“La cifra dell’unità identitaria latino-americana sta nella differenza”

Comprendere i processi storico-culturali su cui si fonda l’identità ibrida dei Paesi che compongono il mosaico dell’America Latina: l’obiettivo a monte del Corso di Letterature Ispano-americane. Ne è responsabile il prof. Andrea Pezzè. Veneto di origine, insegna a L’Orientale da quasi dieci anni, Ateneo peraltro presso il quale si è formato conseguendo nel 2004 la laurea in Lingue e Letterature Straniere e in seguito il dottorato in Culture dei Paesi di Lingue Iberiche e Iberoamericane. Presso il Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati è stato per diversi anni professore a contratto e proprio di recente ha vinto il concorso per l’accesso alla fascia di ruolo. Si è difatti intensificato negli ultimi anni lo sforzo da parte dell’Università in una direzione tesa al rafforzamento e alla valorizzazione degli studi di americanistica. “Gli studenti non si accorgeranno del cambiamento”, afferma. Tuttavia, rivestire una condizione differente ha le sue implicazioni sul piano didattico: per esempio, “sull’orario dei corsi nella sezione di Letterature ispano-americane non vi sarà più la dicitura ‘docente da definire’, come avveniva prima in attesa che io firmassi il contratto, ma gli studenti potranno per qualsiasi informazione rivolgersi direttamente a me”. Due i corsi di Letteratura Ispano-americana attivati: un unico per prima e seconda annualità alla Triennale e un altro per prima e seconda annualità alla Magistrale. Il filo tematico conduttore è “la riflessione su testi di natura eterogenea che si caratterizzano però per alcune problematiche comuni”, le quali “hanno concorso alla formazione dell’identità culturale dei Paesi americani di lingua spagnola”, a partire dalla loro fondazione. 
I temi: l’incontro 
con l’altro
Un argomento ricorrente è quello dell’incontro/scontro tra il Vecchio e il Nuovo Mondo, momento cruciale nella storia dell’Occidente, delineatosi secondo i meccanismi della ‘scoperta’ e della ‘conquista’, che “offre un’interessante chiave di lettura per ragionare sulle ricadute attuali dell’interazione tra la cultura europea e quella indigena dell’America Latina”. ‘Identità-alterità’ racchiude un ulteriore filone tematico all’interno di “letterature che tratteggiano il personaggio del ‘conquistadores’, spesso soggetto a stereotipizzazione. Sebbene il profilo del personaggio derivi dalla testimonianza di un fatto reale, è comunque denso di elementi simbolici, di finzioni sull’altro”. Attraverso un’analisi delle strategie narrative adoperate nelle prime manifestazioni letterarie che hanno raccontato la storia, e in particolare i problemi del dominio spagnolo in quei territori, si potrà pervenire a un discorso sull’attuale orizzonte letterario nell’odierna America Latina. I fattori storico-politici influenzano in maniera decisiva l’approccio al tema. “Chi segue il primo anno di Letterature Ispano-americane è iscritto al secondo anno di carriera universitaria. E siccome in Letteratura Spagnola I l’anno scorso gli studenti sono arrivati fino al Quattrocento, hanno avuto poi modo di interrogarsi sul legame tra i testi dell’epoca medioevale in relazione alle spinte progressiste verso il Rinascimento”. Tematiche che condividono un processo: la narrativizzazione dell’esperienza. “Qual è la reazione dell’uomo di fronte al cambiamento? Ci proponiamo di indagarla su un duplice piano: in rapporto alla cultura, ossia in che modo nel presente ci si relaziona alla cultura del passato, e ad altre culture, cioè in quanti e quali modi si può venire a contatto con l’altro, soprattutto quando quest’ultimo è considerato inferiore, periferico o subordinato rispetto a un centro”. Se si pensa agli scritti di denuncia di Bartolomé de las Casas, alla loro valenza antropologica, si desume “l’importanza di una riflessione sul concetto di interculturalità, relativismo o prospettivismo culturale, non solo in termini dicotomici (positivo-negativo, tollerante-intollerante, opprimente-protettivo), bensì con l’intento di identificare le sfumature all’interno di ciascun binomio di opposti”. 
L’organizzazione
dei corsi
Come si svolgono le lezioni? “Si dialoga molto, perché parto dal presupposto che nessuno commetta l’errore banale di considerare il conquistadores come un violento avventuriero, bensì un uomo del suo tempo”. Leggendo in aula un’antologia di testi critici (cronache, trattati e letteratura di viaggio), “instauriamo un discorso sulla narrativa di rappresentazione del ‘nemico’, cercando – soprattutto sulla Magistrale – di rintracciare analogie o differenze notevoli con altri periodi della storia dell’umanità”, dalla conquista ai giorni nostri, per arrivare alla generazione dei grandi autori del realismo magico, come Borges e García Márquez, o a più recenti fenomeni editoriali, quale Bolaño. “È sempre una grande soddisfazione quando la comparazione avviene su stimolo degli studenti”. A tal fine, i corsi sono organizzati nel rispetto di una certa periodizzazione cronologica: “al primo anno si studia il periodo che va dal Cinquecento alla prima metà dell’Ottocento, al secondo si continua fino al Novecento, anche perché l’attenzione che si dedica a partire dalla formazione degli stati indipendenti è maggiore per volume di contenuti e prosegue lungo la Magistrale”. Quanto alle modalità d’esame, “il materiale è tutto in spagnolo. Solo al primo anno preferisco non mettere in difficoltà sul piano linguistico, quindi una parte dell’esame si tiene in italiano”. 
L’ibridazione di forme e generi, la peculiarità
Rispetto alla letteratura della Spagna, “la letteratura popolare latino-americana della seconda metà del Novecento è caratterizzata dalla volontà di riprodurre l’ibridità di generi narrativi che proviene da testi diversi, come le cronache, divenuti classici nella fondazione della stessa cultura ispano-americana, soprattutto dopo le ultime vicende delle dittature e delle guerre civili di fine Novecento”. In particolare, la questione dell’identità e delle differenze nel contesto delle Letterature ispano-americane è dibattuta dalla fine del periodo coloniale. “Non c’è mai stata soluzione alla contesa: la lingua unisce o separa?”. In questo caso, la letteratura si può considerare un processo unificatore di quei Paesi, anche se “l’unione non è data dal rispetto di un canone unico che accomuna diverse istanze, ma nella costruzione ex novo di un canone che si fonda sulla continua ibridazione narrativa”. Insomma, “la cifra dell’unità identitaria latino-americana sta proprio nella differenza”. Al momento il docente è al lavoro su una monografia dedicata alla Letteratura poliziesca in America Centrale, in un clima di grande fermento per i Prin. “L’internazionalizzazione della ricerca è un grande vantaggio dell’attuale rete, sempre in movimento, che dà l’opportunità di riflettere sulla propria formazione e confrontarsi con altre impostazioni metodologiche”. È, inoltre, segretario del Centro di Studi sull’America Latina (CeSAL). “Organizziamo seminari con centinaia di iscritti, spesso non abbiamo le aule per accoglierli tutti”. Questo perché si sta radicando sempre più tra coloro che ambiscono a sbocchi professionali nell’ambito della cultura dei Paesi di lingua spagnola l’idea che “questa Letteratura sia importante dal punto di vista della quantità e della qualità dei ‘prodotti culturali’. Se uno vuole fare il traduttore, deve sapersi muovere, conoscere l’editoria, e noi offriamo gli strumenti per imparare a leggere e interpretare i testi provenienti dalle diverse culture nazionali latino-americane”.
Sa.Sa.
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