“Dopo la partita ci scappa sempre qualche commento sulla Chimica”. È fisiologico quando sul rettangolo rosso si ritrovano a battagliare punto su punto due tennisti che solo qualche ora prima erano l’uno di fronte all’altro in aula, vestendo rispettivamente i panni di studente e di docente. Succede spesso al dott. Marco Chino, 31 anni, ricercatore a tempo determinato di fascia A al Dipartimento di Scienze Chimiche della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base: “ho avuto la possibilità di giocare contro studenti ai quali ho fatto lezione. Qualche volta ho vinto, qualche volta no. Di certo non mi hanno reso la vita facile”. Per lui, dopo qualche esperienza in un circolo di Soccavo, l’approdo al CUS: “ho deciso di iscrivermi lo scorso ottobre perché avevo intenzione di vivere in un ambiente più universitario anche dal punto di vista sportivo. Già l’anno prima avevo svolto la lezione di prova, ma un infortunio al polso mi ha fermato. Poi, col pieno recupero, ho potuto iniziare i corsi con il maestro Espedito”. Sulla struttura di via Campegna: “gli spazi sono ampi. Con circa dieci campi, di cui due in cemento e il resto in terra rossa, c’è sempre la possibilità di giocare. Purtroppo questa stagione siamo stati un po’ sfortunati per la tanta pioggia”. Dai disagi provocati dal maltempo il suggerimento rivolto a chi si occupa del CUS: “prevedere una copertura su almeno un paio di campi. Non sarebbe male per noi corsisti…
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