Nuovi docenti, nuove amicizie, nuovi esami da affrontare per chi ce l’ha fatta a superare le forche caudine dei test d’ammissione (si sono svolti il 3 settembre) a Medicina. “La difficoltà maggiore per le matricole – afferma il prof. Sergio Minucci, delegato all’orientamento della Facoltà e docente di Biologia – sta proprio nella fase di cambiamento che si concretizza nel passaggio dalla scuola superiore all’Università. E’ necessario integrarsi subito in modo da non restare isolati, quindi frequentare, creare una rete di rapporti prima con i coetanei e poi con i docenti e seguire i consigli di questi ultimi”. Dopo le prime amicizie, arriva lo studio. “Il segreto per riuscire negli studi è partire da subito, seguire i consigli che i docenti danno all’inizio dei corsi, partecipare alle lezioni, prendere appunti e soprattutto riguardarseli, una volta a casa, in modo da non restare indietro e poter sostenere gli esami tra il primo e il secondo appello”. D’altra parte, coloro che decidono di iscriversi a Medicina sanno che non è una passeggiata. “E’ tutta una questione di organizzazione. Certo, lo studente di Medicina deve essere consapevole che deve dedicarsi allo studio e deve mettere in conto anche qualche sacrificio personale”, sottolinea Minucci. Altro consiglio: “Può essere utile formare un gruppo di lavoro: amici coi quali frequentare i corsi e studiare. In questo modo, si è più stimolati, ci si ascolta a vicenda e si impara di più. E poi, per qualunque dubbio, si può parlare con i docenti”.
Al primo anno, gli esami sono quattro: Chimica, Fisica, Biologia e Istologia. A parte quest’ultimo di carattere più clinico, gli altri riguardano concetti e nozioni di base utili alla preparazione di un medico. “La tentazione di rinviare lo studio, dopo aver sostenuto un concorso stressante che ha costretto i ragazzi a studiare buona parte dell’estate, è forte – afferma il prof. Luigi Servillo, docente di Chimica e Propedeutica biochimica – invece bisogna studiare da subito e tutti i giorni, perché a gennaio c’è già il primo appello d’esami e si rischia di restare indietro”. Ma c’è una metodologia di studio specifica per materie come la Chimica? “La Chimica si studia piuttosto male alle scuole superiori, e poi per apprenderla bene è necessario conoscere alcuni concetti di Matematica e Fisica e, spesso, mancano anche quelli. Dunque, sarebbe utile che le neo-matricole andassero a rivedere certi argomenti, anche se al corso si parte da zero”. In un corso di durata trimestrale, è concesso il 25% delle assenze sul totale delle ore di lezione. “E’ comunque tanto – dice Servillo – La presenza in aula è fondamentale, per capire anche quali sono gli argomenti a cui prestare maggiore attenzione e quali quelli che possono essere sottovalutati”.
Altro esame che crea preoccupazione alle matricole è quello di Fisica e Propedeutica biofisica. “In passato, la Fisica era il terrore per gli studenti di Medicina – afferma il prof. Gustavo Damiano Mita – anche perché i docenti non erano tanto comprensivi. Oggi, invece, si cerca di interessare e stimolare i ragazzi riferendosi alle prospettive biomediche della Fisica”. E questo funziona? “Direi di sì, visto che l’85% degli studenti supera l’esame in prima seduta”. Il docente evita di soffermarsi troppo sui concetti matematici “ciò non significa che non usino la Matematica, anzi, all’inizio del corso, suggerisco agli studenti di non acquistare il testo, l’unico libro è la calcolatrice! E’ sufficiente prendere appunti durante le lezioni senza far ricorso ad ulteriori testi”.
