Un invito alla lettura e alla frequenza attiva dai docenti di Lettere e Beni Culturali

Pensate ad un giallo. Magari ad ‘Assassinio sull’Orient Express’ di Aghatha Christie. “Il divertimento è scoprire chi è l’assassino, chi dei protagonisti è implicato nella vicenda. Insomma, comprendere cosa voglia dimostrare l’autore, dove voglia condurre il lettore. Bene, questo è lo spirito che deve contraddistinguere l’approccio allo studio”, afferma il prof. Paolo De Marco, docente di Storia contemporanea al Dipartimento di Lettere e Beni Culturali (Dilbec), nel dispensare consigli agli studenti. Prosegue: “Nell’epilogo di ogni libro, manuale, monografia, c’è una sorta di finale dove l’autore riassume la tesi sostenuta nel suo testo. Se siete giunti a comprenderla vuol dire che avete studiato bene, non dovete fare più nulla. Compreso un testo, esso permane indelebilmente nella memoria. Si ricorda quel concetto espresso per tutta la vita. Mentre, se ci sforziamo di ricordare nozioni su nozioni, non ci rimarrà nulla. Se proviamo ad imparare a memoria qualcosa, magari ci riusciamo nel contingente, ma prima o poi quanto acquisito è destinato a precipitare nel dimenticatoio. Bisogna essere in grado di comprendere cosa è davvero essenziale nell’economia di un testo, provvedendo ad una raziocinante scrematura dei vari argomenti”. Poi, una sollecitazione a leggere qualsiasi prodotto letterario con passione: “La lettura aumenta la conoscenza. Anche i romanzi forniscono informazioni importanti e ci consentono di avere un’idea di sensibilità sfaccettata. Attraverso vari autori e personaggi viviamo vite diverse arricchendo la nostra”. Lo affermava Umberto Eco nell’articolo “Perché i libri allungano la vita” pubblicato sulla rubrica dell’Espresso ‘La bustina di Minerva’ nel 1991, ed il monito rimane insensibile all’inesorabile volgere del tempo: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5.000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… Perché la lettura è un’immortalità all’indietro”.
Consigli d’impronta senechiana, che a tratti sembrano evocare il De Brevitate Vitae, promanano dal docente di Letteratura Latina Medievale ed Umanistica Daniele Solvi il quale ritiene fondamentale nello studio l’organizzazione del tempo, ossia “una vigile pianificazione della scansione temporale nell’arco dell’anno, della settimana, della giornata. A volte gli studenti procedono in modo estemporaneo, dedicandosi alla preparazione dell’esame poco prima dell’appello. Se invece riuscissero a razionalizzare il tempo e a pianificare gli esami con criterio otterrebbero risultati migliori. Riveste un ruolo fondamentale anche la produzione di strumenti utili per lo studio personale. Non meno importante è la frequenza, per chi può chiaramente, dunque senza penalizzare chi sia impossibilitato a seguire i corsi. Nonostante le difficoltà, però, bisogna sforzarsi di frequentare, ne vale la pena. Non soltanto in termini di benefici ottenuti dalle lezioni ma anche per lo scambio di idee che può avvenire con gli altri studenti. Per quanto riguarda i testi in latino, è fondamentale la conoscenza della lingua, per la quale vi sono i corsi di primo sostegno che fungono da importante supporto”.
La frequenza è caldamente consigliata anche dal docente di Storia Moderna prof. Giulio Sodano, docente di Storia Moderna: “assistere ai corsi  permette di risolvere il 50-60% delle difficoltà incontrate nel proprio percorso di studi. Diversamente, è problematico, soprattutto quando ci si imbatte in discipline impegnative come Storia moderna, che presenta una mole ponderosa di argomenti da studiare. Durante le lezioni provo a fornire delle chiavi di lettura dei temi trattati e ad indicare una strada da percorrere, onde consentire allo studente di semplificare il proprio percorso”.
Libera scelta è quella che riserva il docente di Letteratura Italiana Luca Frassineti, sebbene concordi sull’importanza della partecipazione alle lezioni: “Non registro le presenze, in quanto contrario a qualunque imposizione che non riguardi la scuola dell’obbligo, ma costruisco a lezione un corso che valorizza il discorso storico-letterario a partire dai testi. Pertanto, raccomando agli studenti di assistere alle lezioni e di preparare l’esame stando al passo con gli argomenti di volta in volta trattati”. Il professore, nelle sue lezioni, utilizza spesso la metafora del libro che si ascolta ma non si legge “nella prospettiva per cui ogni studente è libero di saltare le lezioni, ma l’importanza della didattica rimane. La didattica non si surroga con la manualistica o dinamiche alternative. Essa deve avere il suo spazio”. Proprio da questa riflessione nascono i seminari per i laureandi, siano essi del Corso di Laurea Triennale o Magistrale: “Ritengo che siano una palestra importante, proprio nella prospettiva di un rapporto che non è più quello di uno a cento, come durante i corsi, ma di uno a dieci, al massimo quindici studenti circa”.
