Ogni percorso di carriera ha sempre una sua storia e da ogni storia è spesso possibile trarre preziosi insegnamenti che possono fungere da ispirazione e stimolo ad altri per costruire la propria strada professionale.
Ci sono storie poi che raccontano di successi lavorativi, altre di ostacoli e difficoltà, altre ancora di sogni ed obiettivi raggiunti o da raggiungere.
Ognuna di queste, tuttavia, ha sempre un’origine che coincide il più delle volte con una “scintilla” o una “illuminazione” ovvero con la scoperta di una passione, una particolare inclinazione o attitudine verso qualche cosa che ci attrae, ci appassiona e ci accende e per la quale ci sentiamo particolarmente portati e siamo disposti ad investire energie, tempo e risorse fisiche e mentali. Con questa rubrica di approfondimento prosegue il nostro viaggio di esplorazione tra le esperienze di manager ed imprenditori che hanno trovato la propria strada e costruito il proprio successo professionale a partire dalla scoperta della propria “scintilla”, una favilla diventata nel tempo un fuoco in grado di illuminare ed orientare il proprio percorso di crescita.
Parafrasando una nota citazione dello scrittore statunitense Mark Twain, non ci resta, dunque, che “mollare le cime ed allontanarci dal porto sicuro” ed imbarcarci, in questa prima tappa del nostro viaggio di esplorazione, in compagnia di Andrea Guanci, Direttore Marketing di MSC Crociere S.p.A.
Da oltre 13 anni a capo dell’area marketing di MSC Crociere, uno dei più importanti players del mercato turistico nel mondo, la sua carriera è stata un susseguirsi di successi professionali. Potrebbe raccontarci brevemente quali sono state le principali tappe del suo percorso di carriera che le hanno permesso nel tempo di assumere sempre maggiori responsabilità di gestione fino ad arrivare a quelle attualmente ricoperte in azienda?
“La mia carriera è stata caratterizzata da una crescita a ‘scalini’, con momenti di svolta fondamentali. Ho iniziato in amministrazione, ma il mio sogno era il marketing. La mia prima opportunità è arrivata grazie alla gestione di un nuovo ERP aziendale nella prima azienda per la quale ho lavorato ‘Yale security product’ che mi ha permesso di emergere e comprendere le dinamiche aziendali nel ruolo di Project Manager.
Da lì ho avuto esperienze significative nel marketing, passando da settori diversi come la sicurezza, l’automotive e le crociere. Con MSC Crociere, poi, ho fatto il salto e la mia propensione all’innovazione mi ha permesso di guidare l’azienda verso la transizione digitale contribuendo alla massimizzazione della customer journey attraverso un’efficace integrazione tra strategie di social media marketing e il lancio di progetti innovativi di esperienza immersiva, come il catalogo in mixed reality (msc360vr) e l’attività territoriale #naveincittà, ed iniziative strategiche di ‘Touchpoint Experience’ per il presidio dei vari punti di contatto con il consumatore finale”.
Il suo ingresso nel mondo del lavoro è iniziato, in effetti, alla fine degli anni ’90 con il conseguimento di una laurea in Economia. In che modo il suo percorso di studi l’ha aiutata nella carriera professionale e quali sono state le materie che le hanno fornito le basi necessarie per raggiungere gli attuali traguardi?
“Il mio percorso di studi in Economia mi ha fornito una solida base culturale e metodologica ma non è stato il fattore determinante nella mia carriera. Ciò che ha realmente fatto la differenza è stata la capacità di apprendere rapidamente e di sviluppare un pensiero trasversale, doti che mi hanno permesso di affrontare le sfide lavorative con flessibilità. Le materie che ho trovato più utili sono state quelle quantitative, come la matematica applicata, la microeconomia e la teoria dei giochi, che mi hanno aiutato a ragionare in modo strategico. Più che il percorso universitario, poi, è stato il Master in Business Administration (MBA – Bocconi) che ha avuto un impatto significativo, ampliando la mia visione sulle dinamiche aziendali e rafforzando la mia capacità di problem-solving. Al di là delle nozioni apprese, ciò che conta davvero è sapere dove trovare le informazioni giuste e come applicarle efficacemente nel contesto lavorativo”.
Normalmente i risultati raggiunti in ambito professionale sono quasi sempre funzione di un mix di talento, impegno e determinazione. Un ruolo-chiave nelle scelte professionali, tuttavia, è riconducibile spesso anche ad una ‘vocazione’ naturale ovvero a quella personale attitudine e predisposizione verso qualcosa cui siamo fortemente attratti. A tal riguardo, quale è stata la ‘scintilla’ che l’ha portata a scoprire la ‘vocazione’ per il marketing e ad intraprendere questa strada professionale?
“Credo che le cose accadano intenzionalmente: non sempre le cerchiamo attivamente, ma le attraiamo. Il mio percorso nel marketing è nato così. Mi trovavo nel posto giusto al momento giusto, ma non per caso: era il riflesso della mia attitudine naturale. Sono spinto dall’innovazione, dal cambiamento, dall’uscire dagli schemi. Crescendo, ho capito che la routine mi spegneva, mentre la creatività mi accendeva. Il marketing è il mio modo di vivere: analisi e numeri, ma anche parole e intuizione. Un mix di coerenza e incoerenza che mi permette di vedere il nuovo e trasformarlo in opportunità”.
Se è vero che la ‘scintilla’ consente di entrare in contatto con le nostre ‘vocazioni’ più intime ed inclinazioni naturali, è anche vero che la stessa va continuamente alimentata affinché possa trasformarsi in passione e fonte costante di entusiasmo verso la professione che abbiamo deciso di intraprendere. Nella sua esperienza quali sono gli aspetti più importanti per alimentare la propria scintilla e i principali errori da evitare?
“Per alimentare la scintilla, credo siano fondamentali due aspetti: imparare e divertirsi. La crescita continua è ciò che ci permette di evolvere, come l’aragosta che cambia il suo carapace per sopravvivere. Restare fermi nella comfort-zone è il principale errore da evitare: può sembrare rassicurante, ma spegne l’entusiasmo. Bisogna accettare i dubbi, ascoltare gli altri ma senza rinunciare alla propria visione. Non prendersi troppo sul serio aiuta a mantenere vivo l’entusiasmo e ad affrontare anche gli insuccessi con resilienza. L’importante è non sentirsi mai arrivati, perché la vera soddisfazione nasce dall’imparare sempre qualcosa di nuovo”.
Arrivato a questo punto della sua carriera professionale e in considerazione dell’enorme expertise acquisita nel corso di tutti questi anni, se avesse l’opportunità di incontrare tra i banchi dell’Università un giovane Andrea Guanci quale consiglio si sentirebbe di dargli?
“Se potessi incontrare il giovane Andrea Guanci tra i banchi dell’Università, gli direi di buttarsi, sempre. La frase che mi ha cambiato la vita è di Hermann Hesse: ‘Gli uomini non vogliono nuotare prima di saper nuotare’. Ma è proprio quando non sai nuotare che devi tuffarti. Non aspettare di avere tutto sotto controllo: lanciati in nuove sfide, accetta lavori fuori dalla tua comfort-zone, perché è così che si cresce. Fallo con intelligenza, circondati di persone che possano guidarti, ma non avere paura di sbagliare. E, soprattutto, scegli un lavoro che ti appassiona: se ami ciò che fai, il successo arriverà da sé”.
Luca Genovese
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Ateneapoli – n. 2 – 2025 – Pagina 5