Residenze universitarie, a breve la Commissione ministeriale si esprimerà sui progetti candidati: in Campania sono 9

Il punto con il Presidente dell’Adisurc

La primavera sarà decisiva per sciogliere il nodo delle residenze universitarie sulle quali, nei prossimi anni, potranno contare gli studenti della Campania. “La Commissione del Ministero dell’Università entro fine aprile, ma non escludo che possa esserci uno slittamento, deciderà quali tra i tanti progetti di case dello studente che sono stati presentati in tutta Italia sarà finanziato. Ad ogni modo non penso che per il verdetto dovremo attendere ancora molti mesi”, dice Emilio Di Marzio, Presidente dell’Adisurc, l’Azienda per il diritto allo studio alla quale fanno riferimento tutti gli Atenei della regione. I fondi, precisa, sono quelli della 338 del 2000, la legge nazionale di sostegno all’edilizia per gli studentati: “La Commissione ha già iniziato i lavori di valutazione dei progetti. Ci sono due notizie: una cattiva ed una buona. La prima è che, rispetto alle risorse inizialmente previste sulla 338, sembra che i fondi effettivamente disponibili saranno meno. Il finanziamento originario era di 300 milioni. Non si sa quanto sia rimasto. Credo circa 150 o 180 milioni di euro. La seconda notizia, quella buona, è che il 40% di fondi del Pnrr ha una destinazione vincolata al Sud e questo potrebbe favorire gli Atenei campani. Certamente non porteremo a casa tutte le candidature presentate, ma spero che almeno una discreta parte di esse potrà essere realizzata”. Esaurito il preambolo, Di Marzio entra nel merito delle singole proposte: I progetti candidati in Campania sulla base della legge 338 sono nove. Tre dalla Regione, uno dall’Adisurc, uno dalla Parthenope, uno dalla Federico II, uno dall’Ateneo del Sannio, uno dalla Vanvitelli ed uno dall’Ateneo di Fisciano. Aggiungo che, in realtà, sebbene un solo progetto sia stato candidato in prima battuta dall’Adisurc, tutti i nove hanno un piccolo sostegno dell’Azienda perché il bando garantisce una premialità con questo appoggio in sede di valutazione delle proposte. Può fare la differenza nella graduatoria”.

Dalla Miranda alla De Amicis

In dettaglio le proposte sottoposte al Ministero: la Regione ha chiesto un finanziamento per il recupero del Miranda, edificio che è a poca distanza dal Dipartimento di Veterinaria. È sulla salita del Moiariello e fu realizzato tra il 1935 (l’iniziativa partì dall’Istituto per le case popolari di Napoli in collaborazione con l’Ateneo federiciano) ed il 1952, quando si dedicò ad essa Giulio de Luca, l’autore dell’Arena Flegrea. Fu utilizzato proprio come studentato circa mezzo secolo fa, poi abbandonato, e, negli anni Ottanta del secolo scorso, occupato da alcune famiglie di terremotati. Negli anni Novanta, mentre la struttura era sempre più fatiscente e pericolante, è stato poi autogestito per qualche tempo da un manipolo di studenti dei collettivi universitari. Lì dentro si tenevano attività politiche e culturali e corsi di Aikido. Negli anni successivi, quando anche gli studenti in autogestione andarono via, il Miranda è stato abitato in maniera molto precaria da senza fissa dimora ed artisti di strada che si adattavano in una struttura dove, ormai, vetri e porte erano distrutti, il giardino era una selva di rovi, non c’erano elettricità ed acqua calda. Nel 2014 fu annunciato un piano da sette milioni di euro per recuperare la struttura sulla base di un progetto dell’Università Federico II, che sviluppava la tesi progettuale di un giovane laureato, Pasquale D’Agosto. Relatrice era la professoressa Lilia Pagano. Non se ne fece nulla. “La Regione – va avanti Di Marzio – prevede che il Miranda garantirà 186 posti alloggio”. Il secondo progetto presentato da Palazzo Santa Lucia verte sulla ristrutturazione e destinazione a studentato dell’ex Ostello della Gioventù ubicato a Mergellina. “Se andrà in porto, varrà cento posti letto”. È targata Regione, poi, la proposta di finanziamento di un edificio a pochi passi dal complesso di Santa Chiara, nel centro storico napoletano: “È un immobile di proprietà del Fondo del Ministero degli Interni destinato alla gestione delle opere religiose. Potrebbe mettere a disposizione degli studenti cinquanta posti letto. Il progetto dell’Adisurc è relativo alla realizzazione di 96 posti letto nella residenza De Amicis, che è collocata nella zona ospedaliera: “Quell’edificio funzionava già come studentato, ma è ormai chiuso ed inutilizzato da quindici o venti anni. L’idea è di ricavarne 96 posti”.

