“Nel nuovo sistema non c’è spazio per noi”

“Se si vuole scegliere Ingegneria, bisogna stare attenti a quello che richiede il mercato del lavoro. Non seguite i vostri sogni, perché poi è la realtà a decidere” dice, avvilito, Nello De Martino, neolaureato in Ingegneria Meccanica. Negli ultimi tempi, complice una forte recessione, trovare lavoro è diventato difficile, anche in settori in passato considerati favoriti. Il mercato del lavoro richiede giovani mentre gli sbarramenti rallentano il cammino degli studenti. A soffrirne di più sono gli studenti iscritti al Vecchio Ordinamento. “Le propedeuticità sono importanti ma, ormai, non hanno più senso. Si dovrebbe cercare di chiudere un ciclo, anche se, per noi, gli ultimi due anni dovrebbero essere i più formativi. E’ inutile continuare a perdere tempo”, conclude Nello. La situazione non è proprio la stessa per tutti i Corsi di Laurea. “Le propedeuticità da noi non costituiscono un problema, perché ci sono professori come Brunetti di Organizzazione del Cantiere e Iovino di Architettura Tecnica II, che ti consentono di sostenere l’esame comunque. E’ a discrezione del docente”, dice Alessandro Basile cui mancano tre esami per laurearsi in Ingegneria Edile. La disponibilità dei docenti gioca un ruolo fondamentale nelle vicende di molti studenti. “Alcuni ti vengono incontro, altri no. Molte cose, troppe, sono discrezionali, come le date d’esame”, dice Mario Aurino, laureato in Ingegneria dei Materiali, che racconta la propria vicenda: “ho aspettato più di quattro mesi che il prof. Apicella fissasse la data dell’esame di Chimica Applicata. Rimandava di settimana in settimana ed io ho passato mesi a studiare sempre gli stessi argomenti”. “La mancanza dei corsi è stata, senza ombra di dubbio, lo svantaggio più grande che noi abbiamo subito. Sono stati soppressi un po’ alla volta e ci siamo dovuti procurare il materiale da soli”, afferma Giuseppe Signoretti, iscritto al secondo anno fuori corso di Ingegneria delle Telecomunicazioni. “Quando è cambiato l’ordinamento, sono stati  aboliti molti corsi. Chi aveva un esame arretrato è stato costretto a seguire con gli studenti del nuovo ordinamento e a studiare, per proprio conto, parti di programma”, sottolinea ancora Mario. “Sarebbe giusto eliminare gli sbarramenti perché agli studenti del vecchio ordinamento dovrebbe essere, finalmente, consentito di andarsene dall’università. Nel nuovo sistema non c’è spazio per noi e il disagio si può superare solo aiutandoci”, dice Edoardo Farina, laureando in Ingegneria dell’Ambientale e del Territorio, che ha molto da dire sull’andamento generale della facoltà: “noto un certo lassismo nei docenti che non si avvertiva in passato, sono disposti a sorvolare su delle cose per le quali in passato sarebbero stati più rigidi. Non saprei dire se è meglio o peggio però noi che abbiamo vissuto altre epoche, sentiamo questa differenza”. Agli studenti neo iscritti Edoardo dà un consiglio: “non badate solo alla vita universitaria, bisogna guardarsi intorno e sviluppare una propria personalità, anche perché questo è un ambiente abbastanza repressivo”. 
“Quasi dieci anni per laurearsi sono tanti, troppi. Io sono una studentessa lavoratrice, quindi il mio tempo è sempre diviso, ma non sono più tanto soddisfatta. Mi piace quello che faccio, lavoro per studiare, non viceversa, però non mi piace come funziona il sistema. Veniamo sempre accantonati, dobbiamo sempre aspettare perché i ragazzi del nuovo ordinamento sostengono esami in maniera frenetica e hanno a disposizione più date d’esame. Noi, invece, ne abbiamo sempre solo una”, sostiene con un po’ di tristezza Anna Plata, laureanda in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio. Anna racconta un episodio che la dice lunga sul modo in cui vengono trattati gli studenti ‘anziani’: “un giorno abbiamo seguito la lezione di Gestione delle Risorse Energetiche nel cortile interno, all’aperto, perché non c’erano aule a disposizione”. 
“Non possiamo sostenere gli esami fuori dalle date stabilite dal Consiglio; alcuni appelli di marzo sono riservati ai fuori corso e vietati a noi che siamo in corso – afferma Nunzia Bagnano, quinto anno di Ingegneria Chimica, che prosegue –  Abbiamo dovuto seguire tutti i corsi quest’anno, perché dall’anno prossimo non ci saranno più. E’ più semplice laurearsi quando si è fuori corso che non quando sei in corso. E siamo fortunati perché il nostro Corso di Laurea non prevede sbarramenti ufficiali”. 
Anche il nuovo ordinamento presenta però, le sue difficoltà: bisogna studiare sempre senza mai fermarsi. Oggi chi salta un esame, non perde un mese, ma un anno. Le scadenze sono serratissime e si sostengono anche due esami in un giorno. “Ci sono troppi corsi e non hai tempo per studiare, ragionare. Non hai nemmeno il tempo materiale di imparare e assimilare – dice Emiliano Angeloni, al terzo anno di Ingegneria Aerospaziale nuovo ordinamento, che aggiunge – Dopo continuerò con la specialistica perché l’ingegnere di primo livello è una figura non riconosciuta”.
Simona Pasquale
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