ci parla del suo ruolo? “Lavoro da tre mesi presso la LloydsPharmacy, sono relief manager. Il mio ruolo consiste nella gestione di una piccola area di dieci farmacie, insieme ad altri farmacisti. Conclusa questa iniziale esperienza, in quattro mesi, avrò la gestione di un’unica farmacia”. Possiamo sapere quanto guadagna? “Lavoro cinque giorni a settimana e guadagno 3500 euro netti più bonus e benefit. Nei miei giorni di riposo, posso decidere di lavorare come locum, aggiungendo altri 1800-3200 euro netti al mese per un totale che oscilla tra i 5300 e 6700 euro netti al mese”. In ogni caso, la vita è molto più cara che in Italia. “Questo è assolutamente falso, fatta eccezione per Londra dove è bene andare a carriera già avviata. Io vivo a Manchester e la vita è cara quanto a Napoli, con la differenza che qui gli stipendi sono molto alti…”. Dopo un anno di esperienza, sembra che si aprano al giovane farmacista tante altre opportunità. “Potrei decidere di lasciare la mia compagnia e lavorare come locum (guadagnerei tra i 7mila e i 9mila euro netti, mensilmente) oppure potrei impegnarmi a diventare area manager e gestire un gruppo di farmacie, facendo carriera all’interno del quartier generale. O ancora potrei lavorare in ospedale, senza il bisogno di frequentare alcuna scuola di specializzazione, come invece sarei costretto a fare in Italia. E ciò perché gli inglesi sanno che la nostra è già una laurea specialistica!”. Mi sembra di capire che la figura del farmacista assume un’altra importanza in Inghilterra. “Il farmacista è una figura importantissima: segue i pazienti, offre servizi di monitoraggio per diabetici, ipertesi, ha il compito di assicurarsi che il paziente assuma il farmaco e che lo faccia in modo corretto. Addirittura il farmacista può diventare prescrittore come un medico e specializzarsi in settori specifici, diventando, per esempio, infettivologo, ipertensivologo, etc.; in ospedale, segue i pazienti in corsia… Il governo utilizza appieno le nostre conoscenze per il benessere dei pazienti, facendo in modo che la spesa farmaceutica sia ben indirizzata evitando sprechi”. Un settore, quello farmaceutico, che in Inghilterra, soffre di carenza di personale. “La maggior parte dei miei colleghi provengono da Spagna, Sud America, Pakistan, Polonia. Gli inglesi sono pochi perché non hanno difficoltà a trovare lavoro e non studiano, gli italiani sono pochissimi perché siamo spaventati dalla lingua che non studiamo a scuola e perché non riusciamo a separarci dalle nostre famiglie…”. Ma è stato così semplice cambiare Paese? “Non è stata affatto una decisione facile, piuttosto presa d’istinto, nata dall’ambizione e dalla voglia di poter esprimere al meglio se stessi. Quello che serve, per cominciare, è un livello appena sufficiente di conoscenza della lingua e tanta grinta”. Gli interessati che volessero saperne di più possono contattare Alain Cennamo al seguente indirizzo di posta elettronica: alaincennamo@libero.it. “Sarò lieto di aiutarvi!”.
Maddalena Esposito
- Advertisement -





Articoli Correlati