Stage a Sharm el Sheikh per dieci studenti di Scienze Ambientali

Una settimana tra le meraviglie naturali di Sharm el Sheikh, parchi naturali e location di cui la maggior parte dei turisti non conosce nemmeno l’esistenza. E’ stato, invece, ciò che ha potuto vivere un gruppo di studenti della Facoltà di Scienze Ambientali della Sun che, dopo una selezione per merito, hanno avuto modo di partecipare, dal 20 al 27 aprile, allo stage di Ecologia Marina Tropicale in Egitto, organizzato dall’Università degli Studi di Milano ‘Bicocca’ con la partecipazione dell’Ateneo campano. Lo scopo principale dello stage, che l’Università di Milano ripete da un po’ di anni, è fornire una preparazione pratica e teorica di base su alcuni aspetti della formazione e dell’ecologia di uno dei più ricchi ed interessanti ecosistemi marini tropicali al mondo: le scogliere madreporiche. Gli studenti – Fabrizio Di Gregorio, Elisabetta Fava, Rosa Verde, Valeria Maselli, Vincenzo Miccione, Carmela Sara Giordano, Paolo Raimondo, Antonio De Simone, Carolina Paolella-sono stati accompagnati dai professori Sandro Strumia e Mario De Stefano, docenti rispettivamente di Botanica ambientale e applicata e di Botanica e Biologia marina, in una vera esperienza di campo pensata con un approccio teorico-pratico. “Non solo Biologia marina – spiega De Stefano – ma anche studi sulle comunità fitogeografiche tipiche del sistema desertico, che comprendono anche i mangrovieti. Sono stati, infatti, presi in considerazione altri due ecosistemi costieri strettamente connessi con le scogliere madreporiche: le praterie di fanerogame e i mangrovieti”. “E’ stata un’iniziativa utilissima – racconta Vincenzo Miccione, venticinquenne di S. Nicola La Strada, laureando in Scienze Ambientali –  non avevo mai studiato Botanica marina prima d’ora. A Sharm, ho avuto modo di apprendere le caratteristiche dell’ecosistema desertico prevalente e quello di nicchia con le visite alla scogliera madreporica del Mar Rosso”. I ragazzi sono stati molto impegnati con l’apprendimento e l’applicazione di metodi di monitoraggio che servivano a valutare la diversità ittica o l’estensione delle madrepore. “Ogni giorno era scoprire qualcosa di nuovo” continua Vincenzo, il quale è rimasto stupito da una particolarità: “mi ha colpito l’alto livello di urbanizzazione della costa, non pensavo assolutamente di vedere sostanze tensioattive sull’acqua, anche se, per ora, il fenomeno è limitato visto che le correnti sono molto forti”. La mattina immersioni in acqua, il pomeriggio punto della situazione, lezioni e programma per il giorno successivo. Tutto tranne che una vacanza. E c’è qualche studente che ci tiene a sottolinearlo. “Eravamo impegnati dalle 8 del mattino fino alle 20, ogni giorno – dice Sara Giordano, ventisette anni, all’ultimo anno di Scienze e Tecnologie per l’ambiente e il territorio – è stato uno stage multidisciplinare, in quanto abbiamo appreso e visto l’applicazione pratica, dai concetti di Botanica a quelli di Geologia, alla Biologia e all’Ecologia. Un’esperienza molto istruttiva, bellissima, e che ci ha messo a confronto con gli studenti dell’Università ‘Bicocca’… Abbiamo imparato tanto”. I ragazzi sono stati impegnati in svariate tipologie di attività pratiche tra il deserto, il Parco Nazionale di Ras Mohammed, l’area protetta di Nabq, il promontorio di Ras Nosrami, la laguna di Ras Ghamila. Ciò che più è piaciuto a Rosa Verde, altra laureanda in Scienze e Tecnologie per l’ambiente e il territorio, è stata l’attività di snorkeling, una tecnica di immersione – di circa quattro ore – per l’osservazione del fondale a pelo d’acqua con muta, maschera e boccaglio. “La barriera corallina è  a pochi metri – spiega Rosa – quindi, guardi il fondale e vedi tutto. Per me, è stata tutta una novità, un nuovo mondo mai studiato in maniera approfondita, anche se devo dire che, da quando è arrivato il prof. De Stefano, sono stati inseriti due esami complementari a scelta di Ecologia marina e Botanica marina…”. Rosa è pienamente soddisfatta: “è stata un’opportunità che solo l’Università poteva darci. Da turisti, avremmo avuto notevoli difficoltà ad entrare nei parchi e negli altri luoghi che abbiamo visitato, e non avremmo mai scoperto le vere meraviglie di quel territorio”. Altra giornata che ha attirato l’interesse di tutti è stata la visita al mangrovieto di Nabq. Ce ne parla Antonio De Simone, ventotto anni, di Acerra, al secondo anno di Scienze e Tecnologie per l’ambiente e il territorio. “Le mangrovie sono piante superiori che vivono in ambiente estremo e non hanno complementari. Nel mangrovieto che abbiamo avuto modo di visitare, le temperature erano elevatissime, le piante avevano le radici aeree, fuori dal terreno, i fiori germogliano e creano piccole plantule…”. Una settimana stancante, ma “rigenerante nella mente e nello spirito. Spero che il viaggio venga organizzato ogni anno in modo che anche altri studenti abbiano la possibilità di apprendere e vedere praticamente ciò che abbiamo visto noi”.
Maddalena Esposito
- Advertisement -




Articoli Correlati