Rossella Di Monaco (Scienze e Tecnologie Alimentari), Elena Torrieri (Scienze e Tecnologie Alimentari), Luigi Cembalo (Economia ed Estimo Rurale) ed Albino Maggio (Agronomia e Coltivazioni Erbacee) sono i primi 4 della pattuglia di 15 nuovi professori che si prevede arrivino ad Agraria nei prossimi tre anni. Quattordici gli associati ed un docente ordinario. I nuovi ingressi avvengono grazie al finanziamento del piano triennale. Sono 122, attualmente, i professori in organico al Dipartimento di Portici, che garantiscono un ottimo rapporto tra docenti e studenti. “Sotto questo profilo – dice il professore Paolo Masi, che dirige il Dipartimento – non posso lamentarmi. Se c’è una nota dolente, riguarda i supplenti. Ho dato una scorsa ai risultati delle valutazioni sui professori che sono state espresse dai nostri studenti. Ebbene, i giudizi più negativi riguardano alcuni supplenti. Il motivo è evidente: sono persone pagate male per lavorare con noi (un contratto non supera i 1500 euro lordi annui) e sono in organico ad altri Dipartimenti. Se uno fa base a Monte Sant’Angelo od in centro storico a Napoli e deve raggiungere Portici per tenere una lezione che gli sarà remunerata anche poco, capita che lo faccia malvolentieri. Non assicurerà, inoltre, la sua presenza ad Agraria al di là dello stretto indispensabile. La qualità della didattica non potrà che risentirne”. Il problema, par di capire, riguarda in particolare alcuni corsi di Matematica, di Chimica e di Fisica. “Quando sono stati istituiti i Dipartimenti con le discipline caratterizzanti – prosegue Masi – gran parte dei chimici sono andati a Chimica, dei matematici a Matematica, dei fisici a Fisica. Scelte legate alla possibilità di fare carriera. Io qui ad Agraria posso sì bandire un concorso per un associato di Chimica, la gara sarà espletata però dal Dipartimento di Chimica, non da me. Evidentemente la vicinanza al cuore di Federico, alla sede centrale dell’Ateneo, è premiante in queste situazioni. Ne siamo usciti penalizzati noi di Agraria ed i colleghi di Veterinaria, che siamo rimasti sprovvisti di docenti in organico sulle materie di base del primo anno. Ricorriamo dunque alle supplenze, con i problemi ai quali accennavo prima”.
Questione seria, perché proprio al primo anno gli studenti dovrebbero poter contare sulla presenza di professori a tempo pieno per le materie di base, quelle per le quali incontrano generalmente più difficoltà. Ad Agraria, in particolare, il tasso di abbandono tra il I ed il II anno è del cinquanta per cento. “Posso pensare che dipenda in parte dall’impreparazione con la quale approdano all’università dalla scuola tanti studenti. Quest’anno, però, è scattato il test selettivo, dunque una selezione c’è stata. Se il dato del cinquanta per cento sarà confermato anche questa volta, il dubbio che non siano gli studenti a non essere buoni, ma alcuni docenti, si rafforzerà”. Lo scorso autunno hanno sostenuto il test 750 allievi. I nuovi iscritti sono ora alle prese con gli esami del I semestre.
Prosegue, intanto, l’intervento di ripristino dell’Orto Botanico e del bosco di Agraria, gravemente danneggiati dalla tromba d’aria della scorsa estate. “Abbiamo investito 80 mila euro su fondi del Dipartimento e sono stati utilizzati per espiantare 430 alberi che la furia degli elementi aveva reso pericolanti. Sono stati messi in sicurezza i percorsi pedonali e le vie carrabili. C’è però ancora lavoro da fare. Ci siamo rivolti a ditte esterne, per quanto riguarda in particolare il noleggio delle attrezzature, e ci siamo avvalsi del contributo dei nostri circa trenta stagionali”.
