Nella mattina di venerdì 23 febbraio i rappresentanti degli studenti hanno indetto un’assemblea presso l’Aula 4.1 di Palazzo Giusso per discutere delle norme entrate in vigore a partire dall’anno accademico 2017-2018 in materia di contribuzione studentesca – previste dalla Legge di stabilità 2017 – a fronte della copertura dei servizi didattici, scientifici e amministrativi. A riassumerne le linee principali il prof. Amedeo Di Maio, Presidente della Commissione Tasse dell’Ateneo. Cosa è emerso? “È stato un incontro molto positivo, a cui hanno preso parte ragazzi maturi e sinceramente interessati alla questione, i quali mi hanno chiesto di illustrare la nuova norma nazionale e in che modo è cambiato il criterio di tassazione”. In particolare, una premessa da fare è: “la Legge di Bilancio per il 2017 obbliga tutti gli Atenei a rispettare un identico criterio, almeno per la parte correlata ai redditi degli studenti. Dopodiché siamo entrati più nel dettaglio nell’ambito degli aspetti specifici de L’Orientale, determinati da una riduzione di gettito fiscale rispetto al precedente criterio, che ha come conseguenza la necessità di dover rivedere alcuni parametri e algoritmi stabiliti”. Un lavoro che si farà prossimamente in seno a una Commissione paritetica, composta da alcuni docenti, studenti e dal personale tecnico-amministrativo. Dopo una prima parte dedicata più strettamente alle spiegazioni, gli studenti hanno ascoltato e compreso la logica sottesa al nuovo Regolamento. Inoltre, “hanno dichiarato di apprezzare molto – oltre che la concessione di una proroga per il pagamento della seconda rata (fino al 15 maggio) – il fatto che l’Ateneo, nel passaggio tra vecchio e nuovo criterio, abbia tentato di non aggravare la situazione dell’importo unitario che essi sono chiamati a pagare. È una cosa che cercheremo di fare con il prossimo cambiamento, obbligatorio per via del reddito perduto, tenuto conto anche di eventuali suggerimenti dati nel corso della riunione”. Suggerimenti come: “premiare un po’ di più chi acquisisce maggiori crediti formativi e trovare, se possibile, una forma di rateizzazione che non si limiti a due sole date ma possa arrivare anche ad una terza”. Lavori che proseguiranno sempre insieme ai rappresentanti degli studenti con lo scopo di “studiare la fattibilità di ulteriori soluzioni sullo sfondo degli scenari attuali. Passare a tre rate, invece di due, non è semplicissimo perché il criterio voluto dal Governo ci obbliga a procurarci tutte le informazioni sugli studenti, sia la dichiarazione del Modello Isee che i crediti acquisiti, entro il 10 agosto. Ma non sussiste in teoria alcuna negazione di principio, perché si tratta di una scelta locale, interna all’Università. In partenza, l’idea può essere realizzabile, bisogna capire se tecnicamente si può fare”. Molti studenti, tuttavia, continuano a lamentarsi per l’aumento dell’importo da pagare, “ma non v’è stata alcuna presa di posizione contro le tasse, che tra l’altro non sono aumentate per tutti, anzi è prevista un’abolizione per chi presenta un Isee fino a 13.000 euro. Da noi si è trattato comunque di aumenti abbastanza contenuti. È bene dire che L’Orientale – insieme alla Ca’ Foscari di Venezia – ha la tassazione più bassa in Italia”. D’altro canto, “il fatto che col nuovo criterio sia prevista un’esenzione fino a un reddito sotto i 13mila euro ha condotto a una distribuzione delle dichiarazioni Isee che, invece, non ci aspettavamo. Una distribuzione molto più spinta verso il basso”. I principi, le modalità e i termini della contribuzione da corrispondere secondo il nuovo sistema, però, “penalizzano le Università del Sud, non tanto quelle campane, ma di altre regioni meridionali, perché si viene a determinare un fenomeno antico e nuovo nello stesso tempo”. Ossia, “gli studenti del Mezzogiorno tendono a iscriversi a Università del Centro e Nord Italia, questo non perché non riconoscano la qualità della propria sede, bensì perché ci tengono a fare un’esperienza di vita diversa. In genere, sono coloro che hanno un reddito maggiore, che quindi diventano contribuenti in meno nelle nostre Università”.
