“La vocazione è il giusto carburante”

Empatia e comunità sono le parole chiave di Mario Spetrino, al terzo anno di Medicina a Napoli, il cui intervento dà il via ad una carrellata di testimonianze: “La mole di studio è tanta e la vocazione è il giusto carburante. Anche perché i pazienti si aprono a voi, si mettono a nudo e dovrete essere in grado di affrontare varie problematiche. Durante gli studi ho affrontato vari ostacoli che sono riuscito a superare anche grazie all’aiuto dei professori che sono come dei padri e delle madri. Con loro si crea un bellissimo rapporto”. Giovanni Vicidomini, terzo anno di Medicina, presenta il programma MD-PhD, il percorso di eccellenza per dieci studenti di Medicina che permette loro di affiancare la ricerca allo studio: “È un’opportunità unica nel panorama degli studi napoletano mentre è un modus operandi nelle realtà statunitensi dove l’MD-PhD è uno dei più alti riconoscimenti in campo scientifico”. Giovanni illustra, poi, le regole del programma a cui si può accedere dal secondo anno di Medicina: “Quando ho deciso di fare il test per Medicina avevo Milano come prima scelta. Questo programma era ancora in cantiere, infatti è partito proprio in coincidenza con il mio secondo anno. Altrimenti avrei scelto subito la Vanvitelli”. Accento marcatamente straniero, ottimo italiano, Cameron Hay è chiaramente uno studente di Medicina in lingua inglese: “Tutti i docenti parlano molto bene in inglese, alcuni anche meglio di me. L’inglese è fondamentale per un medico perché tutti i medici fanno ricerca e la ricerca si fa in inglese”. Anna Ventriglia è una specializzanda, secondo anno della Scuola di Specializzazione in Oncologia medica. Cuore pulsante del suo intervento è proprio il concetto di sofferenza: “Ho scelto una branca non semplice che mi mette di fronte situazioni difficili. Il medico deve essere pronto a lenire la sofferenza. A volte il paziente te lo chiede in maniera velata e, quando capisce di non poter vincere la sua battaglia, vuole qualcuno accanto a sé. Le nostre doti devono essere empatia e capacità di stare accanto al paziente”. Stefania Napolitano è una neo ricercatrice alla Vanvitelli. Specializzazione in Oncologia, dottorato, due esperienze all’estero, parla della paura di sbagliare “che accompagna un medico in tutta la sua carriera. Ma proprio questa paura ti dà la forza e lo stimolo ad andare avanti”. Poi aggiunge: “Il mio percorso è stato lungo, 12 anni. Un viaggio in cui mi sono messa alla prova e da cui ho imparato tanto. Anche le difficoltà aiutano”. Ancora qualche testimonianza. Arriva dal liceo classico Alessandra Capasso, che ora è al sesto anno di Odontoiatria. Parla dell’importanza di un buon metodo di studio e rasserena in merito al test: “Io non sono entrata al primo anno – ricorda – Ho frequentato alla Vanvitelli un altro Corso e poi ho ritentato. Mi sono stati convalidati tutti gli esami e questo mi ha permesso di rimanere in carreggiata”. Punto di forza del Corso, “il suo aspetto pratico, i tirocini che cominciano da subito, la preparazione dei professori. Ora mi sento davvero pronta ad entrare nel mondo del lavoro. Entrare in reparto è un’emozione grandissima. Proprio questo mi fece dire ai miei genitori ‘Mamma, papà, ho trovato la mia strada’”. Chiude la carrellata di testimonianze l’assegnista di ricerca Fabrizia D’Apuzzo: “Nel 2007 vinsi sia Medicina che Odontoiatria, ma poi scelsi di donare il sorriso come il mio ortodontista l’aveva donato a me. I sogni saranno sempre il motore di tutto”.
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