15 squadre di studenti si sono sfidate in prove di ingegno e di abilità organizzativa

Si è svolta mercoledì 24 e giovedì 25 marzo l’iBEC, la tradizionale competizione organizzata dall’associazione studentesca BEST. Quindici gruppi formati da quattro studenti ciascuno, che per due giorni si sono sfidati in prove di ingegno e abilità organizzativa. “Durante il primo giorno i gruppi hanno dovuto organizzare una gara nazionale, procurandosi sponsor e spazi e organizzando sia momenti di lavoro che tempo libero. Il secondo giorno, invece, è stato dedicato alla costruzione di un dispositivo, rivelato la mattina della gara”, spiega Maria Elena De Marco, organizzatrice di un evento che ha ottenuto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica ed è stato promosso da importanti aziende come la Thales, che si occupa di sistemi di comunicazione satellitari, ed il centro di ricerche ELASIS. Come ogni anno, alle competizioni locali presso le sei sezioni italiane –Napoli, Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Messina, Torino e Milano – seguirà una gara nazionale che avrà luogo a Messina dal 19 al 23 maggio. Il dispositivo su cui i ragazzi si sono dovuti cimentare è stato un meccanismo di sollevamento e movimentazione di oggetti. 
Vincitori sono risultati i ragazzi del gruppo Clockwork Minds che hanno costruito un meccanismo a bracci con tre gradi di libertà, in grado di sollevare ed impilare gli uni sugli altri oggetti del peso di 300 grammi entro i quattro minuti previsti dagli organizzatori e rispettando alcune specifiche tecniche. 
La parola ai vincitori. Guido Rotondo, 23 anni, studente specialistico di Ingegneria Navale, originario di Messina, che ha partecipato all’iniziativa, racconta: “sono venuto a Napoli perché la Specialistica in Ingegneria Navale c’è solo in alcune università. Mi piace molto, mi trovo bene”. Appassionato di mare, pratica vela e surf. “Anche mio padre è un ingegnere navale, ma non penso di lavorare con la mia famiglia. Terminati gli studi vorrei continuare a viaggiare. Andare in America o frequentare un Master a Southampton”. Di mondo ne ha visto già un po’, viaggiando fra Europa, Asia ed Africa. Da bambino ha vissuto per qualche tempo in Sud Africa. Ermes Scarano ha 20 anni, è di Portici e come altri suoi colleghi è iscritto al secondo anno del Corso di Laurea in Ingegneria dell’Automazione. “Sono appassionato di sistemi elettronici, in particolare quelli dedicati alla musica. In futuro mi piacerebbe dedicarmi alla componentistica strumentale”, dice lo studente che nel tempo libero suona il basso elettrico. È molto contento di aver partecipato all’evento. “È stato interessante e formativo. Un modo per avere un approccio pratico all’ingegneria. Ora ci stiamo preparando per la gara nazionale”. Spera di proseguire con la Specialistica fuori, per avere nuove esperienze. Anche Giovanni Schiavone, 21 anni, è porticese e ha scelto il ramo dell’automazione. “Sono interessato ad una Specialistica in Ingegneria Biomedica per studiare arti robotici. Mi piacciono anche le nanotecnologie e la ricerca in generale”, dice. E’ ancora incredulo per la vittoria. “Siamo riusciti a realizzare il meccanismo più efficiente. Siamo stati bravi ad usare lo spago invece del nylon che è meno resistente”. Gianmarco Padano è napoletano, ha 21 anni. Ha cominciato a coltivare la sua passione per la robotica al liceo, maturato le prime conoscenze da autodidatta. È una persona creativa, suona il basso e la tastiera elettrica e vorrebbe dedicarsi allo studio del controllo digitale della musica. Già ora scrive programmi dedicati alla musica, ne studia i segnali e realizza apparecchiature musicali. Partecipare alla competizione è stato per lui un modo per “mettere in atto nozioni teoriche. È un bene che ci siano delle associazioni studentesche vicine ai ragazzi”.
Simona Pasquale                                                          
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