I risultati dell’ultima VQR, Valutazione della Qualità della Ricerca, possono dirsi più che lusinghieri per la Federico II, che si posiziona tra i primi Atenei in Italia, con punte d’eccellenza in almeno tre aree scientifiche. I tanti attesi risultati sono stati presentati nella prima metà di marzo dal prof. Giovanni Miano, coordinatore del Comitato di Ateneo per la VQR, il quale commenta così il trend positivo di Ateneo rispetto al 2004-2010: “Si è registrato uno slittamento verso l’alto rispetto alla performance precedente e credo che questo vada ascritto al fatto che sono stati compresi meglio i meccanismi di valutazione, c’è
stata una migliore organizzazione e la comunità accademica è diventata più responsabile”. Con questo sistema di valutazione l’intero comparto della ricerca ha fatto grandi passi avanti, “non perché prima non fossero presenti le stesse eccellenze, ma non venivano ben pubblicizzate. Grazie a questo metodo si aziona, invece, un meccanismo virtuoso che porta ad una sana competizione accademica e a produrre sempre meglio e di più”. Anzi, aggiunge, commentando anche il documento, pubblicato il 15 marzo, dei coordinatori del GEV (Gruppi di Esperti della Valutazione), del quale il prof. Miano dice di
“condividere a pieno l’analisi”, “ora che il sistema ha dimostrato che si possono individuare eccellenze, abbiamo bisogno di strumenti ancora più affinati che richiedono analisi attenta di esperti indipendenti sulle varie attività svolte nelle diverse aree”.
stata una migliore organizzazione e la comunità accademica è diventata più responsabile”. Con questo sistema di valutazione l’intero comparto della ricerca ha fatto grandi passi avanti, “non perché prima non fossero presenti le stesse eccellenze, ma non venivano ben pubblicizzate. Grazie a questo metodo si aziona, invece, un meccanismo virtuoso che porta ad una sana competizione accademica e a produrre sempre meglio e di più”. Anzi, aggiunge, commentando anche il documento, pubblicato il 15 marzo, dei coordinatori del GEV (Gruppi di Esperti della Valutazione), del quale il prof. Miano dice di
“condividere a pieno l’analisi”, “ora che il sistema ha dimostrato che si possono individuare eccellenze, abbiamo bisogno di strumenti ancora più affinati che richiedono analisi attenta di esperti indipendenti sulle varie attività svolte nelle diverse aree”.
Miglioramenti anche in altri Atenei campani
È il caso dell’ISPD, Indicatore Standardizzato delle Performance Dipartimentali, a cui si accenna nel documento del 15 marzo, utile ad eliminare gli effetti delle peculiarità valutative nelle diverse aree. Si pensi, infatti, all’Area 2 di Fisica, dove una fortissima competizione a livello nazionale, considerata la grande storia della fisica italiana, spinge alla necessità di indicatori più raffinati. Ad oggi, sulla base dei sette indicatori esistenti, “la Federico II resta l’Università di riferimento per il Mezzogiorno d’Italia, con l’area di Ingegneria Civile prima in Italia e quella di Ingegneria Industriale terza, davanti ai Politecnici del Nord. Ci sono, inoltre, altre Università della Campania – aggiunge il docente – come Salerno, la Vanvitelli, il Sannio o L’Orientale, che hanno segnato un forte
miglioramento rispetto alla VQR 2004-10, quindi si può dire che è la regione intera che va avanti e che resta un riferimento per il Sud”. E, rispetto alla questione degli Atenei meridionali, il professore ribatte a chi ha criticato questo sistema di valutazione, reo di arrestare lo sviluppo delle università del Sud, mostrando i dati: “Il teorema secondo cui questa VQR danneggia il Mezzogiorno è falso, e questo lo dimostrano proprio i risultati dell’ultima valutazione. La Campania sicuramente emerge all’interno del Sud e resta un punto di riferimento, mentre, a parte Catanzaro dove c’è una brillante Scuola di Medicina, nelle altre regioni meridionali persistono criticità. Ma così come ci sono criticità in diversi Atenei del Centro e del Nord. Secondo l’IRFS (somma degli indicatori IRAS) Roma con La Sapienza e Tor Vergata, Atenei che pure contano premi Nobel, manifestano delle criticità. Così come Genova e in parte anche Milano con IRFS leggermente minore di 1. Il nostro Ateneo, in questi anni, ha fatto una politica di sacrifici che ci ha poi permesso di ripartire bene al momento giusto. Naturalmente Bologna e Padova restano il riferimento a livello nazionale per gli atenei generalisti”. Andando nello specifico dei dati, il prof Miano ci accompagna nell’analisi dei vari indicatori mostrandoci l’andamento delle diverse aree della Federico II. “Sull’indicatore R, che si basa sulla produzione scientifica di aree confrontata sul piano internazionale, possiamo dirci molto soddisfatti, posizionandoci tra le eccellenze”. Se, infatti, nella precedente valutazione, in riferimento esclusivamente ai dati degli atenei a livello nazionale, la Federico II aveva ottenuto un indice del 31,0% nel livello A Eccellente, in questa ultima si è saliti a 33,4%. Non solo, si è passati da un 62,6 di A+B (Elevato), rispetto al 62,6 del 2010. “Inoltre, secondo l’indicatore
X, che riporta la frazione di prodotti che hanno ricevuto un giudizio eccellente o elevato di Area, quasi tutte le 14 dell’Ateneo sono prossime ad x=1. Ci sono, inoltre, aree come quelle di Medicina, Agraria, Ingegneria Civile, Ingegneria Industriale e dell’Informazione e Scienze dell’antichità che hanno una x maggiore di 1”.
