Dalla sua villa a Sant’Agata sui due Golfi sembra di poter dominare l’intera linea di costa della Campania, da Napoli a Salerno. In questo scenario da sogno, in occasione di una festa di compleanno, si consuma un fatto clamoroso dal quale si sviluppa la storia raccontata nel libro ‘L’ultima mossa dell’alfiere’, edito da Ateneapoli, terza opera del prof. Maurilio De Felice. Docente emerito di Microbiologia alla Federico II, De Felice si è avvicinato alla scrittura, rispolverando una sua vecchia passione, proprio a chiusura della sua carriera accademica, durante la quale ha tra l’altro ricoperto il ruolo di Direttore di due Dipartimenti universitari e Coordinatore di due Dottorati di ricerca inter-universitari. “Quella per la scrittura è una passione che mi porto dietro da ragazzo, un amore che
fu trasmesso dal mio professore di Letteratura al Liceo classico e che per anni ho tenuto da parte. Certo ho sempre scritto, ma si trattava di testi di Microbiologia!”, racconta. Adesso, accanto all’attività di ricerca che continua anche se in pensione, ha tirato fuori dal cassetto questo sogno di gioventù: ha pubblicato un primo romanzo, il giallo ‘La prova dell’Angelo musicante’, ed una raccolta di racconti, ‘Professore lei ha errato’ (che ha ottenuto il secondo posto al Premio Martinelli, sezione racconti), fino a questa detective story con protagonista un top manager, brillante e dalla vita movimentata: il dott. Joe Ferrara. Il manager “abita in una bella villa sulla penisola sorrentina ma vi trascorre solo brevi periodi perché il suo lavoro di coordinatore delle attività estere di due grosse aziende italiane lo porta più volte all’anno in Cina e in India. Di tanto in tanto, Joe fa brevi puntate anche negli USA per far visita alla famiglia di origine della madre a Long Island, nell’area
metropolitana di New York, e soprattutto
alla sorella Mimmi, avvocatessa, che vive nel Connecticut, non lontano dalla Grande Mela, con il marito Pietro. Va spesso anche a Parigi, dove ha vissuto da giovane e dove ha conservato un piccolo appartamento e soprattutto l’amicizia di Claire, un’elegante istruttrice di balletto classico con la quale ha un rapporto a metà tra l’amicizia e
il fidanzamento, apparentemente senza sbocchi a causa dell’amore di entrambi per il proprio lavoro”, racconta De Felice. Per i suoi quarantacinque anni Joe dà una grande festa nella sua villa in costiera. Sono presenti numerosi amici, fra i quali compagni di gioventù, intellettuali, politici, diplomatici e divi dello spettacolo. “Durante la festa, si verifica un evento misterioso, da cui si svilupperà una complessa indagine poliziesca con effetti a cascata e ripetuti colpi di scena, che sarà risolta brillantemente grazie all’abile e appassionata attività investigativa del magistrato Paolo Miranda coadiuvato dal capitano dei carabinieri Aldo Di Giacomo”. La realtà narrata da De Felice è
quella dell’alta borghesia, e le immagini che lo scrittore offre spaziano dall’Asia all’Africa, un mondo ricco e senza frontiere, dove però non mancano eventi negativi e spaventosi come quello accaduto alla festa: “Anche se la storia misteriosa è completamente inventata, i personaggi che popolano il racconto sono nati dai miei ricordi, un pot pourri costruito negli anni, dai ricordi di persone che conosco, familiari, amici. Quando si scrive ci si ispira sempre a qualcosa che si è visto o vissuto”. Ad esempio: “il personaggio del nonno Peppino (un ricco industriale di Scafati, n.d.r.) è ispirato a mio padre e ad un amico di mio padre, mentre il magistrato, che ha seguito anche la prima indagine in ‘La Prova dell’Angelo musicante’, abita in un palazzo di via Luca Giordano che conosco molto bene. Così anche i luoghi sono località in cui ho vissuto, come l’America o la Francia. Per me la storia è uno spunto
per raccontare le strade, la vita, i tipi umani, ma anche la cucina, gli ambienti, tutti i dettagli che colorano
la vita”. Lo stile è asciutto e a tratti ironico, ma soprattutto molto curato nelle scelte linguistiche e grammaticali: “Un buon libro si deve leggere con piacere e facilità, così io sto molto attento alla scelta degli aggettivi, degli avverbi. Non concepisco frasi senza il verbo, né quelle troppo lunghe o di una sola parola”. Il prof. De Felice è già al lavoro sulla stesura di un quarto libro, una detective story ambientata, addirittura, a Monte Sant’Angelo.
