Due uomini, due storie che si intrecciano quando il passato irrompe nelle loro vite e li costringe a fare i conti con se stessi e con le loro azioni. Con queste premesse si apre “L’ombrello dell’onorevole”, il nuovo romanzo di Maurilio De Felice, professore Emerito di Microbiologia all’Università Federico II, già autore per i tipi di Ateneapoli, de “L’ultima mossa dell’alfiere”.
“Perché l’ombrello dell’onorevole? L’ombrello è una metafora, naturalmente. Si tratta di un ombrello protettivo con cui ci si ripara dalla pioggia, ma non solo. La protezione che il mio personaggio cerca è dai rischi, dai pericoli che incombono sul suo presente e dai fantasmi del passato”, spiega il prof. De Felice. Le due vite in gioco sono quelle di Gene e Loris, docente universitario con un’illustre carriera accademica condotta tra Stati Uniti e Italia l’uno, e politico sul punto di ottenere un prestigioso incarico l’altro, di cui viene narrata la storia a cavallo tra passato e presente. “Negli anni della contestazione giovanile questi due personaggi vengono coinvolti in un grave episodio di violenza che li induce ad allontanarsi. Li ritroviamo cinquant’anni dopo, settantenni, quando questo episodio torna alla luce. Nasce così un giallo-thriller in cui ritorna anche il magistrato Paolo Miranda, personaggio già conosciuto con ‘L’ultima mossa dell’alfiere’, che è il filo conduttore del mio romanzo”. Romanzo in cui le epoche storiche rivestono un ruolo di primo piano: “Il mio racconto permette un avvicinamento tra gli anni Sessanta e i nostri tempi. Con quale obiettivo? Condurre un’analisi e capire…
“Perché l’ombrello dell’onorevole? L’ombrello è una metafora, naturalmente. Si tratta di un ombrello protettivo con cui ci si ripara dalla pioggia, ma non solo. La protezione che il mio personaggio cerca è dai rischi, dai pericoli che incombono sul suo presente e dai fantasmi del passato”, spiega il prof. De Felice. Le due vite in gioco sono quelle di Gene e Loris, docente universitario con un’illustre carriera accademica condotta tra Stati Uniti e Italia l’uno, e politico sul punto di ottenere un prestigioso incarico l’altro, di cui viene narrata la storia a cavallo tra passato e presente. “Negli anni della contestazione giovanile questi due personaggi vengono coinvolti in un grave episodio di violenza che li induce ad allontanarsi. Li ritroviamo cinquant’anni dopo, settantenni, quando questo episodio torna alla luce. Nasce così un giallo-thriller in cui ritorna anche il magistrato Paolo Miranda, personaggio già conosciuto con ‘L’ultima mossa dell’alfiere’, che è il filo conduttore del mio romanzo”. Romanzo in cui le epoche storiche rivestono un ruolo di primo piano: “Il mio racconto permette un avvicinamento tra gli anni Sessanta e i nostri tempi. Con quale obiettivo? Condurre un’analisi e capire…
L'articolo continua sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola dal 10 dicembre (n. 18-19/2018)
o in versione digitale all'indirizzo: https://www.ateneapoli.it/archivio-giornale/ateneapoli
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