Il prof. Di Maio garante dei diritti degli studenti
Tutti, intanto, si chiedono: l’applicazione della No Tax Area porterà i suoi benefici? “No, se non si modificano alcune regole di tipo nazionale, perché la perdita di gettito riguarda tutte le Università, salvo alcune eccezioni al Nord. In più, tale perdita non viene compensata dal sistema di trasferimento del Ministero. Occorrerebbe revisionare i dati tecnici, perché è sbagliato il modo in cui si misura la compensazione: si tiene conto del numero assoluto degli esentati ma non dell’incidenza di tale numero su quello complessivo degli studenti iscritti”. Per adesso, “i numeri de L’Orientale non sono definiti sul piano contabile”. A mo’ di esempio: “se la nostra perdita è pari a 100, noi dal Ministero avremmo 30 e perdiamo in assoluto 70, il che significa fornire servizi ovviamente minori e più scadenti in termini di qualità. È un ragionamento che bisognerebbe introdurre a livelli generali sul piano politico-istituzionale nei confronti del Ministero e del nuovo possibile Parlamento”. Un altro grave problema di cui si è discusso nel corso della seconda parte dell’incontro è stato quello relativo all’evasione fiscale: “un elemento patologico. Ce l’abbiamo per la Dichiarazione dei Redditi e ce l’abbiamo anche nelle Università. L’importante è che con la tassazione si metta in pratica un’efficace lotta all’evasione”.
Una figura a tutela dei diritti. Il docente di Scienza delle finanze, inoltre, riveste, a partire da quest’anno, l’incarico di Garante dei diritti degli studenti. “Sono onorato di aver ricevuto la nomina dalla Rettrice e su indicazione del Consiglio dei studenti. Il mio ruolo consiste nella difesa della dignità dello studente, se offesa, operando con mezzi di trasparenza”. Il Garante, infatti, riceve segnalazioni relative a eventuali restrizioni dei diritti degli studenti e si occupa di verificare che le attività universitarie tutte si svolgano nel rispetto dei valori e delle regole enunciati dalla normativa vigente e, in caso contrario, promuove dopo avvenuti controlli l’avvio di un’istruttoria. “Negli ultimi giorni, mi sono arrivate delle segnalazioni per via del maltempo, dato che qualche docente non si era curato di informare per bene gli studenti in merito all’eventuale recupero di un appello saltato a causa della neve. Abbiamo risolto tempestivamente questa criticità, dovuta certamente non alla volontà persecutoria del professore, bensì a una mancanza di efficienza”. Quali spiragli s’intravedono per il futuro? “Siamo un piccolo Ateneo, per noi ciò significa vivere in una comunità dove necessariamente non può venir meno il prestigio del singolo, a detrimento della collettività. Ci teniamo che la nostra reputazione sia positiva per tutti e c’impegneremo con l’obiettivo di tenere un saldo ed equilibrato dialogo con le rappresentanze, molto vicine agli studenti”.
Sabrina Sabatino
Una figura a tutela dei diritti. Il docente di Scienza delle finanze, inoltre, riveste, a partire da quest’anno, l’incarico di Garante dei diritti degli studenti. “Sono onorato di aver ricevuto la nomina dalla Rettrice e su indicazione del Consiglio dei studenti. Il mio ruolo consiste nella difesa della dignità dello studente, se offesa, operando con mezzi di trasparenza”. Il Garante, infatti, riceve segnalazioni relative a eventuali restrizioni dei diritti degli studenti e si occupa di verificare che le attività universitarie tutte si svolgano nel rispetto dei valori e delle regole enunciati dalla normativa vigente e, in caso contrario, promuove dopo avvenuti controlli l’avvio di un’istruttoria. “Negli ultimi giorni, mi sono arrivate delle segnalazioni per via del maltempo, dato che qualche docente non si era curato di informare per bene gli studenti in merito all’eventuale recupero di un appello saltato a causa della neve. Abbiamo risolto tempestivamente questa criticità, dovuta certamente non alla volontà persecutoria del professore, bensì a una mancanza di efficienza”. Quali spiragli s’intravedono per il futuro? “Siamo un piccolo Ateneo, per noi ciò significa vivere in una comunità dove necessariamente non può venir meno il prestigio del singolo, a detrimento della collettività. Ci teniamo che la nostra reputazione sia positiva per tutti e c’impegneremo con l’obiettivo di tenere un saldo ed equilibrato dialogo con le rappresentanze, molto vicine agli studenti”.
Sabrina Sabatino