Tra le novità, Agraria sta preparando una giornata della ricerca, durante la quale saranno illustrati anche i risultati conseguiti negli ultimi anni nell’ambito di alcuni progetti. “Abbiamo inoltre istituito”, prosegue Masi, “un premio destinato al professore ordinario, all’associato ed al ricercatore che si siano distinti per meriti. Finanziamo poi una ricerca per 20 mila euro proposta dai ricercatori a tempo indeterminato che non hanno ancora conseguito idoneità e contribuiremo con una borsa di studio aggiuntiva per dottori di ricerca che vengono da fuori regione. Infine, si prevede di premiare con un assegno di ricerca i dottorandi che, prima di sostenere la prova finale, abbiano già pubblicato due lavori su riviste di eccellenza classificate come Q1”. Iniziative utili, confida Masi, a consolidare il primato di Agraria della Federico II in Italia. “Secondo la graduatoria redatta ogni anno dall’Università di Taiwan e considerata uno degli indici di classificazione degli Atenei più affidabili (National Taiwan University Ranking) – conclude – in Italia siamo i primi nel settore Agricoltura. In Europa siamo al dodicesimo posto. Nel mondo al trentottesimo”.
Fabrizio Geremicca
Questione seria, perché proprio al primo anno gli studenti dovrebbero poter contare sulla presenza di professori a tempo pieno per le materie di base, quelle per le quali incontrano generalmente più difficoltà. Ad Agraria, in particolare, il tasso di abbandono tra il I ed il II anno è del cinquanta per cento. “Posso pensare che dipenda in parte dall’impreparazione con la quale approdano all’università dalla scuola tanti studenti. Quest’anno, però, è scattato il test selettivo, dunque una selezione c’è stata. Se il dato del cinquanta per cento sarà confermato anche questa volta, il dubbio che non siano gli studenti a non essere buoni, ma alcuni docenti, si rafforzerà”. Lo scorso autunno hanno sostenuto il test 750 allievi. I nuovi iscritti sono ora alle prese con gli esami del I semestre.
Prosegue, intanto, l’intervento di ripristino dell’Orto Botanico e del bosco di Agraria, gravemente danneggiati dalla tromba d’aria della scorsa estate. “Abbiamo investito 80 mila euro su fondi del Dipartimento e sono stati utilizzati per espiantare 430 alberi che la furia degli elementi aveva reso pericolanti. Sono stati messi in sicurezza i percorsi pedonali e le vie carrabili. C’è però ancora lavoro da fare. Ci siamo rivolti a ditte esterne, per quanto riguarda in particolare il noleggio delle attrezzature, e ci siamo avvalsi del contributo dei nostri circa trenta stagionali”.
Tra le novità, Agraria sta preparando una giornata della ricerca, durante la quale saranno illustrati anche i risultati conseguiti negli ultimi anni nell’ambito di alcuni progetti. “Abbiamo inoltre istituito”, prosegue Masi, “un premio destinato al professore ordinario, all’associato ed al ricercatore che si siano distinti per meriti. Finanziamo poi una ricerca per 20 mila euro proposta dai ricercatori a tempo indeterminato che non hanno ancora conseguito idoneità e contribuiremo con una borsa di studio aggiuntiva per dottori di ricerca che vengono da fuori regione. Infine, si prevede di premiare con un assegno di ricerca i dottorandi che, prima di sostenere la prova finale, abbiano già pubblicato due lavori su riviste di eccellenza classificate come Q1”. Iniziative utili, confida Masi, a consolidare il primato di Agraria della Federico II in Italia. “Secondo la graduatoria redatta ogni anno dall’Università di Taiwan e considerata uno degli indici di classificazione degli Atenei più affidabili (National Taiwan University Ranking) – conclude – in Italia siamo i primi nel settore Agricoltura. In Europa siamo al dodicesimo posto. Nel mondo al trentottesimo”.
Fabrizio Geremicca