“Nessuno ha rimandato la laurea a causa dello stage”

In cima alle difficoltà maggiori incontrate dagli studenti in pieno lockdown, da marzo a maggio, c’è stata sicuramente quella di poter avviare un tirocinio curricolare vista la chiusura di una buona parte di enti convenzionati con l’Ateneo, tra cui le scuole, e della stessa Università. “Abbiamo inviato in questi mesi più di 1200 mail ai nostri partner per cercare di garantire agli studenti la possibilità di svolgere comunque lo stage, anche se a distanza”, afferma la dott.ssa Cristina Esposito, Capo Settore Stage e Tirocini presso il SOS – Servizio Orientamento Studenti. “Su più di mille convenzioni, poco più di venti hanno risposto però all’appello. Uno dei danni più grandi è stato senza dubbio l’interruzione della didattica in presenza. Sono, infatti, le scuole ad accogliere il più alto numero di tirocinanti provenienti da L’Orientale”. Pertanto, “in un primo momento abbiamo sollecitato tutte le altre convenzioni perché potessero accogliere studenti e convertire le loro attività in smart working”. Lo stage nelle scuole è da sempre molto richiesto in Ateneo da parte di chi è interessato a una carriera nell’ambito dell’insegnamento: “Il tirocinante a scuola svolge un’attività di affiancamento alle lezioni del docente di lingua. È molto utile perché risulta un modo per entrare nel meccanismo della routine scolastica, confrontarsi con studenti più giovani o anche capire come funziona un consiglio docenti”. Tagliate fuori anche le convenzioni con imprese nel settore turistico: “Anche in questo caso abbiamo dovuto far fronte a molte difficoltà per via dei musei chiusi e dei viaggi interdetti”. Sospesi anche gli stage in enti pubblici istituzionali, come la Regione e la Prefettura, laddove “al contrario con le aziende private è stato più facile recuperare i contatti. Sono spesso quelle che hanno molta più necessità di tirocinanti e hanno una gestione diversa del personale, meno numeroso che negli enti pubblici”. Molti studenti sono stati così impiegati in attività di traduzione lungo quest’ultimo periodo, “traduzioni di libri o siti web. In alcuni casi, invece, ci siamo inventati tirocini da zero o attivato convenzioni ex novo su proposta degli studenti”. Coinvolte aziende di traduzione, uffici operanti nell’ambito della promozione e del commercio import/export. Unico modo per arginare il problema è stato dunque quello di “navigare a braccio giorno per giorno monitorando l’indice dei contagi, continuando a inviare e rispondere a una folta mole di mail per conservare il dialogo con gli enti e allo stesso momento rassicurare gli studenti”. E tra gli studenti soprattutto coloro che nel mese di marzo si trovavano all’estero per i tirocini Maeci, Crui, Expo, tutti al momento sospesi. Un chiarimento che occorre specificare, però, è che “nessuno studente ha rimandato la laurea a causa dello stage”. Sono stati mesi in cui “abbiamo lavorato a spron battuto, spesso fino a tarda sera, e anche ad agosto inoltrato, per assicurarci che nessuno potesse incorrere in un rallentamento della carriera”. Ed è da marzo che l’intero comparto del personale tecnico-amministrativo sta lavorando anch’esso da casa. “Restiamo tra i pochi Atenei a non aver ripreso a pieno regime la nostra attività in presenza”. Dal mese di luglio hanno riaperto a fasi alterne soltanto le strutture bibliotecarie, indispensabili a docenti e studenti per la ricerca. “Gli altri uffici non hanno avuto la stessa possibilità, sia perché prevedono la collaborazione di più unità al lavoro nella stessa stanza sia per le difficoltà derivanti dal fatto che la maggior parte degli uffici amministrativi siano allocati nella stessa sede, in via Marina”. Un dato che inevitabilmente potrebbe comportare il rischio di assembramenti. Anche perché “lavorare da casa, in questo secondo lockdown, si sta dimostrando molto complicato. Comunichiamo attraverso i nostri numeri personali e riceviamo telefonate a qualsiasi ora”. Tuttavia, “il nostro nuovo Rettore, il prof. Roberto Tottoli, ha già dimostrato di avere molto a cuore la questione che andrà opportunamente monitorata nei mesi a venire con un progetto ben strutturato volto a favorire il rientro graduale del personale in sede. Speriamo possa realizzarsi al più presto”.

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