miglioramento rispetto alla VQR 2004-10, quindi si può dire che è la regione intera che va avanti e che resta un riferimento per il Sud”. E, rispetto alla questione degli Atenei meridionali, il professore ribatte a chi ha criticato questo sistema di valutazione, reo di arrestare lo sviluppo delle università del Sud, mostrando i dati: “Il teorema secondo cui questa VQR danneggia il Mezzogiorno è falso, e questo lo dimostrano proprio i risultati dell’ultima valutazione. La Campania sicuramente emerge all’interno del Sud e resta un punto di riferimento, mentre, a parte Catanzaro dove c’è una brillante Scuola di Medicina, nelle altre regioni meridionali persistono criticità. Ma così come ci sono criticità in diversi Atenei del Centro e del Nord. Secondo l’IRFS (somma degli indicatori IRAS) Roma con La Sapienza e Tor Vergata, Atenei che pure contano premi Nobel, manifestano delle criticità. Così come Genova e in parte anche Milano con IRFS leggermente minore di 1. Il nostro Ateneo, in questi anni, ha fatto una politica di sacrifici che ci ha poi permesso di ripartire bene al momento giusto. Naturalmente Bologna e Padova restano il riferimento a livello nazionale per gli atenei generalisti”. Andando nello specifico dei dati, il prof Miano ci accompagna nell’analisi dei vari indicatori mostrandoci l’andamento delle diverse aree della Federico II. “Sull’indicatore R, che si basa sulla produzione scientifica di aree confrontata sul piano internazionale, possiamo dirci molto soddisfatti, posizionandoci tra le eccellenze”. Se, infatti, nella precedente valutazione, in riferimento esclusivamente ai dati degli atenei a livello nazionale, la Federico II aveva ottenuto un indice del 31,0% nel livello A Eccellente, in questa ultima si è saliti a 33,4%. Non solo, si è passati da un 62,6 di A+B (Elevato), rispetto al 62,6 del 2010. “Inoltre, secondo l’indicatore
X, che riporta la frazione di prodotti che hanno ricevuto un giudizio eccellente o elevato di Area, quasi tutte le 14 dell’Ateneo sono prossime ad x=1. Ci sono, inoltre, aree come quelle di Medicina, Agraria, Ingegneria Civile, Ingegneria Industriale e dell’Informazione e Scienze dell’antichità che hanno una x maggiore di 1”.
Criticità a Psicologia, cresce più di tutti Matematica
Da segnalare, invece, delle criticità in particolare per l’area 11b delle Scienze Psicologiche, rispetto alla quale si è avviata un’analisi specifica: “Viene considerato un settore ad analisi bibliometrica perché nell’ambito delle scienze psicologiche si utilizzano strumenti che in parte possono essere ricondotti alle scienze dure. Ma c’è evidentemente un problema di valutazione, a livello nazionale, che va chiarito e discusso, e vanno individuate delle soluzioni. Ci rivedremo a fine aprile con i colleghi e il Rettore per analizzare una sintesi delle criticità che emergeranno da quest’analisi che si sta portando avanti in Dipartimento, e siamo certi di trovare una soluzione”. Se ci si sposta sull’indicatore R, invece, che riporta il voto medio normalizzato di Area, balza all’occhio, nel confronto con la performance precedente, l’area di Matematica, con un rialzo da 0,58 a 0,97. “Si tratta del miglioramento più evidente in Ateneo e che credo possa essere attribuito al tipo di reclutamento fatto in quel Dipartimento e che ha cambiato radicalmente i risultati della valutazione. Se, infatti, si guardano i dati relativi ai giovani, cioè gli strutturati in mobilità, si nota come questi siano quelli più produttivi. Risultati come quello di Matematica sono il segno che il reclutamento fatto alla Federico II sta portando ottimi risultati. Il MIUR assegna una quota importante, di circa 1 miliardo di euro, basandosi sulla VQR. Di questa il 70% viene assegnato utilizzando l’indicatore R medio. Mentre il 20% viene assegnato sulla base delle ricerche degli strutturati in mobilità: quindi questo dato assume un carattere importante. Dall’FFO 2016 abbiamo avuto 10 milioni in più sulla quota premiale proprio su questo ultimo indicatore riferito ai giovani. Se riuscissimo a lavorare così come abbiamo fatto in questi anni, avremmo sempre più risorse per il reclutamento e potremmo dedicarci con maggiore calma ad altre questioni”. Dando, infine, uno sguardo ai cinque indicatori IRAS, calcolati su base estensiva, quindi tenendo conto della dimensione degli atenei, quello che si evidenzia è ancora la crescita delle aree di Medicina, Agraria, le due Ingegnerie, Civile ed Industriale, e Lettere Classiche; un avanzamento di IRAS2 per Matematica, mentre deludono, nel reperimento risorse, IRAS3, settori di punta come quello delle Scienze dell’antichità con 1,83. Basso in generale l’IRAS4, indicatore di alta formazione: “Significa che rispetto alla media nazionale formiamo meno dottorandi, meno assegnisti, meno specializzandi – spiega Miano – Questo è un dato strettamente collegato alle risorse, ma l’Ateneo, anche a valle dei risultati positivi della VQR, aprirà ad un potenziamento anche su questo fronte”.
Valentina Orellana
Valentina Orellana