Stagista centralinista a Londra senza poter far pratica con l’inglese!

Vincere una borsa Erasmus Placement per Londra e ritrovarsi a fare la centralinista. Sembra la trama di un film di Virzì, e invece è uno di quei casi in cui la realtà supera la finzione. Sono partita per Londra il mese scorso con altre due studentesse dell’Orientale, Gabriella e Alessia, tutte vincitrici di una borsa placement e destinate a svolgere il proprio tirocinio presso la British International School di Londra per 4 mesi. A noi si è aggiunta Rosaria, una delle tante laureate disoccupate in Italia alla ricerca di una migliore fortuna in terra britannica. Cariche di speranze e buoni propositi, ci siamo subito scontrate con una realtà ben differente. Ma proseguiamo per ordine.
La ricerca
 dell’alloggio
Per la nostra prima settimana di soggiorno abbiamo alloggiato in un ostello in zona 1, in una camerata per quattro. Si può dire che pulizia ed ordine non fossero proprio i caratteri distintivi della struttura: lenzuola bucate, finestre bloccate e una doccia in cui non era neppure possibile regolare l’acqua calda. A ciò si aggiunga che avevamo chiaramente con noi ben 8 valigie con tutto l’occorrente per quattro mesi, per cui il poco spazio a nostra disposizione si riduceva ulteriormente. Intenzionate a lasciare il prima possibile quel posto, ci siamo immediatamente messe alla ricerca di un’alternativa: gumtree, roommate, spareroom. Abbiamo passato intere giornate alla ricerca di una sistemazione per tutte e quattro, ma in moltissimi casi era impossibile fare contratti per periodi inferiori ai 6 mesi o non c’erano 4 posti letto liberi nella stessa casa. Alla fine ci siamo decise a dividerci in gruppi da due e fare porta per porta le agenzie delle zone più vicine alla nostra sede di lavoro; solo così siamo riuscite a trovare un piccolo appartamento ad Hammersmith, in origine per due persone e prontamente accettato da noi nonostante fossimo in quattro. Unico neo: dover pagare in anticipo due mesi e una cauzione corrispondente a sei settimane di affitto, un notevole dispendio di denaro che ha da solo prosciugato l’intera borsa messa a disposizione dall’università.
Lo stage
L’azienda presso cui sto svolgendo il mio stage, è la British International School (BIS), settore customer service, ma non lasciatevi ingannare dal nome. Il mio lavoro consiste nel telefonare per 4 ore al giorno ad agenzie di viaggio italiane promuovendo le loro offerte, che vanno dalle vacanze studio ai progetti PON ed essere il più convincente possibile: chi attira più clienti vince 200 sterline, e noi studenti di Napoli, come si può immaginare, risultiamo sempre primi in questa particolare classifica. Lasciando anche da parte l’incompatibilità tra le mie mansioni alla BIS e la mia laurea in Lingue e Letterature straniere, la cosa peggiore resta il fatto di essere in Gran Bretagna e non poter fare pratica con l’inglese. C’ è anche a chi è andata peggio. Gli altri settori sono marketing research, che prevede mansioni come preparazione e controllo dei database con i contatti per il customer service, e la guide assistance, quindi fare da guida turistica per i gruppi che accettino soggiorni presso la BIS. In principio ero stata scelta per questo ruolo, ma avrei dovuto dare una disponibilità di 24h su 24 e, volendo trovare un lavoretto, ho dovuto rifiutare. Nonostante il lavoro scarseggi gli stagisti continuano ad arrivare a grandi ondate ogni due settimane. La cosa migliore resta la possibilità di confrontarsi con studenti da tutt’Europa: portoghesi, spagnoli, francesi. Le pause pranzo sono il momento migliore per scambiare 4 chiacchiere e iniziare a pianificare visite turistiche e uscite serali.
Addio british-style
Effetto della globalizzazione, la capitale storica d’Europa ha perso gran parte del proprio appeal e di quell’aria tipica del british style. Dal centro alla periferia è tutto un proliferare di grandi catene multinazionali e persone di tutte le razze (con grandissima prevalenza di indiani e pakistani). Solo le cabine rosse e i taxi la rendono diversa da un’altra megalopoli qualsiasi. Ben altro discorso, invece, per i divertimenti e la vita notturna: da Camden Town, con la sua musica live, alle discoteche e gli eccessi di Soho, fino ai pub storici di Covent Garden e gli spettacoli teatrali del West End, annoiarsi è davvero impossibile. Resta solo il cielo uggioso e la proverbiale poca simpatia degli inglesi a farmi rimpiangere Napoli, ma forse mi abituerò anche a questo.
Anna Verrillo
(prima puntata)
- Advertisement -





Articoli Correlati