450 posti disponibili nei due Corsi di Laurea in Scienze Biotecnologiche

Mettere a frutto i risultati della ricerca per migliorare le condizioni di vita dell’uomo e degli animali. Rispettare l’ambiente. Comprendere e controllare i processi di produzione e le tecnologie che ne stanno alla base. Sono solo alcuni dei compiti che svolgerà chi intende fare di Scienze Biotecnologiche un trampolino di lancio per lavorare come ricercatore nei laboratori di aziende pubbliche o private.
Il numero programmato consente soltanto a 450 studenti di iscriversi a uno dei due Corsi di Laurea Triennale proposti dall’Università Federico II. 375 sono i posti messi a disposizione per il corso in Biotecnologie per la salute, utile per chi desidera dedicarsi principalmente al settore medico. Più dura, invece, è la strada di chi preferirebbe lavorare in diversi settori dell’industria. Possono immatricolarsi a Biotecnologie Biomolecolari e Industriali, infatti, soltanto 75 candidati. 
“La prova di ammissione si terrà il 5 settembre. Agli studenti, che avranno a disposizione due ore, saranno sottoposte trenta domande di Biologia, venti di Chimica, quindici di Fisica e altrettante di Matematica. Il test è lo stesso per entrambi i Corsi di Laurea. Nella domanda di iscrizione, però, bisogna specificare la propria preferenza”. A spiegarlo è il professore di Chimica organica Gennaro Piccialli, Preside dell’ex Facoltà di Scienze Biotecnologiche il quale, in attesa della definizione degli organi di gestione del Centro Speciale per le Biotecnologie (CeBIOTECH), svolge la funzione di coordinatore delle attività didattiche. Riguardo alla sede che ospiterà la prova, dice il professore: “è ancora incerto se si terrà nella sede di Biotecnologie (nei pressi del II Policlinico di Napoli) o in quella di Monte Sant’angelo, a Fuorigrotta”. Nelle scorse edizioni del test, circa 1200 candidati si sono contesi i posti disponibili. Per l’anno accademico 2013/2014 “si prevedono più o meno le stesse proporzioni. Gli scorrimenti, però, in passato hanno consentito l’iscrizione anche a chi è arrivato ottocentesimo. La procedura è molto lenta. Spesso chi viene chiamato, nel frattempo, si è già iscritto altrove”. Per il docente, ci sono degli elementi che proprio non possono mancare per far andare bene i quiz a risposta multipla: “il test tiene conto della preparazione della scuola superiore. Due sono le cose fondamentali per superarlo, amare le materie scientifiche e aver studiato in maniera sufficiente durante tutto l’anno. Non si può pensare di prepararsi su tutti i programmi dei quiz nel mese successivo all’esame di maturità. Quel tempo può essere utile solo per rispolverare competenze già acquisite”. 
Superare la prova significa accedere a studi che possono dare importanti gratificazioni professionali, soprattutto all’estero: “l’affermazione che feci tempo fa (l’anno scorso ad Ateneapoli il docente dichiarò: “in futuro i biotecnologi andranno a ruba”) è vera a livello mondiale. Molte industrie stanno spostando la propria produzione da un approccio chimico a uno biotecnologico. Questa è la prospettiva a livello mondiale. Come tutto questo possa essere calato nella realtà italiana è un problema diverso, dato che l’industria del nostro Paese sta facendo addirittura dei passi indietro”. A distinguersi in positivo nel panorama nazionale sembra poter essere, da questo punto di vista, la Campania: “la nostra regione ha promosso diverse iniziative per supportare il livello tecnologico. Qui ci si rende conto che a livello di formazione stiamo messi bene. Quello che manca adesso è mettere a frutto queste iniziative”.
La sede del Dipartimento, tra via De Amicis e via Pansini, è stata inaugurata nel 2011 e progressivamente arricchita da un’ampia aula studio e da diversi laboratori didattici. “Spero che queste strutture possano essere utilizzate nel migliore dei modi. L’edificio è un punto di riferimento per gli studenti. Adesso bisogna inventarsi come possa diventarlo anche per gli altri Dipartimenti. C’è bisogno di collaborazione da parte di tutte le componenti accademiche per fare qualcosa di utile per tutte le discipline scientifiche”. Ci sono ancora altri progetti per il futuro: “nell’immediato, forse, dobbiamo passare da un sito di Facoltà a un sito di coordinamento di tutti i Corsi di Laurea”. Ad occuparsene dovrebbe essere ancora il professor Piccialli. Il CeBIOTECH – inaugurato il 28 dicembre scorso per preservare l’esperienza della Facoltà di Biotecnologie coordinando il lavoro di tutti i soggetti coinvolti in questo campo – attualmente è un interregno. “Sono ancora io il responsabile, ma siamo in attesa di una decisione che sia utile e condivisa. Il Centro deve essere qualcosa di fruttuoso e condivisibile, altrimenti è meglio che non nasca proprio”.
Scienze Biotecnologiche è
a cura di Ciro Baldini
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