Il primo legame dei futuri medici col mondo clinico è rappresentato dall’esame di Istologia ed Embriologia, il cui corso è tenuto dal prof. Gianpaolo Papaccio. “Negli anni, – dichiara Papaccio –è cambiato molto l’approccio con la platea studentesca. Per rendere interessati e partecipi gli allievi, cerco di spiegare in modo semplice anche le tematiche più complicate, utilizzando esempi pratici che possono trovare riscontro nella realtà quotidiana, mostro loro esempi di malattie e casi vari in modo che il collegamento con la medicina clinica sia solido. E devo ammettere che, se i ragazzi vengono stimolati, c’è un ritorno ottimo. Le performance degli studenti sono di alto livello, ad esempio nell’ultimo appello di esami su cento esaminati, ho dato dieci lodi”. All’inizio del corso, il professore distribuisce un calendario con tutta la programmazione e gli orari delle lezioni. “Ho un rapporto che definirei molto buono con gli studenti, ai quali do sia il mio indirizzo e-mail che il numero di telefono in modo da dar vita ad un contatto continuo. Quando mi scrivono le mail, consiglio sempre di inviarmi una sfilza di domande sugli argomenti che per loro non sono totalmente chiari…”.
Maddalena Esposito
Al primo anno, gli esami sono quattro: Chimica, Fisica, Biologia e Istologia. A parte quest’ultimo di carattere più clinico, gli altri riguardano concetti e nozioni di base utili alla preparazione di un medico. “La tentazione di rinviare lo studio, dopo aver sostenuto un concorso stressante che ha costretto i ragazzi a studiare buona parte dell’estate, è forte – afferma il prof. Luigi Servillo, docente di Chimica e Propedeutica biochimica – invece bisogna studiare da subito e tutti i giorni, perché a gennaio c’è già il primo appello d’esami e si rischia di restare indietro”. Ma c’è una metodologia di studio specifica per materie come la Chimica? “La Chimica si studia piuttosto male alle scuole superiori, e poi per apprenderla bene è necessario conoscere alcuni concetti di Matematica e Fisica e, spesso, mancano anche quelli. Dunque, sarebbe utile che le neo-matricole andassero a rivedere certi argomenti, anche se al corso si parte da zero”. In un corso di durata trimestrale, è concesso il 25% delle assenze sul totale delle ore di lezione. “E’ comunque tanto – dice Servillo – La presenza in aula è fondamentale, per capire anche quali sono gli argomenti a cui prestare maggiore attenzione e quali quelli che possono essere sottovalutati”.
Altro esame che crea preoccupazione alle matricole è quello di Fisica e Propedeutica biofisica. “In passato, la Fisica era il terrore per gli studenti di Medicina – afferma il prof. Gustavo Damiano Mita – anche perché i docenti non erano tanto comprensivi. Oggi, invece, si cerca di interessare e stimolare i ragazzi riferendosi alle prospettive biomediche della Fisica”. E questo funziona? “Direi di sì, visto che l’85% degli studenti supera l’esame in prima seduta”. Il docente evita di soffermarsi troppo sui concetti matematici “ciò non significa che non usino la Matematica, anzi, all’inizio del corso, suggerisco agli studenti di non acquistare il testo, l’unico libro è la calcolatrice! E’ sufficiente prendere appunti durante le lezioni senza far ricorso ad ulteriori testi”.
Il primo legame dei futuri medici col mondo clinico è rappresentato dall’esame di Istologia ed Embriologia, il cui corso è tenuto dal prof. Gianpaolo Papaccio. “Negli anni, – dichiara Papaccio –è cambiato molto l’approccio con la platea studentesca. Per rendere interessati e partecipi gli allievi, cerco di spiegare in modo semplice anche le tematiche più complicate, utilizzando esempi pratici che possono trovare riscontro nella realtà quotidiana, mostro loro esempi di malattie e casi vari in modo che il collegamento con la medicina clinica sia solido. E devo ammettere che, se i ragazzi vengono stimolati, c’è un ritorno ottimo. Le performance degli studenti sono di alto livello, ad esempio nell’ultimo appello di esami su cento esaminati, ho dato dieci lodi”. All’inizio del corso, il professore distribuisce un calendario con tutta la programmazione e gli orari delle lezioni. “Ho un rapporto che definirei molto buono con gli studenti, ai quali do sia il mio indirizzo e-mail che il numero di telefono in modo da dar vita ad un contatto continuo. Quando mi scrivono le mail, consiglio sempre di inviarmi una sfilza di domande sugli argomenti che per loro non sono totalmente chiari…”.
Maddalena Esposito