I progetti degli Atenei. La proposta della Parthenope è relativa – come anticipato già alcuni mesi fa dall’ex Rettore Alberto Carotenuto durante una conferenza stampa nella sede di via Acton – alla realizzazione di uno studentato da 70 posti nell’ambito dell’ex Arsenale in via Campegna, nel quartiere Fuorigrotta, che l’Università ha nella sua disponibilità a seguito del protocollo d’intesa che ha sottoscritto nell’estate 2022 con l’Agenzia del Demanio. La Federico II “ha candidato una residenza bellissima dal punto di vista strutturale: la Medici. È a Portici, nel bosco, in una posizione favolosa. È stata già utilizzata come casa dello studente, ma credo che sia ormai chiusa da almeno venti anni. Il progetto è di ricavare nella struttura 62 posti per gli studenti”. Da Napoli a Benevento, dove l’Ateneo del Sannio ha presentato la proposta di studentato da 65 posti nel convento di San Vittorino e a Palazzo Zoppoli. La Vanvitelli “ha avanzato un progetto molto ambizioso: il recupero della ex caserma Balducci per 122 posti. Fisciano ha chiesto il finanziamento del secondo lotto e quinto stralcio di studentato interno al campus: “Se andrà a buon fine, garantirà 120 posti.  Questi, dunque, i nove progetti.

Lavori di adeguamento antisismici alla Paolella

Si muove su un binario diverso quello relativo alla ex residenza Paolella, che si trova a Fuorigrotta ed ha ospitato per molti anni gli iscritti ad Ingegneria. La chiudemmo – ricorda Di Marzio – per un problema di vulnerabilità sismica. Necessita di interventi, ma non fa parte del pacchetto di proposte candidate al finanziamento della 338. Stiamo acquisendo la progettazione e nel corso del 2023 saranno affidati i lavori per l’adeguamento sismico. Oggi è fuori uso, ma non è in una condizione analoga alla De Amicis oppure alla Medici. Spero che si riesca ad affidare i lavori di adeguamento alle norme antisismiche entro dicembre. La residenza Paolella potrà ospitare circa novanta ragazze e ragazzi”. In attesa che almeno alcuni tra i progetti dei quali ha parlato Di Marzio vadano in porto, studentesse e studenti soffrono per la mancanza di alloggi garantiti dagli Atenei e per il contemporaneo rialzo dei prezzi delle case. Napoli è sempre più affollata di turisti e questo fa sì che molti appartamenti del centro storico, dei Quartieri Spagnoli, della Sanità, di Materdei e di altre zone, i quali fino a qualche anno fa erano destinati all’affitto – spesso a nero – agli universitari siano stati trasformati in bed and breakfast per brevi soggiorni di chi visita la città. Il prezzo medio di una stanza singola in una zona centrale, ormai – ammesso che la si trovi – è raramente inferiore a 350 o 400 euro mensili. Il rincaro dei costi delle utenze complica ulteriormente la questione. A fronte di ciò, i posti oggi garantiti dalle residenze universitarie sono pochi. L’Università Parthenope – ricorda il Presidente dell’Adisurc – “ha uno studentato in via Galileo Ferraris per 180 ragazze e ragazzi”. L’Orientale “ha una residenza universitaria in via Brin che conta 142 posti. C’è, poi, lo studentato Flavio che è a Pozzuoli e mette a disposizione 299 posti”. Ancora, “le residenze universitarie delle Università di Salerno, che sono quattro per 282, 240,152 e 77 posti, e del Sannio a Benevento che ospita 50 studenti”.

Novità su mense e aule polivalenti

Non sono solo le residenze universitarie, peraltro, che mancano. C’è penuria anche di mense per gli studenti. Qualcosa, però, parrebbe che si stia muovendo anche su questo versante: “con la Regione – dice Di Marzio – l’Adisurc sta facendo un lavoro affinché si possa assicurare una mensa ad Agraria. C’era fino ad un paio di decenni fa e vorremmo recuperarla. Abbiamo anche individuato un’area a Fuorigrotta per una mensa a sostegno di Ingegneria. Una struttura comunale in via De Gennaro. C’è poi l’idea di utilizzare un immobile che ospitava la direzione degli uffici delle case popolari del Comune di Napoli a Sant’Eligio, in prossimità di piazza Mercato. Vorremmo trasferire lì la sede dell’Adisurc, liberandoci così dall’affitto che paghiamo in via De Gasperi e che è pari a circa centomila euro all’anno, e ricavare nell’immobile anche aule polivalenti e per lo studio. Ovviamente sono idee non astratte, ma concretamente avanzate in Regione. Della quale – mi preme sottolinearlo – noi siamo un’Azienda speciale. Ogni nostro atto di natura straordinaria è sottoposto ad approvazione regionale. L’auspicio è che il progetto di Sant’Eligio e gli altri ai quali ho accennato poc’anzi trovino consenso da parte del Presidente De Luca e della Giunta e nella parte politica. Stiamo portando avanti un lavoro affinché trovino positiva conferma politica e normativa e di regolarità urbanistica”.

Sempre in materia di servizi, c’è poi il capitolo delle borse di studio. “Qui – conclude Di Marzio – non stiamo per nulla messi male. La Campania è tra le prime regioni in Italia. Quest’anno il trenta per cento in più di studenti, rispetto a quello precedente, riceverà la borsa di studio ed il cento per cento fruirà di un aumento dell’importo. In più, per agevolare gli studenti, in Campania gli universitari hanno diritto all’abbonamento gratuito ai mezzi pubblici di trasporto.

Fabrizio Geremicca

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