Parole in libertà. Definisce così l’intervista sui temi di attualità che riguardano la Facoltà il Preside Roberto Pettorino. A cominciare dall’incremento delle immatricolazioni diffuso un po’ tutte le aree (non solo in quelle biologiche, naturale conseguenza della reintroduzione del numero chiuso a Scienze Biotecnologiche). La forte attenzione all’orientamento in ingresso, con le scuole, e in uscita, attraverso incontri con le aziende, dunque, comincia a dare i suoi frutti. Un po’ di merito il Preside lo attribuisce alle prove di valutazione introdotte quest’anno: “hanno permesso ai ragazzi di avere contatto con un luogo fisico ben organizzato; il nostro impegno è teso proprio ad aumentare l’affezione degli studenti all’ambiente, attraverso incontri come la ‘Scienza Plurale’ e il ‘Concerto di Natale’ del gruppo RISMA”.
In cima ai pensieri di chi in questo momento ha compiti di gestione, c’è però la situazione contingente. “La crisi intorno a noi è reale. Non si può pensare che l’Università resti indenne dalla situazione, bisogna ottimizzare le risorse”. Il Preside parla senza mezzi termini di ‘un’economia di guerra’, basata sulla semplificazione e la riduzione dell’offerta formativa. Non si rischia, con la riduzione del personale (per i pensionamenti la Facoltà perderà nei prossimi anni 88 docenti) e la richiesta di requisiti minimi di iscrizioni, di eliminare settori di punta della formazione? “Bisogna farlo in un quadro di compatibilità complessiva. Non si potrà mantenere l’attuale offerta. Dovremo compattare il più possibile i Corsi Triennali, e in parte lo abbiamo già fatto con l’attivazione delle lauree 270, mantenendo l’eccellenza. Questo ci obbligherà ad un monitoraggio continuo. Il Presidente del CUN non fa che ripetere al Ministro che noi vogliamo essere valutati e invece il Comitato di Valutazione Nazionale non è stato ancora costituito”. E come si spiega, allora, che la valutazione dei docenti fatta dagli studenti tramite questionari, continua ad essere segreta, pubblicabile solo a discrezione del docente? “Da noi, i giudizi vengono inoltrati ai Presidenti di Corso, ma bisognerà certamente pensare a nuove forme di valutazione, più puntuali. Credo, comunque, che dovrà essere il più pubblica possibile, perché diventa uno strumento di orientamento tanto per gli studenti, quanto per il Ministero anche in termini di fondo di finanziamento ordinario”.
Come si può decidere di mandare via persone che ricoprivano gratuitamente incarichi di supplenza, senza intervenire sugli sprechi che gravano sulle finanze? “Interverremo su questi sprechi, perché altrimenti la situazione diventerà insostenibile, ma è importante dire che il costo zero non esiste. Tenere due persone in un’aula da ottanta posti implica comunque dei consumi, e nello stato attuale ci costa tutto”. Nonostante tutto non manca l’invito alla fiducia: “le crisi possono essere anche occasioni di crescita e miglioramento”
(Si. Pa.)
In cima ai pensieri di chi in questo momento ha compiti di gestione, c’è però la situazione contingente. “La crisi intorno a noi è reale. Non si può pensare che l’Università resti indenne dalla situazione, bisogna ottimizzare le risorse”. Il Preside parla senza mezzi termini di ‘un’economia di guerra’, basata sulla semplificazione e la riduzione dell’offerta formativa. Non si rischia, con la riduzione del personale (per i pensionamenti la Facoltà perderà nei prossimi anni 88 docenti) e la richiesta di requisiti minimi di iscrizioni, di eliminare settori di punta della formazione? “Bisogna farlo in un quadro di compatibilità complessiva. Non si potrà mantenere l’attuale offerta. Dovremo compattare il più possibile i Corsi Triennali, e in parte lo abbiamo già fatto con l’attivazione delle lauree 270, mantenendo l’eccellenza. Questo ci obbligherà ad un monitoraggio continuo. Il Presidente del CUN non fa che ripetere al Ministro che noi vogliamo essere valutati e invece il Comitato di Valutazione Nazionale non è stato ancora costituito”. E come si spiega, allora, che la valutazione dei docenti fatta dagli studenti tramite questionari, continua ad essere segreta, pubblicabile solo a discrezione del docente? “Da noi, i giudizi vengono inoltrati ai Presidenti di Corso, ma bisognerà certamente pensare a nuove forme di valutazione, più puntuali. Credo, comunque, che dovrà essere il più pubblica possibile, perché diventa uno strumento di orientamento tanto per gli studenti, quanto per il Ministero anche in termini di fondo di finanziamento ordinario”.
Come si può decidere di mandare via persone che ricoprivano gratuitamente incarichi di supplenza, senza intervenire sugli sprechi che gravano sulle finanze? “Interverremo su questi sprechi, perché altrimenti la situazione diventerà insostenibile, ma è importante dire che il costo zero non esiste. Tenere due persone in un’aula da ottanta posti implica comunque dei consumi, e nello stato attuale ci costa tutto”. Nonostante tutto non manca l’invito alla fiducia: “le crisi possono essere anche occasioni di crescita e miglioramento”
(Si. Pa.)