Sul rapporto con il docente punta la prof.ssa Nadia Barrella che insegna Musicologia: “Consiglio di seguire i corsi, ma soprattutto di leggere con molta attenzione il programma, che è disponibile on-line sul sito del Dipartimento, in quanto vi vengono ben precisati gli obiettivi formativi da raggiungere, che per noi docenti sono fondamentali. Inoltre, ho avuto modo di constatare che i ragazzi non hanno un dialogo con i professori. Noi li aspettiamo all’Università, facciamo ricevimento, anche per dare loro informazioni. Il senso dell’interazione con il corpo docente prima dell’esame è proprio l’intessitura di un dialogo che può condurre ad un proficuo confronto, e non dovrebbe esserci alcun timore nel richiederlo”. Infine, la sollecitazione a studiare il più possibile: “All’esame bisogna recarsi con una salda preparazione alle spalle, perché il buon superamento di una prova galvanizza lo studente anche nei successivi appelli”. 
Letteratura Latina
“Buona volontà,
grammatica 
e dizionario”
Un buon manuale e un approccio critico allo studio sono gli strumenti di cui devono corredarsi gli studenti secondo la prof.ssa Alessandra Perriccioli, docente di Storia dell’Arte Medievale, che ravvisa nello studio di tipo seminariale la modalità operativa da prescegliere. “Per il Triennio consiglio sempre di adottare un manuale esaustivo, sollecitando gli studenti a leggerlo interamente, facendo sedimentare gli argomenti appresi. Per questo, organizzo anche delle prove intercorso, molto utili soprattutto ai ragazzi, in quanto forniscono una vera e propria autovalutazione, con cui gli allievi si rendono conto del proprio livello di preparazione. Per il Corso di Laurea Magistrale, invece, prediligo lo slow learning. Il mio corso si sviluppa lungo l’intero anno accademico, di modo che gli studenti possano avere il tempo di assimilare le lezioni. Gli insegnamenti si svolgono sotto forma di seminario, i ragazzi hanno la possibilità di esporre attraverso delle presentazioni in power point sui luoghi oggetto di studio. Quest’anno ci stiamo concentrando su Sant’Angelo in Formis e sul Museo di Capua. Gli studenti preparano una scheda su un’opera illustrandola poi agli altri colleghi”.
In un apprendimento ragionato crede anche la prof.ssa Arianna Sacerdoti, docente di Letteratura Latina, che consiglia ai suoi allievi “in primo luogo di cogliere i tratti salienti di ogni autore, comprendendo il pensiero di ciascun personaggio letterario, anche contestualizzandolo nel tempo storico cui appartiene. Per quanto riguarda i classici, è importante seguire i corsi di primo sostegno che il Dilbec offre gratuitamente, approcciandosi allo studio dei testi armati di buona volontà, grammatica e dizionario. In generale, poi, ritengo necessario potenziare la padronanza dell’italiano, un discorso che si può estendere a tutte le materie”. La docente, attiva anche sul versante delle iniziative al di fuori delle lezioni in aula, ha organizzato un ciclo di seminari di letteratura greca e latina – che avrà inizio il 14 marzo –  insieme alla Direttrice del Dipartimento Maria Luisa Chirico, ai professori di Letteratura Latina Claudio Buongiovanni e di Letteratura Greca Claudio De Stefani e all’assegnista di ricerca Cristina Pepe. Ad ottobre, poi, si svolgerà un seminario di traduzione in latino di alcune poesie di letteratura italiana contemporanea, i cui esiti daranno vita alla pubblicazione di un libro. “Insieme agli studenti tradurremo delle poesie brevi dall’italiano al latino, una opportunità per la loro crescita professionale”.
Un secondo semestre, insomma, che sarà ricco di eventi culturali grazie anche al riconoscimento d’eccellenza ottenuto dal Dilbec, che però già in passato si era contraddistinto per un fervido e brillante attivismo. “Stiamo progettando numerosi eventi. Per ottobre è previsto un importante convegno – anticipa il prof. Sodano – in occasione del bicentenario della provincia di Caserta. Ad aprile, invece, ci sarà un altro importante evento, in collaborazione con l’Università Federico II, dal titolo ‘Goldoni avant la lettre: drammaturgia e pratiche attoriali tra Italia, Spagna e Francia (1650-1750)’”. Al lavoro anche il prof. Solvi il quale, con la prof.ssa Claudia Santi, docente di Storia delle religioni, terrà nel mese di aprile un convegno dal titolo ‘I Santi internauti’, incentrato sul fenomeno della santità e su come esso viene trattato nel web. “Anche quest’iniziativa esprime la volontà di entrare in contatto con i nostri studenti – afferma Solvi – avvicinandoli a tematiche che potrebbero essere percepite come lontane. Dimostreremo loro che invece si tratta di realtà molto più vicine di quanto sembrino”.
Maria Teresa Perrotta
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