“formazione di base che apre la strada a specializzazioni successive”

“La formazione in Economia e Commercio affronta i metodi di base ponendo l’enfasi sugli aspetti generali, economici e giuridici. Spesso, chi sceglie questi studi è interessato ai meccanismi sociali e alla società nel suo complesso, vuole capire come va il mondo, e le attuali condizioni di crisi e disoccupazione hanno accresciuto la voglia di comprendere”, dice il prof. Tullio Jappelli, Direttore del Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche. 
Altro punto a favore della scelta, la versatilità della formazione che abbraccia ambiti diversi, Scienze Sociali, Statistica, Matematica, Diritto: “non sono richiesti requisiti particolari, si può provenire da ogni tipo di indirizzo scolastico, anche dai licei, dove non si studiano né l’Economia né il Diritto – prosegue Jappelli – Il percorso di formazione Triennale in Economia e Commercio non corrisponde ad una professione definita, è una formazione di base che apre la strada alle specializzazioni successive”.
Incardinate presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche, infatti, ci sono le Lauree Magistrali in Economia e Commercio (che offre anche un curriculum in inglese) per formare consulenti d’impresa, dottori commercialisti ed esperti del settore pubblico, ed in Finanza, volta alla formazione di esperti per il settore bancario, finanziario e assicurativo.
“È importante che i ragazzi facciano come a scuola, applicandosi con costanza, studiando simultaneamente più materie alla volta ed organizzando il proprio tempo. Non esistono ricette magiche ma è importante non arretrarsi materie fondamentali come Matematica e Microeconomia”, conclude Jappelli.
Gli sbocchi professionali. Pur in un momento di grave difficoltà, dalle indagini recenti, emerge che, ad un anno dalla laurea, il tasso di occupazione è del 66% fra i laureati magistrali ed il 27% fra quelli triennali (la definizione comprende anche le persone che stanno svolgendo un percorso di formazione, purché retribuita). Settori di punta per i laureati di secondo livello, quello del credito insieme ad assicurazioni, consulenza, trasporti, pubblicità e comunicazione. Solo il 25% ha un’occupazione stabile.
- Advertisement -





Articoli Correlati