fu trasmesso dal mio professore di Letteratura al Liceo classico e che per anni ho tenuto da parte. Certo ho sempre scritto, ma si trattava di testi di Microbiologia!”, racconta. Adesso, accanto all’attività di ricerca che continua anche se in pensione, ha tirato fuori dal cassetto questo sogno di gioventù: ha pubblicato un primo romanzo, il giallo ‘La prova dell’Angelo musicante’, ed una raccolta di racconti, ‘Professore lei ha errato’ (che ha ottenuto il secondo posto al Premio Martinelli, sezione racconti), fino a questa detective story con protagonista un top manager, brillante e dalla vita movimentata: il dott. Joe Ferrara. Il manager “abita in una bella villa sulla penisola sorrentina ma vi trascorre solo brevi periodi perché il suo lavoro di coordinatore delle attività estere di due grosse aziende italiane lo porta più volte all’anno in Cina e in India. Di tanto in tanto, Joe fa brevi puntate anche negli USA per far visita alla famiglia di origine della madre a Long Island, nell’area
metropolitana di New York, e soprattutto
alla sorella Mimmi, avvocatessa, che vive nel Connecticut, non lontano dalla Grande Mela, con il marito Pietro. Va spesso anche a Parigi, dove ha vissuto da giovane e dove ha conservato un piccolo appartamento e soprattutto l’amicizia di Claire, un’elegante istruttrice di balletto classico con la quale ha un rapporto a metà tra l’amicizia e
il fidanzamento, apparentemente senza sbocchi a causa dell’amore di entrambi per il proprio lavoro”, racconta De Felice. Per i suoi quarantacinque anni Joe dà una grande festa nella sua villa in costiera. Sono presenti numerosi amici, fra i quali compagni di gioventù, intellettuali, politici, diplomatici e divi dello spettacolo. “Durante la festa, si verifica un evento misterioso, da cui si svilupperà una complessa indagine poliziesca con effetti a cascata e ripetuti colpi di scena, che sarà risolta brillantemente grazie all’abile e appassionata attività investigativa del magistrato Paolo Miranda coadiuvato dal capitano dei carabinieri Aldo Di Giacomo”. La realtà narrata da De Felice è
quella dell’alta borghesia, e le immagini che lo scrittore offre spaziano dall’Asia all’Africa, un mondo ricco e senza frontiere, dove però non mancano eventi negativi e spaventosi come quello accaduto alla festa: “Anche se la storia misteriosa è completamente inventata, i personaggi che popolano il racconto sono nati dai miei ricordi, un pot pourri costruito negli anni, dai ricordi di persone che conosco, familiari, amici. Quando si scrive ci si ispira sempre a qualcosa che si è visto o vissuto”. Ad esempio: “il personaggio del nonno Peppino (un ricco industriale di Scafati, n.d.r.) è ispirato a mio padre e ad un amico di mio padre, mentre il magistrato, che ha seguito anche la prima indagine in ‘La Prova dell’Angelo musicante’, abita in un palazzo di via Luca Giordano che conosco molto bene. Così anche i luoghi sono località in cui ho vissuto, come l’America o la Francia. Per me la storia è uno spunto
per raccontare le strade, la vita, i tipi umani, ma anche la cucina, gli ambienti, tutti i dettagli che colorano
la vita”. Lo stile è asciutto e a tratti ironico, ma soprattutto molto curato nelle scelte linguistiche e grammaticali: “Un buon libro si deve leggere con piacere e facilità, così io sto molto attento alla scelta degli aggettivi, degli avverbi. Non concepisco frasi senza il verbo, né quelle troppo lunghe o di una sola parola”. Il prof. De Felice è già al lavoro sulla stesura di un quarto libro, una detective story ambientata, addirittura, a Monte Sant’Angelo.