Il prof. Emanuele Miraglia Del Giudice è il nuovo Presidente del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, sede di Caserta. Succede al prof. Marcellino Monda, eletto alla guida del Dipartimento di Medicina Sperimentale. Una lunga carriera alle spalle, quella del prof. Miraglia Del Giudice, Ordinario di Pediatria presso il Dipartimento della donna, del bambino e di chirurgia generale e specialistica, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pediatria generale e specialistica dell’Azienda Ospedaliera della Vanvitelli e Direttore del Dipartimento assistenziale di Attività Integrata materno infantile (DAI). Il docente, autore di 270 articoli pubblicati su riviste scientifiche di rilievo internazionale e censiti dal Journal Citation Report (JCR), approda al timone del Corso di Laurea con le idee già chiare: procedere in continuità con l’operato del suo predecessore, “che è stato apprezzato nell’ambito della didattica e della ricerca sia in Ateneo che sul territorio. Il prof. Monda si è impegnato molto nel tentativo di rendere più semplice la vita universitaria degli studenti, e credo che i risultati siano ben visibili guardando al numero degli iscritti che si laureano rispettando i tempi”. L’area medica è fatta di tre parti, dice il neo Presidente: la didattica, la pratica, l’assistenza. “Gli studenti devono poter incrementare le proprie capacità in questi tre ambiti simultaneamente. Per quanto riguarda la didattica, oltre all’impegno profuso nel dispensare le conoscenze (che mai si è perso, nonostante l’erogazione in remoto a seguito dell’emergenza epidemiologica), si deve menzionare l’altissima qualità del nostro corpo docente. La questione fondamentale per un aspirante medico è, tuttavia, la pratica: un medico deve poter toccare la professione con mano dacché avrà a che fare con la vita delle persone e, oltre all’apprendimento delle tecniche mediche, dovrà saper fronteggiare le questioni più prettamente umane”. La ripresa dei lavori per la realizzazione del nuovo Policlinico di Caserta, “struttura che disporrà di tutte le tecnologie più avanzate, permetterà agli studenti di svolgere l’attività pratica coadiuvandola con il terzo ambito fondamentale, cioè quello dell’assistenza. La disponibilità di una nuova struttura “permetterà di poter suggerire un incremento del numero di posti per gli aspiranti medici e consentirà la resa di un servizio migliore sul territorio”. Un Corso di Laurea che accoglie trecento nuovi iscritti all’anno deve disporre di spazi e di un’adeguata gestione: “ed è infatti per questo che ci impegniamo attivamente. Lo studente può godere di ampi spazi nella struttura di via Arena che, con i suoi otto piani, offre trecento postazioni singole per gli studenti e inoltre può contare sulla costante presenza dei docenti. Credo di parlare a nome di tutti nel dire che la prerogativa fondamentale del nostro Ateneo è l’assistenza agli studenti”. L’emergenza epidemiologica ha messo in luce quanto sia importante il ruolo della medicina e della ricerca: “anche se fortemente discusso, il nuovo vaccino per l’infezione da Covid-19 è la dimostrazione di quanto i sodalizi internazionali di ricerca in ambito medico siano essenziali, avendo proposto una soluzione in soli dieci mesi. Giusto per darne un’idea, l’epidemia di febbre spagnola si protrasse per oltre tre anni prima che si proponesse un vaccino, comportando un numero di morti che secondo alcuni sfiorò i cento milioni. Io credo e mi auguro che questo periodo serva ad incoraggiare una nuova ondata di fiducia verso la scienza e la medicina, anche da parte degli aspiranti medici, che in questi mesi hanno potuto constatare quanto a volte il medico sia più simile a un eroe”, sostiene il docente. Un consiglio agli studenti: “come ho sempre detto a mia figlia, che da poco tempo ha concluso gli studi, per essere un medico occorre essere provvisti di due caratteristiche fondamentali, la curiosità e l’empatia. La prima, che probabilmente è all’origine dell’avvicinamento all’ambito medico, serve per assimilare sempre più nozioni; la seconda, fondamentale, necessita per poter far fronte a tutte quelle situazioni umane, talvolta disarmanti, cui un medico per forza di cose si troverà davanti. Spesso il medico è l’ultimo essere umano con cui una persona si interfaccia alla fine della propria vita, e questo richiede delle doti umane che in parte già si posseggono per natura e che in parte si acquisiscono vivendo in corsia”. E poi un invito: “rivolgersi ai docenti per qualunque dubbio o curiosità, perché non troveranno mai un muro, ma persone aperte e disponibili ad ascoltare le loro istanze”.
Nicola Di Nardo
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