“La qualità: una sfida da raccogliere”

Un Ateneo interamente umanistico come L’Orientale ha tutto da guadagnare da una struttura come quella inaugurata lo scorso 8 marzo a Palazzo du Mesnil: il Centro di Qualità dell’Università degli Studi di Napoli L’Orientale, in sigla CQA dell’UNO. Un Centro per la qualità della ricerca scientifica che può rappresentare un’occasione di crescita. “Il nostro ateneo ha delle difficoltà di interlocuzione con le realtà produttive per due fondamentali motivi -ha detto all’inaugurazione il Rettore Pasquale Ciriello- anzitutto per il territorio in cui si colloca, che purtroppo non gode di un tessuto produttivo in salute, in secondo luogo per la sua dimensione esclusivamente umanistica, che diminuisce le possibilità di interrelazione con l’esterno. Però, piuttosto che scoraggiarci, dovremmo essere così bravi da imparare a giocare su altri parametri. Quella della qualità è una sfida da raccogliere, un’opportunità che ci viene data. Non commettiamo l’errore di considerarla come una ennesima tegola che ci cade sulla testa”. In effetti per la qualità c’è molto da lavorare, come hanno dimostrato le relazioni successive, quella dell’assessore Luigi Nicolais, in primis. Il CQA dell’UNO infatti rientra in un progetto molto ambizioso che coinvolge tutti e sette gli atenei campani, attraverso i quali si strutturerà una rete di Centri di qualità per la ricerca. “Questa è un’inaugurazione molto importante anche per la Regione -ha detto Nicolais- abbiamo puntato molto sull’università come interlocutore e consulente delle istituzioni pubbliche e delle imprese. L’Orientale, con la sua forte connotazione internazionale, rappresenta sicuramente un punto di forza per la Regione”. Ad illustrare la genesi della rete Centri di qualità in Campania è intervenuta la dott.ssa Maria Palumbo, coordinatrice regionale del progetto SQUARE, Supporto alle università campane nel processo di certificazione Qualità delle Attività di RicErca. La dott. Palumbo, direttore del Laboratorio di Frattometria a raggi x presso il Dipartimento di Ingegneria dei Materiali Federico II, si interessa da anni del tema della qualità e da tempo ha rapporti con il Politecnico di Milano, presso il quale è già attivo un centro qualità della ricerca. “Mettere in qualità il sistema di gestione delle attività di ricerca -ha spiegato- significa applicare ad esso le norme ISO 9001 edizione 2000 e ISO UNI EN 17025. L’istituto di certificazione Italcert ha elaborato un manuale che realizza la sintesi tra queste due norme per poterle applicare alla ricerca. Da noi la Regione Campania ha manifestato l’esigenza, determinata da un dettato comunitario, di avere un albo di strutture di ricerca certificate, e così abbiamo pensato di rifarci all’esperienza del Politecnico di Milano, che sarà nostro consulente e tutor nel percorso verso la certificazione di qualità delle nostre attività scientifiche”. Il progetto SQUARE coinvolge i sette atenei campani che, come sottolinea la dott.ssa Palumbo, “devono viaggiare con la stessa marcia”. I vantaggi della messa in qualità del sistema di gestione delle attività di ricerca sono concreti: “finora ci eravamo trovati in difficoltà ogni qualvolta ci andavamo a confrontare con un territorio e un tessuto imprenditoriale che ci chiedeva di dimostrare che sappiamo gestire le nostre attività, inoltre ci sono dei finanziamenti comunitari cui è possibile accedere solo se si ha una certificazione di qualità”. 
Dello stimolo a valutare tutte le attività de L’Orientale secondo il sistema di qualità, ha parlato Michele Gallo, responsabile assicurazione qualità del CQA, che ne ha descritto organi, funzioni, procedure e documentazioni. Non solo ricerca, ma anche didattica e servizi amministrativi possono essere valutati secondo il parametro della qualità e in questo L’Orientale è avvantaggiato perché è un ateneo piccolo. Inoltre la sua dimensione esclusivamente umanistica consente l’applicazione solo di alcune procedure e questo velocizza il percorso verso la certificazione di qualità. Il CQA è nato il 20 aprile 2004, ci è voluto quasi un anno per raggiungere un livello di organizzazione tale da consentirne l’inaugurazione. “Abbiamo deciso di presentarlo solo adesso – ha precisato Gallo- perché siamo nel momento di massimo sforzo per la realizzazione dei risultati. Ora tutto è pronto per le adesioni alle procedure di qualità”. 
Ancora sulla qualità nell’amministrazione e nella didattica gli interventi di Tullio Menini, Marina Guidetti e Nicola Mancini. Menini ha ripercorso le tappe della sperimentazione della qualità nella didattica con i progetti Campus e Campus Like, voluti dalla CRUI e dalle Regioni, Guidetti si è soffermata sulle caratteristiche dei servizi amministrativi e sui rapporti fornitori-clienti, che possono essere migliorati grazie al sistema di qualità, Mancini ha affrontato il tema dell’unificazione dei moduli e delle procedure che “al di là delle certificazioni di qualità può sempre essere un vantaggio per tutti”. Mancini, che è segretario del dipartimento di Studi dell’Europa Orientale, ha espresso anche un timore: “in ogni caso è importante che non si faccia diventare noi amministrativi vestali di procedure e regolamenti incomprensibili”. Un richiamo alla collaborazione è venuto anche dalla dott.ssa Guidetti, la quale, pur dicendosi convinta della necessità di imparare a pensare secondo la logica della qualità, ha sottolineato che “la scelta delle strategie di qualità non può venire dal basso bensì dai vertici perché le resistenze al cambiamento sono molto forti in tutti i settori. All’inizio la logica della qualità deve essere quasi imposta dall’alto”. 
Sara Pepe
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