Una studentessa: “sceglierei ancora questi studi perché la ricerca è vita”

L’edificio dalla facciata verde che dà su via De Amicis, poco più su di una delle entrate del II Policlinico di Napoli, è stato arricchito nel giro di due anni grazie alla realizzazione di progetti tesi a favorire le attività di studio. La struttura si sviluppa su più livelli. A piano terra, lungo il corridoio principale, uno schermo fornisce in tempo reale indicazioni su aule, orari, lezioni e didattica. Può fermarsi davanti al monitor anche chi, in cerca di una pausa, intende consultare le notizie ANSA o, semplicemente, vedere che ore sono. Poco lontano da qui, un bar molto frequentato svolge la doppia funzione di sala ristoro e di aula studio. Utilizzando uno degli ascensori o le scale mobili è possibile raggiungere i due piani superiori. Al primo piano due aule sono fornite di numerosi computer dotati anche di cuffie. Si tratta delle sale destinate al laboratorio linguistico e a quello informatico. Salendo ancora si arriva nella nuova aula studio, arredata con scrivanie bianche e poltroncine rosse. 
Gli iscritti, attraverso apposite credenziali di accesso, possono continuamente sfruttare la linea wi-fi presente in tutto l’edificio. Per le più complesse questioni burocratiche, invece, è possibile chiedere aiuto direttamente in segreteria, recentemente spostata da via Mezzocannone all’interno di questa sede. Il personale riceve gli studenti tutti i giorni dalle 9 alle 12 e, nei giorni pari, anche dalle 14.30 alle 16.30. Un ulteriore supporto può essere dato dallo sportello orientamento che riceve gli studenti tutte le mattine dal lunedì al giovedì.
Piace la struttura a Valeria Sorrentino e a Noemi Carfora, due studentesse iscritte al Corso di Laurea Magistrale in Biotecnologie Mediche. “Alla Triennale ci siamo laureate alla SUN  (la Seconda Università di Napoli). Rispetto a Caserta, qui la sede è molto buona. Per fortuna hanno anche spostato la segreteria. Quando stava al centro di Napoli era scomodissima da raggiungere. Adesso, invece, è sempre a nostra disposizione. L’aula studio è comoda e spaziosa, anche se è un po’ rumorosa. Vengono a studiarci anche quelli di Medicina. Forse dovremmo protestare, perché a volte non ci sono posti”. Le due ragazze, percorrendo una strada abbastanza comune, hanno ripiegato su Scienze Biotecnologiche dopo aver tentato i test di Medicina. La scelta, però, si è rivelata più felice del previsto, come confessa Valeria: “ho provato i test a Medicina. Non li ho passati. Ancora oggi ho l’amaro in bocca. All’inizio questo Corso di studi per me era un ripiego. Dopo, però, ho amato questa Facoltà perché ti dà strumenti che sono diversi da quelli del medico, ma che comunque ti permettono di aiutare la gente”. Simile è la storia della collega Noemi: “Anch’io provai, invano, i test a Medicina. Qui, però, lo studio è molto interessante. E poi mi conforta pensare che in alcuni casi, come avviene ad esempio nei laboratori di diagnosi, i medici devono fidarsi del nostro parere. Tra noi biotecnologi c’è molta competizione, ma questa non compromette i rapporti sociali”. Le ragazze, che hanno quasi portato a termine i propri studi, individuano alcuni dei pro e dei contro di questo percorso didattico. Noemi sceglierebbe di nuovo questa Facoltà: “perché permette di ampliare le proprie scelte professionali. Si va dall’insegnamento al lavoro nei laboratori di analisi, dalla diagnostica all’immunologia. L’aspetto negativo è che, non avendo un albo nostro, siamo accorpati alla classe dei biologi”. Diverse sono le motivazioni di Valeria: “Direi ancora sì a biotecnologie perché la ricerca è vita. Direi no perché questo è il paese sbagliato per fare questo lavoro”.
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