“Grazie per ciò che sei”, firmato Marianna. “Sei unica”, da parte di Simona ed Alba. “Dove troveremo tanta gentilezza?” Il quesito se lo pone Rosita. Ed ancora: “Grazie di tutto, ci mancherai tantissimo”, da parte di Anna, Nicola e Rosaria. La lavagnetta che raccoglie i messaggi dei suoi ex colleghi di lavoro fa bella mostra di sé, nell’aula del Dipartimento di Europa occidentale, quarto piano di palazzo Giusso, ‘requisita’ temporaneamente dai colleghi i quali hanno organizzato una piccola ma suggestiva cerimonia di addio a Teresa D’Agostino, la quale va in pensione dopo trentasei anni e quattro mesi trascorsi come custode al Dipartimento.
Cinquantacinque anni, giuglianese, lei è particolarmente emozionata e non lo nasconde, tra un brindisi ed un flash delle colleghe che scattano a ripetizione. “Non me lo aspettavo”, ripete un paio di volte, prima di schiarirsi la voce. Poi riprende: “forse questo affetto che oggi i colleghi mi dimostrano deriva dal fatto che mi sono sempre comportata bene, come si deve. Ringrazio veramente tutti”. Interviene Giuseppe Mascolo: “io conosco la signora Teresa da trentasei anni e mezzo. Lascia un vuoto incolmabile, perché è una persona che ha sempre amato il suo lavoro ed è sempre stata disponibile, soprattutto con gli studenti”. Per salutarla, sono venuti a trovarla fino al quarto piano di palazzo Giusso nipoti e parenti vari, orgogliosi che al centro dell’attenzione ci sia proprio la loro amata Teresa. La quale pesca un po’ tra i ricordi di una vita trascorsa all’Orientale. “Qualcosa è cambiato, soprattutto tra gli studenti. Prima forse partecipavano di più, oggi li vedo un po’ meno presenti, corrono da una parte all’altra. Anni fa l’Università per loro rappresentava davvero una occasione di incontro, un modo per stare insieme”. Un’altra pausa, saluta una collega che le stringe la mano, un nipote entrato all’improvviso, poi ricomincia: “episodi particolari, in tanti anni di vita in ateneo, non me ne sono capitati. Ripeto, se mi vogliono tutti bene forse dipende dal fatto che sono sempre stata disponibile”. Cosa farà dal primo aprile la signora D’Agostino in pensione? “Mi godrò i nipoti e farò tante passeggiate”.
Cinquantacinque anni, giuglianese, lei è particolarmente emozionata e non lo nasconde, tra un brindisi ed un flash delle colleghe che scattano a ripetizione. “Non me lo aspettavo”, ripete un paio di volte, prima di schiarirsi la voce. Poi riprende: “forse questo affetto che oggi i colleghi mi dimostrano deriva dal fatto che mi sono sempre comportata bene, come si deve. Ringrazio veramente tutti”. Interviene Giuseppe Mascolo: “io conosco la signora Teresa da trentasei anni e mezzo. Lascia un vuoto incolmabile, perché è una persona che ha sempre amato il suo lavoro ed è sempre stata disponibile, soprattutto con gli studenti”. Per salutarla, sono venuti a trovarla fino al quarto piano di palazzo Giusso nipoti e parenti vari, orgogliosi che al centro dell’attenzione ci sia proprio la loro amata Teresa. La quale pesca un po’ tra i ricordi di una vita trascorsa all’Orientale. “Qualcosa è cambiato, soprattutto tra gli studenti. Prima forse partecipavano di più, oggi li vedo un po’ meno presenti, corrono da una parte all’altra. Anni fa l’Università per loro rappresentava davvero una occasione di incontro, un modo per stare insieme”. Un’altra pausa, saluta una collega che le stringe la mano, un nipote entrato all’improvviso, poi ricomincia: “episodi particolari, in tanti anni di vita in ateneo, non me ne sono capitati. Ripeto, se mi vogliono tutti bene forse dipende dal fatto che sono sempre stata disponibile”. Cosa farà dal primo aprile la signora D’Agostino in pensione? “Mi godrò i nipoti e farò tante passeggiate”.