Tutta la comunità accademica si unisce al dolore dei familiari per la perdita del dott. Giuseppe Amoroso, capo del Servizio organizzazione calendario esami di profitto e di laurea presso il Polo Didattico di Ateneo, venuto a mancare a poco più di cinquant’anni lo scorso 2 novembre dopo aver combattuto contro una grave malattia. Una persona speciale la cui figura resterà impressa nei ricordi di coloro che hanno frequentato l’Ateneo e che ben conoscevano la sua gentilezza. “L’Orientale non sarà la stessa senza di te”, è la frase che ricorre a più riprese nei pensieri che colleghi e studenti hanno voluto qui dedicargli. “Collega per molti anni e amico fuori dall’Università, una figura dal valore inestimabile, piena di profonda umanità e intelligenza: rimpiangeremo la sua mancanza perché Pino è stato davvero l’amico di tutti. Amava tanto il suo lavoro ed era sempre presente nell’aiutare gli studenti, anche quando dimenticavano le scadenze o arrivavano da lui spaesati, senza alcun tipo di informazione. Ed era una gioia per lui riuscire a risolvere ogni loro problema o indirizzarli da chi di noi avrebbe potuto aiutarli. Lui era lì ad accoglierli con il sorriso sulla bocca, o a portarli nelle nostre stanze pur di mettersi a disposizione del prossimo, che a sua volta diventava per lui un nuovo amico. Allo stesso tempo, è sempre stato anche il supporto dei docenti, sia quelli che s’interfacciavano quotidianamente con il Polo Didattico – come negli ultimi anni in particolar modo l’ex Rettrice Elda Morlicchio e il Prorettore alla Didattica Rosario Sommella – sia con tutti gli altri, soprattutto nella fase della carriera in cui si è occupato delle sessioni di laurea. La sua una porta sempre aperta, anche al di fuori degli orari d’ufficio. Era solito, infatti, interrompere qualsiasi cosa stesse facendo pur di essere utile agli altri, sobbarcandosi a volte impegni che non facevano neanche parte del suo lavoro. Non c’è stato nessuno che qui in Ateneo non abbia ricevuto una mano da lui. Una perdita enorme per l’Università e per tutti quelli che hanno incrociato il suo percorso”. Sono queste le parole della dott.ssa Cristina Esposito, sua collega, Capo settore Stage e tirocini all’interno del SOS (Servizio Orientamento Studenti), espresse a nome di tutto il personale tecnico-amministrativo. Tanto ha dato a questo Ateneo Giuseppe Amoroso dove lavorava da trent’anni, arrivando tra l’altro finalista nella categoria del personale al Premio Università dedicato a Paolo Iannotti promosso da Ateneapoli nel 2011, e ne ha tratto piena soddisfazione quando presso il Dipartimento di Scienze Umani e Sociali ivi incardinato aveva conseguito nel luglio 2018 la Laurea Magistrale in Studi Internazionali.
Gli studenti “Era davvero uno di noi”
Un dispiacere analogo che anche alcuni studenti hanno tenuto a condividere con un tenero ricordo. “Dopo tutti i problemi che ho avuto lungo il triennio, tra la compilazione del piano di studio e prenotazione degli esami, appena entrata in ufficio Pino mi diceva ogni volta «Mannaggia ‘a capa toja. Che hai combinato stavolta?». Iniziavano così le nostre lunghe chiacchierate e così è stato anche l’ultima volta, quando lo sentii al telefono all’inizio dell’anno per risolvere un ulteriore problema burocratico. Senza di lui non mi sarei neppure laureata. Resterà una delle persone più belle che io abbia mai conosciuto” (Raffaella Iacomino). “Questa notizia ci ha devastati. Pino era un punto di riferimento per tutti all’interno de L’Orientale. Una persona dal cuore d’oro, un autentico altruista, sapeva sempre come rassicurarti. «Vieni qua e vediamo cosa possiamo fare», diceva sempre così prima di mettersi alla ricerca di una soluzione per ogni problema e come per magia ti salvava un semestre. La sua assenza lascerà un vuoto infinito” (Ciro Accardo). “Resterà un esempio di vita: costanza, ottimismo, serietà, forza. Pino era tutto questo. Ancora non posso credere che sia andato via. È stato una colonna portante della segreteria de L’Orientale e poi del Polo. Sempre disponibile e dedito al lavoro, prendeva il suo lavoro con grande senso di responsabilità. L’ultima volta che l’ho visto ero passata nel suo ufficio a portargli i confetti della mia laurea, gioiva quanto me di questo traguardo. È stato un faro nei miei anni universitari” (Maria Zaccaria). “La sua scomparsa ci ha spezzato il cuore. Ripenso con nostalgia al periodo in cui ho avuto la fortuna di svolgere il part-time con lui al Polo. Quante cose ci ha insegnato. Per tutti i ragazzi de L’Orientale è stato un angelo già in vita: ci supportava prima degli esami, ci incoraggiava nei momenti più bui e sapeva strapparti una risata quando le giornate di lavoro sembravano interminabili. Era davvero uno di noi” (Rosaria Gallone). “Quando a qualcuno serviva aiuto, facevo sempre il suo nome. Pino era molto più di un semplice dipendente, ma una persona dall’animo buono che capiva realmente gli studenti. Era il genio della lampada de L’Orientale e adesso che non c’è più l’Università ha perso la sua magia” (Elisa Di Vilio).
Sabrina Sabatino