Un Maestro, diventato di recente Professore Emerito, si racconta ai ragazzi che si immatricolano alla Facoltà di Scienze, mossi dalla curiosità, dall’ambizione e dalle prospettive occupazionali, incoraggianti per tanti settori, nonostante le difficoltà contingenti. “Se penso alla mia vita nella ricerca, questa è coincisa con la libertà di seguire i percorsi che mi incuriosivano e di svolgere un lavoro che coincideva con il mio hobby. Sebbene la vita di un ricercatore sia piena di sacrifici, non ho mai conosciuto l’incertezza del futuro. Oggi è diverso, non si studia più ciò che piace, si pensa al futuro. Anche nella ricerca, le scelte dei giovani sono condizionate dai progetti che garantiscono sostentamento economico”, racconta il prof. Aldo De Luca, seduto nel suo studio presso il Dipartimento di Matematica.
Laureato in Fisica, specializzatosi in Fisica Teorica, allievo di Caianiello impegnato per anni nel campo della Cibernetica, diventato in seguito docente di Algebra e di Informatica Teorica, diviso per molti anni fra Napoli e Roma, è stato autore di oltre cento articoli di notevole risonanza internazionale su Reti Neurali, Teoria degli Automi e dei Linguaggi, Teoria dei Codici, Combinatoria delle Parole, Complessità Algoritmica e misure d’Incertezza e responsabile di progetti di ricerca Europei e Nazionali. Continua a dedicarsi alla ricerca, ospite di prestigiose istituzioni internazionali, in Canada, in Russia e Finlandia, dove lavorano, o hanno lavorato, alcuni suoi allievi. Per i suoi sessant’anni, la rivista Theoretical Informatics and Applications ha pubblicato un fascicolo in suo onore. “Ho avuto la fortuna di avere tanti allievi bravi diventati docenti universitari, ma altri miei allievi più giovani lavorano all’estero e, probabilmente, vi resteranno. In Italia è difficile fondare una Scuola, occorrono sensibilità e sostegni difficili da trovare”, sottolinea il docente il quale, riprendendo il tema delle pressioni esterne cui sono sottoposti i ragazzi di oggi, sostiene: “vale comunque la pena seguire un percorso che interessi davvero. Diversamente, lo studio diventa meccanico, finalizzato al superamento dell’esame. Magari ci si laurea anche, ma poi si cambia strada. Il mondo è pieno di persone, talvolta in posizioni di rilievo, che fanno cose che non piacciono ed hanno trasformato le proprie passioni in passatempi. Questo non è produttivo, né per l’individuo, né per la società”.
Per lui, la scintilla della passione scientifica si è accesa da ragazzo, dopo aver letto un libro divulgativo scritto da James Gamow, dal titolo Uno, due, tre, Infinito, ricco di storie in cui l’applicazione di leggi matematiche aiutava a risolvere problemi ed a trovare tesori (“Un’esposizione affascinante che credo mi abbia condizionato”).
Per chi è motivato a seguire questi studi, il consiglio più prezioso è quello di partire da una solida preparazione matematica e, più che in passato, da buone basi informatiche: “Perché i nuovi calcolatori svolgono calcoli ed hanno una capacità di memoria una volta inimmaginabile”.
È risaputo che uno dei punti di forza degli studi scientifici è la loro versatilità, legata alla riversabilità delle conoscenze in molti campi e al metodo di apprendimento che diventa, in seguito, un modo di lavorare. “Studiare in maniera costruttiva e motivata significa approfondire gli argomenti, senza pensare al dopo, dedicandosi all’acquisizione metodologica. In azienda si insegnano molte cose, ma le tecniche specifiche non contano. Occorre sviluppare capacità di analisi e sintesi, di astrazione e rigore matematico che, in futuro, serviranno sempre, torneranno sempre utili. Ma, se doveste accorgervi di aver sbagliato strada, cambiate percorso, altrimenti si diventa infelici”, insiste De Luca.
Simona Pasquale
Laureato in Fisica, specializzatosi in Fisica Teorica, allievo di Caianiello impegnato per anni nel campo della Cibernetica, diventato in seguito docente di Algebra e di Informatica Teorica, diviso per molti anni fra Napoli e Roma, è stato autore di oltre cento articoli di notevole risonanza internazionale su Reti Neurali, Teoria degli Automi e dei Linguaggi, Teoria dei Codici, Combinatoria delle Parole, Complessità Algoritmica e misure d’Incertezza e responsabile di progetti di ricerca Europei e Nazionali. Continua a dedicarsi alla ricerca, ospite di prestigiose istituzioni internazionali, in Canada, in Russia e Finlandia, dove lavorano, o hanno lavorato, alcuni suoi allievi. Per i suoi sessant’anni, la rivista Theoretical Informatics and Applications ha pubblicato un fascicolo in suo onore. “Ho avuto la fortuna di avere tanti allievi bravi diventati docenti universitari, ma altri miei allievi più giovani lavorano all’estero e, probabilmente, vi resteranno. In Italia è difficile fondare una Scuola, occorrono sensibilità e sostegni difficili da trovare”, sottolinea il docente il quale, riprendendo il tema delle pressioni esterne cui sono sottoposti i ragazzi di oggi, sostiene: “vale comunque la pena seguire un percorso che interessi davvero. Diversamente, lo studio diventa meccanico, finalizzato al superamento dell’esame. Magari ci si laurea anche, ma poi si cambia strada. Il mondo è pieno di persone, talvolta in posizioni di rilievo, che fanno cose che non piacciono ed hanno trasformato le proprie passioni in passatempi. Questo non è produttivo, né per l’individuo, né per la società”.
Per lui, la scintilla della passione scientifica si è accesa da ragazzo, dopo aver letto un libro divulgativo scritto da James Gamow, dal titolo Uno, due, tre, Infinito, ricco di storie in cui l’applicazione di leggi matematiche aiutava a risolvere problemi ed a trovare tesori (“Un’esposizione affascinante che credo mi abbia condizionato”).
Per chi è motivato a seguire questi studi, il consiglio più prezioso è quello di partire da una solida preparazione matematica e, più che in passato, da buone basi informatiche: “Perché i nuovi calcolatori svolgono calcoli ed hanno una capacità di memoria una volta inimmaginabile”.
È risaputo che uno dei punti di forza degli studi scientifici è la loro versatilità, legata alla riversabilità delle conoscenze in molti campi e al metodo di apprendimento che diventa, in seguito, un modo di lavorare. “Studiare in maniera costruttiva e motivata significa approfondire gli argomenti, senza pensare al dopo, dedicandosi all’acquisizione metodologica. In azienda si insegnano molte cose, ma le tecniche specifiche non contano. Occorre sviluppare capacità di analisi e sintesi, di astrazione e rigore matematico che, in futuro, serviranno sempre, torneranno sempre utili. Ma, se doveste accorgervi di aver sbagliato strada, cambiate percorso, altrimenti si diventa infelici”, insiste De Luca.
Simona Pasquale