Tre studenti rumeni ad Ingegneria Biomedica

Si fanno sempre più fitti gli scambi tra l’Università rumena di Iasi ed il Corso di Laurea in Ingegneria Biomedica. “Iasi è una delle Università più antiche d’Europa e dalla quale ho avuto l’onore di ricevere una laurea honoris causa in Medicina e Farmacia – spiega il prof.  Marcello Bracale, Presidente del Corso di Laurea in Ingegneria Biomedica della Federico II – Negli scorsi anni, sono già avvenuti degli scambi studenteschi tra i nostri due atenei, che mi auguro si possano incrementare dopo l’incontro con la delegazione rumena, formata dal prof. Radw Ciorap, mio corrispondente Erasmus, e il prof. Dan Zaharia, Preside della Facoltà di Medicina, che avverrà dal 2 al 6 giugno. Il programma degli incontri prevede dei seminari durante i quali verranno presentati entrambi i Corsi di Laurea. Mi auguro che si possano ulteriormente rinsaldare i nostri rapporti bilaterali e che possa anche aumentare il numero di nostri studenti che si recano in Romania, perché credo che per loro questa sia un’ottima opportunità”. Attualmente un solo studente napoletano ha partecipato allo scambio Erasmus con la Romania, anche perché finora l’accordo prevede solo il riconoscimento del lavoro di tesi mentre non hanno avuto alcun problema di convalida degli esami sostenuti da noi, i tre giovani rumeni che hanno partecipato al programma nel 2003 e la studentessa venuta nel 2005.
Ospiti della Facoltà, dal mese di aprile, altri tre studenti rumeni che si fermeranno a Napoli fino ad agosto. Sono Vlad Dafimescu, venticinque anni, Adochiei Marcis Iulian, ventiquattro anni, George-Virgil Focsanianu, venticinque anni. Studenti, i primi due, al quinto anno di corso, l’ultimo al sesto. I ragazzi seguono diversi corsi – Strumentazione Biomedica, Organizzazione e Automazione dei Servizi Sanitari, Laboratorio di Tecnica Biomedica – ma con qualche adattamento perché presso la loro Università non solo il Corso di Laurea in Ingegneria Biomedica afferisce alla Facoltà di Medicina, ma dura sei anni.
“Altri colleghi sono già stati a Napoli e mi hanno parlato bene di questa Università – spiega George – Sono qui, dunque, per completare i miei esami e lavorare alla tesi e credo che quest’Ateneo sia un posto dove poter imparare molto”. I tre, amici di lunga data, grazie ai rapporti instaurati tra le due Università hanno, dunque, avuto l’opportunità di frequentare la Facoltà napoletana e conoscere un diverso sistema di studi: “Il nostro professore, Radw Ciorap, che ha buone relazioni con il prof. Bracale,- racconta Vlad – ci ha invitato a partecipare a questo progetto, dicendo che avremmo potuto rappresentare bene la nostra Università in Italia e nel contempo imparare nozioni che non avremmo potuto apprendere in Romania”. “Studiare in un altro Paese – aggiunge Adochiei – è importante per conoscere un sistema di studio e di approccio all’ingegneria diverso. Poi così s’impara anche una lingua diversa!”. Anche se con la lingua c’è ancora tanto lavoro da fare, i tre studenti possono già notare quali differenze ci sono tra i due sistemi universitari e tirare un po’ le somme. “In questo Ateneo si privilegia molto la teoria.- evidenzia Vlad – Da noi lo studio teorico è accompagnato da molta pratica, mentre qui i docenti preferiscono spiegare in aula come fare piuttosto che fartelo vedere”. Aggiunge Adochiei “ho notato che i docenti italiani, diversamente dai nostri, vanno oltre il testo e spiegano anche elementi che possono essere utili per il lavoro”. Sottolinea Vlad: “a Napoli i professori sono molto disponibili con tutti gli studenti; è molto più facile parlare con loro rispetto a quanto non lo sia con i nostri docenti”. “Mi ha fatto molto piacere – ricorda, infine, George – poter frequentare il corso di Organizzazione e Automazione dei Servizi Sanitari, perché a Iasi questa materia si studia in maniera meno approfondita”.
Dopo quasi due mesi di soggiorno in Italia, hanno avuto modo anche di stringere amicizie con i ragazzi italiani. “Sono molto gentili e simpatici” – dice George, proprio mentre un collega napoletano gli sta portando i suoi appunti per un esame; ma è Vlad che non risparmia critiche sostenendo che “i ragazzi italiani sono indisciplinati: sporcano e scrivono sui muri. Noi non faremmo mai queste cose. Inoltre, ho notato che la sera i giovani italiani bevono e fumano molto”. Non proprio positivo l’impatto con la città.  Racconta Vlad “siamo arrivati a Piazza Garibaldi dove abbiamo assistito ad un episodio molto violento. Poi abbiamo trovato sistemazione vicino piazza Mercato, ma l’appartamento era molto brutto. Adesso, per fortuna, abbiamo trovato una casa in via Diocleziano”. “Il primo mese è stato molto brutto, perché abitavamo in una zona molto sporca, vicino la stazione – commenta anche George – Poi ho potuto visitare i luoghi d’arte della città come i Castelli, il Centro Storico, Capodimonte, e questo aspetto mi è piaciuto molto”. “Napoli, come tutte le grandi metropoli, ha zone belle e zone brutte – aggiunge Adochiei – Purtroppo abbiamo avuto un inizio molto negativo, anche perché non c’è molta accoglienza da parte dell’Università per gli studenti Erasmus”. “A Napoli non ci sono alloggi per studenti stranieri – sottolinea impietoso Vlad – e quindi abbiamo dovuto prendere un appartamento in affitto. In Romania, invece, ci sono alloggi per tutti”. 
Nonostante le difficoltà, l’esperienza Erasmus servirà a questi studenti per il proprio futuro lavorativo. “Questa esperienza sarà sicuramente utile e da inserire nel nostro curriculum” ritiene George, al quale ribatte Vlad che “per lavorare non importa dove hai studiato, ma solo cosa sai fare. Se sei bravo puoi trovare lavoro in Romania, ma solo come rappresentante di apparecchiature elettromedicali e per un massimo di 600 euro al mese di paga. Io vorrei trovare un lavoro da ingegnere, magari in un’azienda, ma so che è molto difficile. Probabilmente, dopo la laurea, farò il dottorato e poi andrò a cercare lavoro in Inghilterra o negli Stati Uniti”. Per Adochiei e George, invece, il sogno è di poter lavorare in Romania. “Io vorrei restare nel mio Paese, dove ci sono la mia famiglia e i miei amici – afferma Adochiei – Ho già fatto un’esperienza come venditore di prodotti elettromedicali e penso che questo lavoro mi possa piacere”. Aggiunge George “anch’io ho già lavorato nella radiologia di un ospedale e di una clinica privata: il lavoro è bello, ma è richiesta molta preparazione. Spero che quello che ho studiato in Italia mi possa essere utile”.
Valentina Orellana
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